16 - Art

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Jonathan inizia con una mostra d'arte.

- Un mio amico adora realizzare quadri che raffigurano la natura morta, il cielo in diverse fasi della giornata e donne coperte parzialmente da un velo. - spiega.

Il luogo dove si tiene la mostra è in una zona poco esplorata di Londra, lontana dai soliti quartieri che tutto il mondo conosce; la tranquillità che regna fa quasi pensare che non siamo nemmeno a Londra.

All'interno dell'edificio in mattoni rossi, il colore predominante sulle pareti e sugli arredi è l'azzurro.

Una ragazza dai capelli lisci color mogano e gli occhiali dalla montatura viola ci accoglie con un largo sorriso. Forse è il caso di dirle che il rossetto fucsia non va più di moda.

- Ciao! Volete che vi illustri il percorso? - si propone, gentile.

- Sono amico del pittore, quindi credo che faremo un giro un po' particolare. Grazie, comunque. - declina Jonathan, talmente garbato che sembra quasi che abbia accettato.

La ragazza si fa da parte e ci augura una buona giornata. Mi chiedo se la paghino anche per essere così di buonumore la mattina.

- Un giro particolare? - domando.

Jonathan mi fa l'occhiolino e mi prende per mano. Fa da guida fino al termine del corridoio e bussa alla porta di sinistra.

- Chi è?

La voce giunge attutita dall'altra parte della porta.

- Un vecchio amico. - si limita a dire Jonathan.

Seguono dei passi e la porta si apre: un ragazzo basso e riccioluto ci squadra da dietro i suoi grandi occhiali tondi.

Non appena riconosce Jonathan, le rughe d'espressione sul suo viso si distendono.

- Johnny! Da quanto tempo non ti vedo! - esclama.

Si scambiano una pacca energica.

- Charlie, come va? Hai venduto qualche quadro?

- Pochi, per ora. Speriamo in meglio. Ma dimmi un po'... Chi è questa bella signorina che hai portato qui? Non la vorrai mica annoiare, è così carina!

Le mie guance si tingono di rosso non appena l'amico di Jonathan riversa complimenti su di me.

- Non credo si annoi... So come tenerla sveglia. - mi fa l'occhiolino Jonathan.

- Scemenze a parte, io sono Minnie. È un piacere conoscerti. - sorrido a Charlie.

Lui fa un mezzo inchino, palesemente teatrale, e mi restituisce il sorriso.

- Il piacere è tutto mio. Avete già incrociato Valerie?

- Sì, ma vorremmo fare un giro per conto nostro. - risponde Jonathan.

- D'accordo. Buon divertimento, ragazzi, e passatemi a salutare prima di andare via. - sorride Charlie.

Lo congediamo e solo ora noto che la mano di Jonathan non ha lasciato la mia nemmeno per un secondo.

Non sembra volerla abbandonare.

- Questo è il tramonto visto dagli occhi di Charlie. - descrive, indicando una tela aranciata con sprazzi dorati e rosati.

Il tocco dell'artista è calibrato ovunque, tranne che nelle linee di contorno: lì si fa più rapido e segmentato, ma del tutto naturale.

- Come mai dice di non averti visto da tempo? - domando, di punto in bianco.

Non so nulla sul passato di Jonathan e improvvisamente mi sorgono centinaia di domande.

Dove abitava prima? Quali sono i suoi amici? Ha avuto tante fidanzate? Ha fratelli o sorelle? Che rapporto ha con i suoi genitori? Gli piacciono gli animali? Qual è il suo colore preferito?

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora