TRAILER QUI SOPRA ♡
Milioni di canzoni parlano di cuori spezzati. Milioni di libri, film, post su Internet e chi più ne ha, più ne metta.
Un cuore spezzato è, però, qualcosa che si comprende solo quando lo si sente dentro di sé.
È uno di quei dolori che fanno nascere domande come "perché a me?", "cosa ho fatto per meritarmi questo?", "non potevo rinchiudermi in un convento e non poter sperimentare nulla di tutto ciò?" e simili.
Ho accettato il lavoro in Australia, a Sydney, e penso che non abbia senso portare avanti una relazione a distanza. Scusami.
Le parole riecheggiano nella mia mente in continuazione.
Si parla di un altro continente, un luogo davvero molto lontano contando che rifletto con la faccia spalmata sul vetro del mio appartamento da universitaria a Londra, ma mi sarebbe piaciuto provare. Ho sempre sostenuto la filosofia secondo cui è meglio provare e fallire piuttosto che non provare affatto.
E per Liam avrei fatto tutti i sacrifici necessari a tenere in vita la nostra relazione: dopo sei mesi di stabilità, è stato spaventato dalla prova della distanza?
È questo che mi ha dato più fastidio, infatti. Non mi ha dato metà delle spiegazioni che volevo sentire.
Mi ha raccontato di quanto lo mettesse in crisi la proposta di lavoro, perché si sarebbe dovuto trasferire in un continente diverso, con tutte le conseguenze rivoluzionarie che ciò comporta, e mi ha successivamente parlato in maniera più dettagliata degli obblighi che sarebbe stato tenuto ad osservare in caso avesse accettato, ovvero studiare e lavorare dal mattino alla sera. Capisco che a quell'ora, stanco per la giornata intensa tra le lezioni di aeronautica e la pratica sul lavoro, possa avere giusto la forza di cenare, lavarsi e salutare i suoi genitori con un messaggio, ma quello che gli rimprovero è altro. Lui mi ha fatto un sacco di promesse. Non faceva che ripetere, fino a una settimana prima di partire, che era deciso a stare con me e non abbandonarmi perché con me si trovava davvero bene, ma ho realizzato in un secondo momento che erano tutte menzogne. Aveva già deciso quale sarebbe stato il suo futuro prossimo, perché mentire?
Mi sarebbe piaciuto non creare progetti, non affidarmi a quelle promesse campate in aria, non credergli quando mi guardava con quegli occhi scuri che mi intrigavano tanto. Invece, ho ricevuto una delusione colossale.
Affrontarla non è semplice.
Con Liam era subito scattata un'intesa perfetta, che in breve tempo si era consolidata e si era tradotta nella comprensione reciproca a forza di soli sguardi o gesti. A volte, non servivano parole. Avrebbero rovinato la magia del momento.
Qualche istante dopo, sento il campanello suonare.
Mi stacco dal vetro della finestra del salotto e vado ad aprire alla porta, senza preoccuparmi di come appaio. Chiunque sia, capirà di non potersi aspettare molto da me.
- Oh, ciao. Cerco mia cugina Leighton. - mi si rivolge un ragazzo impacciato.
È carino, a dire il vero, nonostante nemmeno lui mostri la sua forma migliore con il felpone grigio addosso e una tuta scura. Noto le scarpe da ginnastica ai piedi e il telefono con le cuffiette attaccate in una mano, mentre l'altra tiene un paio di chiavi.
- Leighton abita qui davanti. Hai sbagliato lato. - gli faccio notare, piuttosto acida.
Il ragazzo perde entusiasmo d'un colpo.
- Comunque io sono Jonathan, mi sono appena trasferito al piano sotto. Piacere di conoscerti. - ritenta, gentile.
- Minnie. - mormoro, stringendo la mano che mi ha offerto. Davvero ci stiamo stringendo la mano come due imprenditori in affari?
Jonathan sembra leggere il pensiero dietro la mia espressione facciale.
Scoppia a ridere.
- Scusa, non so perché ci stiamo stringendo la mano. È così strano! Ora... Smetto di disturbarti. - dice poi, straparlando.
L'improvvisa sensazione di vuoto che mi assale quando realizzo che passerò le prossime ore da sola, mi spinge a compiere un gesto avventato.
- No, aspetta. - lo fermo.
Jonathan torna sui suoi passi, incuriosito.
- Ti va di... entrare?
- In realtà dovevo andare a fare una corsetta, potresti accompagnarmi. - propone lui di rimando.
Valuto l'opzione, considerando che il cielo è nuvoloso e che non corro da mesi. La depressione si è portata via la mia voglia di fare attività sportiva.
- Certo! Dammi il tempo di cambiarmi. - accetto.
Improvvisamente, non mi sembra una cattiva idea.
Entro in casa in cerca della tenuta sportiva più decente che ho e riesco a combinare una maglietta lilla in disuso con un paio di leggings neri sportivi dei tempi del liceo. Miracolosamente, emerge anche un reggiseno sportivo.
Lego i miei voluminosi capelli rossi in una coda alta e metto le scarpe da ginnastica, poi sono finalmente pronta.
- Quasi quasi, ti preferisco così. - ridacchia Jonathan.
Gli lancio un'occhiataccia. - Il pigiama ha un fascino che la società moderna non comprende ancora. Apprezza la sensualità di questa maglietta lilla, intanto. Sono convinta che farai progressi.
Jonathan scoppia in una fragorosa risata.
Va a suonare alla porta di Leighton, la quale si manifesta esageratamente sorpresa di vedere me e Jonathan intenzionati ad andare a correre insieme.
- Tu? A correre? Con lui? Seria? - balbetta.
Protetta dalla mia posizione retrostante suo cugino, la guardo in maniera eloquente.
A quel punto, scompiglia i capelli castani e li porta da un lato, poi cambia radicalmente atteggiamento.
- D'accordo, sono sicura che farete passi avanti. Buona corsa! - sorride.
Jonathan le consegna le chiavi che doveva farle avere e poi si volta verso di me.
- Allora, facciamo gli scalini di corsa come se fosse un unico esercizio tipo skip, ad ogni cambio di rampa facciamo una verticale e una ruota e appena usciamo dal palazzo un esercizio multiplo gambe e braccia. Okay?
Sgrano gli occhi.
E io che pensavo ad una corsetta leggera da fare chiacchierando.
- Scherzo! - ride Jonathan, contemplando la mia espressione sconvolta.
- Sarà meglio. Io vivo benissimo senza quelle complicazioni da personal trainer di un atleta olimpionico. - puntualizzo.
Il ragazzo si limita a sorridermi e inizia a scendere le scale con una certa rapidità.
Scherzava, eh?
Forse è il caso di mostrargli quanto posso essere espressiva.
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Ciao, ragazze!
Non ho saputo rinunciare ai nomi che avevo messo in origine ai protagonisti, ma trattandosi esteticamente di Lydia e Stiles, eccovi la tanto agognata #stydia (sì, la sostengo sul serio, dopo aver visto Teen Wolf per intero).
Spero che vi piaccia!
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Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)
RomanceMinnie non potrebbe essere più diversa da Jonathan, acida lei e dolce lui, ironicamente pasticcere, eppure sono attratti l'uno dall'altra: peccato che a minare il loro rapporto intervenga il passato...