34 - Stay

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Credo di essermi sentita una bambina come mi sento adesso giusto giusto tre o quattro anni fa, quando mi sono presa un virus intestinale che mi ha costretta a letto per una settimana e avevo bisogno di qualcuno che mi stesse vicino e mi aiutasse di continuo.

Mia madre ora se ne va in giro per casa mia a preparare qualunque cosa, lamentandosi nel contempo che io lasci il frigo vuoto e che non mi nutra abbastanza.

Sbuffo.

Forse non è stata un'idea così geniale esortarla a venire qui.

- Mamma, puoi smetterla di lamentarti e lasciarmi riposare, per favore? - supplico.

- Manda giù la minestrina che ti ho preparato, poi riposati pure. Ogni cosa va fatta a stomaco pieno. - istruisce lei.

Sull'ultima cosa che ha detto non posso che concordare.

È così che mangio la minestrina di verdure che mia madre ha preparato e poi sprofondo nel sonno, non potendo fare molto altro.

Al mio risveglio, l'appartamento è silenzioso. Mia madre è ancora qui? Forse si è addormentata anche lei.

Mi alzo faticosamente dal letto e mi stropiccio gli occhi, poi mi guardo attorno.

- Mamma? - domando.

Non ricevo alcuna risposta.

Giro ancora un po' e capisco di essere sola, ma in cucina trovo di tutto: biscotti, torta, crostata, pollo arrosto, verdure in padella, pasticcio di carne, tagliere di formaggi e salumi... Mi sento male all'idea di ingerire tutto questo.

Lancio un'occhiata all'orologio e registro che sono le tre e mezza del pomeriggio.

Le tre e mezza?

Ho dormito così tanto?!

Indecisa su cosa fare, scelgo infine di prendere i biscotti preparati da mia madre e far partire un film.

Sfortunatamente, suona il campanello proprio quando la pellicola inizia.

- Chi è? - domando a gran voce.

- Jonathan.

Sussulto.

Com'è possibile?

- Jonathan? Sul serio? - ripeto, come un'idiota.

- Sì, sono io. - conferma lui.

Mi alzo lentamente e strascico i piedi fino alla porta d'ingresso, dietro la quale Jonathan attende pazientemente con un'espressione indecifrabile in viso.

È normale notare che è davvero molto bello e che lo è ancora di più dopo essersi fatto la barba?

Il dopobarba emette un intenso profumo mascolino che aizza i miei ormoni. A ventitré anni non dovrei essere in grado di controllarli?

- Hai cucinato? - si informa.

- No, è stata mia madre. Si è data alla pazza gioia in cucina. - sospiro.

Annuisce.

- Entra. - lo esorto infine.

Jonathan mi segue e noto una certa esitazione in lui. Qualcosa lo rende nervoso.

- Come stai? - domanda poi.

- La febbre è scesa di un grado. Sono a trentotto adesso. - mormoro.

Mi sdraio sul divano, tentando di riprendere la posizione di prima e di far ripartire il film, ma Jonathan mi sposta delicatamente in modo da starci entrambi.

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora