Mi svegliai di soprassalto, col cuore in gola. Sopra di me, il soffitto bianco della mia camera da letto. Ero disteso a pancia in su sotto le coperte e Julius riposava disteso sul tappeto. Mi portai le mani al petto, aprendo la maglia del pigiama con una tale violenza da far saltare un paio di bottoni. Era lì che la bambina mi aveva toccato, eppure non era rimasto nessun segno. Passai le mani sopra la pelle più volte e constatai che davvero non c'era niente che non andasse in me. Eppure mi sentivo strano, come se qualcosa premesse all'interno della mia gabbia toracica, cercando di uscire. Emisi un singulto e scalciai via le coperte. Scesi dal letto, scavalcando Julius, e mi rifugiai in bagno. Tolsi la maglia e osservai il mio riflesso da ogni lato, cercando invano qualcosa che non andasse. L'unica particolarità che avessi era una piccola cicatrice nel basso ventre, dove mi avevano operato per un'appendicite quando avevo sei anni. A parte questo, era tutto uguale. Sfiorai il mio riflesso con la punta delle dita e, per un solo istante, mi sembrò di scorgere la bambina maledetta nello specchio.
Emisi un grido soffocato e indietreggiai, rischiando di cadere a terra. Riuscii a salvarmi solo perché mi aggrappai alla tenda che nascondeva la doccia.
Mi rialzai a fatica, tremando dalla testa ai piedi, e mi avvicinai di nuovo allo specchio, con cautela. Stavolta non accadde nulla. Mi tastai le guance e scrutai con attenzione i miei occhi per l'irrazionale timore che vi avrei trovato la famigerata scintilla del diavolo di cui aveva parlato la madre di Lucy. Tuttavia erano sempre gli stessi, di un mite verde-marrone, e non c'era nessun riflesso rosso o maligno in essi. Mi sentii un po' rinfrancato e registrai quella visione di poco prima come una semplice allucinazione dovuta alle continue frecciate di Wendy riguardo la bambina maledetta. Era stato tutto solo un sogno, un frutto della mia fervida - troppo fervida - immaginazione.
Tirai un sospiro di sollievo e tornai sui miei passi, strascicando i piedi nudi sul pavimento gelido. Raggiunsi il cucinino e misi a scaldare del latte. Presi un pacco di biscotti con le gocce di cioccolato dalla mensola dove tenevo i dolci e lo poggiai sul tavolo, per poi sedermi.
Mentre attendevo che il latte fosse pronto, feci un giro di controllo delle mie piante, in particolare di un cespuglio di rose gialle che mi era particolarmente caro dato che aveva un profumo dolcissimo. Prima che Lucy dicesse di volere un periodo di pausa, progettavo di regalargliele. Non che adesso non volessi più farlo, ma sarebbe stato scortese portargliele prima che fosse lei a ricontattarmi. Le avrei fatto pressione e doveva già pensare abbastanza male di me anche senza che mi comportassi come uno stalker.
Trassi un profondo sospiro e andai a spegnere il gas. Versai il latte nella tazza e vi aggiunsi due cucchiaini di caffè istantaneo. Mi rannicchiai dietro il tavolo e cominciai a mangiare, mentre cercavo di ricordare cosa fosse successo la sera precedente.
L'ultima cosa che ricordavo era che ero andato ad un 7 Eleven a prendermi dei dolci. Tutto il resto era molto confuso, fino al momento in cui una bambina in bianco non mi era comparsa davanti. Avevo la sensazione che dovesse essere successo qualcosa di terribile e avere la memoria confusa non mi rassicurava per niente. Per la prima volta da quando mi ero trasferito, desiderai avere una televisione. Avrei potuto guardare il telegiornale locale e scoprire se ero finito in vetrina, invece, per saperne di più, ero costretto ad uscire. Pregavo di non aver combinato nulla di troppo grave, altrimenti qualcuno avrebbe potuto riconoscermi per strada. L'ultima cosa che volevo era l'attenzione altrui. Avevo sempre cercato di mantenere un profilo basso in questi anni, per non restare invischiato in faccende che avrebbero potuto rivelare la mia natura, ma la sfortuna mi perseguitava. Ora più che mai era necessario che andassi in biblioteca per spulciare i vecchi giornali. Quella bambina assomigliava talmente a Sumiko che avrebbe potuto essere scambiata per lei, se avesse avuto qualche anno in più.
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Esper (da revisionare)
Science FictionUna serie di suicidi inspiegabili piaga Londra e dintorni. Attraverso atmosfere goth, le vie caotiche di Camden Town e i cieli plumbei e pesanti della città, Gene Sanders cercherà di scoprire chi è l'assassino. Dove si trova? Fuori o dentro di lui...