La giornata in ufficio si trascina lenta e tediosa, specialmente quando penso a quando potrò uscire di qui, andare a ritirare i regali di compleanno di Leighton, prepararmi per la serata e, finalmente, festeggiare.
Quando esco dal mio ufficio a fine giornata, però, sono scioccata dalla scena che mi si para davanti: Liam e Suzie flirtano davanti all'ufficio della mia amica. O, almeno, quella che credevo essere mia amica...
Impulsivamente, estraggo il telefono dalla borsa e scrivo un messaggio a Liam.
A che gioco stai giocando?
Il mio intento di uscire di scena in silenzio probabilmente fallisce, perché gli stivaletti che indosso hanno il tacco non alto ma rumoroso contro le piastrelle del pavimento ed è impossibile che non mi abbiano sentita.
Tuttavia, ignoro l'osservazione mentale e proseguo per la mia strada, all'esterno dell'edificio.
Perché Liam e Suzie dovrebbero flirtare? Non dovrebbe esistere una sorta di legislazione non pronunciata che vieta alle amiche di provarci con gli ex? Insomma, i ragazzi più o meno se ne fregano, ma io, in quanto donna, ci tengo.
Se non fosse stata Suzie ad avvicinarsi a Liam, mi chiedo perché lui avrebbe dovuto farlo. Per dispetto? Per cercare di farmi ingelosire?
Forse non gli è ben chiaro che non ho intenzione di dargli un'altra occasione con me e sono risoluta a mantenere questa idea.
Mi faccio portare da un taxi ai negozi dove ho chiesto di tenere i regali da parte e ritiro il braccialetto, il portafoglio e il pacchetto profumo - crema corpo.
Arrivata a casa, mi preparo più in fretta che posso perché ho un'ora scarsa di tempo e devo ancora farmi la doccia. Ci metto più del solito a piastrare i capelli e scegliere cosa indossare e, di conseguenza, come truccarmi. La mia decisione si compie grazie ad un abito viola acceso che emerge improvvisamente mentre rovisto nel mio armadio senza fondo. Sfumo velocemente il nero intorno agli occhi, applico un rossetto invisibile e, in ritardo di ben dieci minuti, mi trovo di fronte al difficile bivio tra oro o argento da abbinare al viola. Vada per l'oro.
Il mio telefono squilla impazientemente, mentre io fatico a infilare nella pochette tutto quello di cui ho bisogno.
- Minnie, ci sei? Stiamo aspettando solo te. - mi rimprovera Jonathan.
- Non rivolgerti a me con quel tono, mica sono in ritardo. - gli faccio notare, altezzosa.
- Ma no, figurati, puoi metterci tutto il tempo che vuoi. Staremmo qui ad aspettarti anche tutta la notte. - ironizza lui.
Un sorriso divertito si fa spazio sulle mie labbra.
- E fareste bene, è così che deve essere. Ora scendo con calma le scale perché ho i tacchi ai piedi, magari accelero quando salgo sul taxi. Ci vediamo tra un quarto d'ora circa, ciao. - riattacco.
Jonathan non ha avuto il tempo di prendermi in giro ulteriormente e sono contenta così. Mi piacciono i giochetti finché sono io a guidarli.
Ad arrivare all'Elegance passano venti minuti, tempo condizionato dal traffico che rallenta gli spostamenti in tutta Londra.
Il mio attivo viene accolto con urla e felicitazioni: sono tutti talmente simpatici che li prenderei a sberle.
- Sembra quasi che la festeggiata sia tu. - ridacchia Jonathan - Comunque ci hai messo poco, non ti preoccupare.
Sollevo lo sguardo.
- Non potevo nascere perfetta e puntuale; per fortuna, mi è stata data la perfezione. - gli faccio l'occhiolino.
- La puntualità fa parte della perfezione. - osserva Jonathan, il mio acuto interlocutore.
Lascio cadere la conversazione, soprattutto perché non vedo punto di vantaggio per me, e vado a salutare tutti.
- Auguri, amica mia! Che questi ventiquattro anni ti portino un pizzico di saggezza, la consueta buona salute e tanta felicità! - esclamo verso Leighton, fiondandomi poi ad abbracciarla.
Lei mi stringe forte e mi ringrazia di cuore.
- Oh, ho portato i regali. - sorrido.
Leighton annuisce, poi li prende e li posiziona sul divanetto che le sta di fianco.
Al tavolo ci sono anche Suzie, due ragazzi e Becky, la storica cameriera che affianca Leighton al bar. Mi domando chi siano.
Forse, se fossi riuscita a venire al compleanno di Leighton l'anno scorso, li conoscerei già. O forse no. Attendo che avvengano le presentazioni.
- Minnie, questi sono due miei amici che non credo tu conosca. - mi dice Jonathan, guidandomi per il braccio verso i due sconosciuti.
- Questo è Bryan, lavora con me in pasticceria. Lui invece è Michael e nella vita si occupa solo di fare jogging e molestare le ragazze in palestra. - mi informa.
Ridacchio e faccio per dare un bacio sulla guancia ad entrambi, ma loro ricorrono teatralmente al baciamano. A quel punto, arrossisco.
- Lei invece è Minnie. Meno la toccate, più sarete al sicuro. - conclude Jonathan.
Alzo gli occhi al cielo.
I due amici, dal canto loro, sollevano le mani in segno d'innocenza.
Durante la serata ho modo di chiacchierare con loro e ridere alle battute che circolano nella loro area del tavolo, mentre Leighton, Suzie e Becky spettegolano di una certa Holly, conoscenza in comune di tutte e tre.
- Ma quindi state insieme o cosa? - butta lì ad un certo punto Bryan, spavaldo.
Colta di sorpresa, boccheggio per qualche istante. Poi mi volto a guardare Jonathan.
Lui, più lento a riprendersi, si gira invece per incrociare il mio sguardo.
- Non lo sappiamo, suppongo che ne parleremo. - dice, cauto.
Annuisco, in totale approvazione.
Ne parleremo, eccome se ne parleremo.
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Prima si arrabbiava perché Jonathan era troppo deciso sulla questione, ora perché tentenna. Non ne combinerà mai una giusta, secondo lei 😂
Love you 🍰
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Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)
RomanceMinnie non potrebbe essere più diversa da Jonathan, acida lei e dolce lui, ironicamente pasticcere, eppure sono attratti l'uno dall'altra: peccato che a minare il loro rapporto intervenga il passato...