Alle nove di sera, mi ritrovo sola in ufficio a terminare il bilancio. Finalmente.
- Bilancio del cazzo! Ma chi me l'ha fatto fare di lavorare nella contabilità? - mi lagno tra me e me.
Metto via le mie cose e lascio tutto pronto per domani, così che il capo non mi stressi ulteriormente.
Qualcuno bussa alla porta.
- Soph, sto andando via! - dico a voce alta.
Sophie è colei che chiude tutti gli uffici e si scoccia sempre quando alcuni di noi fanno tardi.
Ma a rispondermi non è lei.
- Sorpresa! - sorride Jonathan, spalancando la porta con un cupcake in mano.
Sollevo le sopracciglia.
- Come mai qui a quest'ora?
- Ho sentito che è una giornata molto stressante per te e ho pensato di portarti qualcosa di dolce per migliorarti la serata. - sorride lui.
Il mio pensiero va subito a Leighton. Gli avrà ordinato di venire a prendermi con le buone.
- Sì, molto. Grazie per il cupcake. - sorrido.
Me lo porge e, uscendo dall'ufficio, lo mangio. Delizioso.
Jonathan mi osserva.
- Nessuno direbbe che ami il pile, vedendoti vestita così per lavorare.
- Tu scherzi, ma se non mi minacciassero di mantenere il codice da ufficio, verrei a lavorare con il mio pigiamone di pile. Il mondo deve capire quanto è affascinante. - ribatto, scherzosamente.
In ascensore, penso a quanto starò bene sotto il getto caldo della doccia non appena arriverò a casa.
Non vedo l'ora.
- Senti, ma hai programmi per stasera? - domanda Jonathan.
- Una doccia calda, perché?
Soltanto dopo, mi rendo conto che vorrebbe invitarmi a fare qualcosa con lui. Cena a base di torta sacher e pasticcini? Ristorante francese? La mia mente inizia a fantasticare.
- Oh, allora immagino che aspetterò fino a domani prima che tu esca. - ridacchia.
- Sì, in effetti mi è capitato di addormentarmi in doccia. Meno male che Leighton doveva portarmi dei pacchi di caffé che non sarei potuta andare a comprare il giorno dopo, altrimenti avrei allagato l'appartamento. - rido, evocando il ricordo.
Jonathan sgrana gli occhi e poi si mette a ridere, ma senza abbandonare l'aria spaventata.
- Tu sei incredibile.
- Così dicono. - sorrido, imitando le oche che si portano energicamente i capelli indietro.
Jonathan scoppia definitivamente a ridere.
- Allora potrei rilanciare l'offerta per domani... - ritenta poi.
- Offerta di che tipo?
Il ragazzo dagli occhi scuri non aggiunge altro.
- Lo scoprirai domani. - mi fa l'occhiolino.
Oh, io odio le sorprese.
Per Jonathan, però, potrei fare un'eccezione...
***
L'indomani mi sveglio decisamente rilassata e pronta per iniziare una nuova giornata.
Ieri ho fatto una doccia molto lunga, ho cenato con del semplice pollo grigliato e un po' d'insalata e mi sono messa a dormire presto, senza stare troppo al telefono né guardare la televisione.
Ero davvero molto stanca.
Il campanello suona e io mi trascino alla porta per aprire.
La figura di Jonathan si rivela fresca e sorridente con un piattino in mano. Ah, la mia brioche.
Penso che includere questo ragazzo nella mia quotidianità sarà dannoso per la mia salute, ma gioverà al mio umore e attualmente mi interessa più quest'ultima cosa che non la precedente.
- Grazie, pasticcere del mio cuore. - gli sorrido.
Non protesta neanche più alle mie stranezze, passa avanti con scaltrezza e asseconda il mio umore, seppur variabile.
Sono fiera dei suoi progressi in appena due giorni che ci conosciamo.
- Quindi oggi è il giorno del bilancio? - si informa Jonathan.
Rimango interdetta.
- Ma tu e Leighton non avete nient'altro di cui parlare? - ribatto, incredula.
- Potrebbe esserle sfuggito. - fa spallucce.
E improvvisamente mi appare chiara una cosa: Leighton si è stufata di vedermi sola e depressa e vuole trovarmi un ragazzo che mi faccia smettere di pensare a Liam.
Astuto adoperare suo cugino Jonathan, carino e piuttosto sveglio, ma mi chiedo cosa ci guadagni lui.
Mi appunto mentalmente di tirare fuori la questione non appena la incrocio.
- Sì, comunque sarà una giornata piuttosto pesante. Il mio capo mi sta col fiato sul collo ogni volta. - sbuffo.
Lui mi si avvicina da dietro e poggia le mani sulle mie spalle. Inizia a massaggiare un po'.
In fondo, potrei approfittarmene.
- Rilassati. Hai lavorato tanto per avere la strada spianata oggi e non devi preoccuparti. Andrà tutto bene, Minnie. - mi incoraggia con voce dolce.
Difficile non approfittarsene.
Facciamo colazione insieme e discutiamo per venti minuti sulla temperatura ideale a cui bere il latte: io mi pronuncio contro il latte caldo e lui viceversa.
- Bere il latte caldo è come bere piscio. - controbatto.
- Che schifo! No, è più simile al té, razza di svergognata. - replica Jonathan, ridendo.
- Oh mio Dio, non dirmi che aggiungi il latte nel té! Che senso ha? - esclamo.
- È buono. - persevera lui.
Infilo l'ultimo boccone della deliziosa brioche al cioccolato in bocca e mastico cercando di non far rumore.
Quando vivevo con i miei, c'era sempre la televisione a fare da sottofondo e si sentivano poco i rumori della masticazione. Ora che vivo da sola, mi piace godermi il silenzio al mattino e tenere spento quel maledetto affare. Mi piace risvegliare i sensi con calma.
Forse è anche per questo che ho insistito tanto per staccarmi dal nucleo familiare: i miei ritmi di vita sono difficilmente conciliabili con quelli altrui e, in caso dovessi tornare ad abitare con qualcuno, vorrei essere sicura che non mi dia fastidio da questo punto di vista.
Guardo Jonathan e mi rendo conto di aver iniziato a familiarizzare con lui. Quanto è spaventosa come considerazione da uno a dieci, tenendo a mente che lo conosco da due giorni appena?
__________
Quanto è importante la colazione per voi? Cosa mangiate a colazione? Se non la fate, non sapete che vi perdete.
Love you 🍰
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Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)
RomanceMinnie non potrebbe essere più diversa da Jonathan, acida lei e dolce lui, ironicamente pasticcere, eppure sono attratti l'uno dall'altra: peccato che a minare il loro rapporto intervenga il passato...