35 - Fearless

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Il bello di essere malati è farsi viziare da chiunque capiti a tiro: mia madre si prodiga in cucina con manicaretti che in questa casa sono un lusso, in quanto le mie abilità culinarie non sono state molto sviluppate, mentre Jonathan mi porta dolci e buona compagnia e Leighton mi aggiorna sulle ultime novità del mondo esterno.

Di Liam non ho avuto notizie, a parte un messaggio di auguri di pronta guarigione attentamente ignorato. Non me ne faccio niente dei suoi miseri auguri.

Assunti tutti i medicinali necessari, martedì mi trovo costretta a tornare al lavoro, benché io non mi sia ripresa al cento per cento. In casa da sola, però, non saprei come occupare l'intera giornata, quindi mi butto giù dal letto e dò il via alla routine.

Jonathan, puntuale come un orologio svizzero, suona al campanello.

- Buongiorno. - lo saluto.

- Buongiorno, Minnie. Come stai, oggi? - si informa lui.

Il vassoio che tiene in mano rivela due fette di torta al cioccolato con tanto di glassa e ciuffetto di panna sopra: la più grossa è chiaramente destinata a me.

- Abbastanza bene per riprendere la solita vita, ma non ancora in auge. - faccio spallucce.

Mi abbuffo a dovere durante la colazione e poi mi accorgo che non ha detto quasi nulla finora.

Osservo la sua espressione tesa. Qualcosa non va.

Oddio, so che c'è qualcosa che non va, ma fino ad oggi abbiamo cautamente lasciato da parte la questione.

- È ora? - domando solennemente.

Annuisce. - È ora.

Sospiro.

Avrei dovuto aspettarmelo.

- D'accordo, parliamone. - acconsento.

Non so se essere impaurita da ciò che sta per dirmi o se farmi coraggio e provare a giustificarmi.

Lo guardo negli occhi.

- Chiariamo subito una cosa: fuori la verità e niente prese in giro. Senza questi presupposti, possiamo anche non iniziare proprio la discussione. - afferma lui.

- Certamente. Massima trasparenza. - concordo.

Jonathan solleva un sopracciglio e trattengo l'istinto di ridere.

Devo mantenere la serietà.

- Okay, partiamo da quella sanguisuga del tuo viscido ex. - esordisce.

Scoppio a ridere.

Dovevo restare seria, giusto?

- Scusa, è che... Okay, niente, continua. 

- Dicevo... Quel verme putrido e fetente del tuo ex...

Rido di nuovo.

- Minnie. - mi scocca un'occhiataccia.

- Scusa, scusa. - ammutolisco.

Più cerco di trattenere le risate e guardarlo in faccia seriamente, più mi viene voglia di ridere.

- Quell'individuo lurido ti ha ricattata, giusto? 

- Giusto. - confermo.

- Ma tu non sei stata al ricatto.

- Affermativo.

Jonathan mi guarda male e io ridacchio.

- Okay, okay, serietà. - ripeto.

- E lui ti ha proposto un altro ricatto. - prosegue.

Annuisco.

- Ora dimmi: perché l'hai accettato? Avevi tanta voglia di baciarlo? - indaga Jonathan.

Accavallo le gambe e cerco di scuotere via la sensazione di essere una sospettata di un grave crimine, interrogata dalla polizia.

È così assurdo quello che sta capitando!

- In realtà no. Mi piacerebbe di più baciare te. - confesso, quasi inconsciamente.

Subito dopo, realizzo quel che ho appena detto e lancio un gridolino, coprendomi la bocca con una mano. Oops.

Jonathan inclina leggermente il capo, rapido, e solleva un sopracciglio, come a dire "ah, sì?".

- Buono a sapersi. - mi fa l'occhiolino.

- Come, non mi dici che vorresti baciarmi anche tu?! - mi oppongo.

Lui incrocia le braccia al petto.

- Se te lo dicessi ora e ci baciassimo, non arriverei alla conclusione di questa faccenda e, onestamente, vorrei levarmi il peso il prima possibile. Non sai quanto sia opprimente combattere contro l'idea che la ragazza che ti piace ha del suo ex, non sapendo quale sia. - spiega, razionalmente.

- Ti piaccio soltanto? Mi aspettavo come minimo un'infatuazione, se non un grande amore... - borbotto.

Jonathan scoppia a ridere.

- Okay, adesso dobbiamo essere seri almeno per due minuti. Ti prego, Minnie. - ridacchia.

Alzo le mani in segno di resa.

- Stavo dicendo che non volevo baciare Liam. L'ho fatto perché è stressante averlo alle calcagna e, in quel momento, forse troppo stanca o forse un po' brilla o forse ancora abbastanza disperata, ho scelto la soluzione che mi sembrava più semplice ed immediata. Mettere fine a tutto e basta, darci un taglio. Ti assicuro che non è stato minimamente importante quella specie di bacio, per me. - argomento.

- E se ti mettesse i bastoni fra le ruote al lavoro? - domanda ancora Jonathan.

Resto zitta come un pesce lesso.

Non so rispondere.

- Vedi? Questa è la tua debolezza e lui la sta sfruttando. È l'unica su cui può fare leva. Devi fargli capire che non c'è nulla che lui possa fare per spaventarti e piegarti al suo volere. Lui non deve avere potere su di te. - sentenzia Jonathan.

- Quindi dovrei fargli intendere che non mi importa se perdo il lavoro a causa sua?! - strepito, incredula.

Il ragazzo assume un'espressione sofferente, che al tempo stesso dice tutto quel che deve dire.

- D'accordo, poi mi mantieni tu, eh. Conta tutte le spese di base, più vestiti, borse, scarpe, trucchi, estetista, parrucchiera, acquisti casuali che mi gira di fare ogni tanto... Sì che fai il pasticcere, ma non so se puoi reggere tutto questo. - asserisco.

Jonathan sbuffa.

- Tutte scuse. Non perderai il lavoro e, anche se dovesse succedere, ti aiuterò io finché qualche martire non vorrà assumerti nella sua azienda.

- Affare fatto! - sorrido.

Jonathan mi guarda e scuote la testa, come se mi drogassi.

Il suo sguardo, poi, cade sulle mie labbra.

Ed è intenso.

Scottante.

- Hai presente quella questione sul bacio che avevamo lasciato in sospeso... ? - sussurra.

- Mmh... Non so, rinfrescami la memoria. - lo stuzzico, con un occhio rivolto verso l'orologio.

Lui si avvicina a me, con intenzioni inequivocabili.

Sorrido, maliziosa.

- Non adesso, però, perché devo andare al lavoro e sono in estremo ritardo!

Sfuggo dalla morsa e mi infilo in bagno per prepararmi in fretta e furia.

Cazzo, dovevo essere in ufficio dieci minuti fa!

Affibbio la colpa a Jonathan e, se da una parte spero di aver acceso qualcosa in lui, dall'altra io stessa sono trepidante.

Chissà come bacia...

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Secondo voi come bacia? 😏

Love you 🍰

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora