- Anche accettando la remota possibilità che gli Esper esistano, non è stata colpa tua quello che è successo al tuo amico Cornelio. Ti avevano spinto ad un limite oltre il quale non potevi più controllarti, ed eri solo un bambino.- sospirò, mettendo una delle sue piccole mani calde sopra le mie, incrociate sul tavolo. - Ma adesso sei diverso. Non rischi più di fare del male a qualcuno.
- Lo spero. - dissi. Mi sarebbe piaciuto poterle rispondere con certezza, ma l'unica sicurezza che avevo era che non c'era nulla di scontato con me.
- Bene. Allora non vedo perché dovremmo smettere di frequentarci.
- Dici sul serio?
- No. - fece lei, secca.
Io restai a bocca aperta, sconvolto, e Lucy rise di me, pizzicandomi il naso fra indice e medio.
- Ma certo, stupido. - sghignazzò - Non c'è gusto nel prendersi gioco di te. Ci caschi sempre.
- Ma... - feci per ribattere, indignato.
Lei non mi diede il tempo di brontolare, serrandomi le labbra con un bacio. Inizialmente fui stupito, poi mi lasciai andare e ricambiai, stringendole una mano.
- Possiamo cercare di far funzionare tutto questo, se vuoi. - disse Lucy, separandosi da me. - Ormai è passato tanto tempo da Thomas e non è giusto che io sprechi gli anni migliori della mia vita solo perché il suo ricordo mi perseguita. Penso che stare con qualcun altro potrebbe aiutarmi a lasciarmelo alle spalle e non so con chi altro potrei stare a parte te, Gene. Tu mi fai sentire sicura e apprezzata, cosa che Thomas non aveva mai fatto.
Ero talmente felice per le cose che mi stava dicendo che dovetti trattenermi per non sembrare irrispettoso del suo dolore.
- Tu invece mi fai sentire bene. E ho tanto bisogno di sentirmi così. - dissi, stringendole la mano.
Chiacchierammo ancora per un po', poi scoccai un'occhiata all'orologio sullo schermo del telefonino e raggelai. Erano le quattro e mezza, dovevamo andare in biblioteca prima che chiudesse! Mi avvicinai alla cassa con l'intenzione di pagare, ma Lucy emise un ringhio minaccioso, sostenendo che avrebbe pagato lei.
- Sono io l'uomo. - mormorai, frugandomi in tasca per radunare degli spiccioli. - Devo pagare io.
- E sono io a portare i pantaloni in casa. - sibilò Lucy, con un tono che non ammetteva repliche. - Metti via quei soldi.
Porse una banconota da dieci sterline alla cassiera, che sogghignò nel vedere la mia espressione allibita.
- E' una divoratrice di uomini. Stai attento. - mi disse, facendomi l'occhiolino. - Io la conosco bene.
- Divoratrice di uomini? - ripetei, con un filo di voce.
Lucy mi trascinò via prima che potessi ascoltare la risposta, aggrappata al mio braccio sinistro. Le chiesi cosa intendesse la ragazza di poco prima, ma lei eluse la mia domanda, portando la discussione sull'argomento biblioteca.
- Cosa devi cercare?
- Dei vecchi giornali, niente di importante.
- E tu, che eviti il contatto con altre persone il più possibile, sei venuto in centro solo per dei vecchi giornali? - mi schernì lei, scuotendo la testa. - Mi credi una sciocca, Gene?
- No, assolutamente no. - balbettai. - E' solo che devo controllare una cosa.
- E cosa, sentiamo?
Non mi piaceva per niente la piega che stava prendendo la nostra conversazione. Non volevo coinvolgerla in questa faccenda. Era pericoloso.
Cercai una bugia convincente, ma non riuscii ad ingannarla. Mi conosceva troppo bene per lasciarsi imbrogliare.
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Esper (da revisionare)
Science FictionUna serie di suicidi inspiegabili piaga Londra e dintorni. Attraverso atmosfere goth, le vie caotiche di Camden Town e i cieli plumbei e pesanti della città, Gene Sanders cercherà di scoprire chi è l'assassino. Dove si trova? Fuori o dentro di lui...