29 - Braid

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Liam non si farà vivo in azienda fino a lunedì, questa è la notizia che ho appena ricevuto direttamente dalla mia preziosissima amica Suzie.

Il compleanno di Leighton è stasera, questa è la constatazione tragica che ha acceso il mio cervello dieci minuti fa, subito dopo aver spento la sveglia. Jonathan passerà a momenti con la colazione... E un'idea su cosa fare stasera.

Il fatto che io sia agitata mi porta a non essere del tutto lucida e fare le cose di fretta e, di conseguenza, farle male. Ne deriva che non mi va bene niente e, di conseguenza, mi sale il nervoso. Come non potrebbe? 

Ravvivo i capelli: fanno schifo.

Raccolgo le ciocche che mi incorniciano il viso di solito: non mi piacciono.

Provo altre trecentomila acconciature e nessuna mi aggrada.

Il suono del campanello rende concreto il ritardo a cui sto andando incontro, se non risolvo in fretta il problema capelli.

Corro ad aprire e la mia espressione frustrata trova immediata comprensione nello sguardo di Jonathan.

- Cosa succede? - domanda, pacato.

Il mio grugnito poco femminile lo avverte che la situazione è particolarmente delicata.

Non mi fa pressioni e lo apprezzo.

- Non so come sistemare i capelli. Sono odiosi stamattina. - mi decido a comunicargli.

Lui, intanto, ha portato i saccottini al cioccolato per colazione e fa un cenno verso la cucina.

- Meglio fare colazione, prima. - suggerisce.

Non protesto e mi trascino in cucina, dove la luce grigia mi mette più di malumore del solito.

Perché non sono nata in un Paese soleggiato per buona parte dell'anno? Magari in Spagna, Italia, Grecia... No, in Inghilterra, dove piove sempre ed è tutto umido da far schifo. 

- Potrei farti una treccia. Leighton mi ha insegnato a farla tanto tempo fa. - propone Jonathan, d'improvviso.

L'idea non mi sembra malvagia.

- D'accordo. Se non viene bene, sappi che riverserò tutto il nervoso su di te. - lo avverto.

- Come sempre, d'altronde. - ridacchia lui.

Poggio la tazza vuota sul tavolo e lo fisso.

- Con questo cosa intendi dire? Che sono sempre incazzata?

Jonathan solleva le sopracciglia e le sue labbra prendono la forma di un lieve sorriso.

- No, tu mi fraintendi. Sei sempre così tenera e coccolosa! - mi canzona.

- Ah-ah, ridi pure! Senti, pensa piuttosto a cosa fare stasera per il compleanno di Leighton. 

Jonathan ci riflette e intanto fa il giro del tavolo per prendere confidenza con la massa dei miei capelli.

- Hai un elastico?

Vado a prenderlo e glielo porgo.

- Quindi? Che si fa stasera? - insisto.

- Dammi tempo... Avevo pensato al bowling, ma non ne sono convinto. Penso che finiremo in discoteca, come al solito quando si tratta di lei. - riflette ad alta voce.

Annuisco.

Leighton adora ballare, bere alcolici e cantare ritornelli di canzoni disco sulla pista da ballo. È il genere di serata che, per lei, equivale al divertimento. 

Mentre mi convinco che sia la scelta giusta e faccio mente locale sulle discoteche migliori in zona, le dita di Jonathan manovrano delicatamente le ciocche dei miei capelli e sono quasi tentata di chiedergli un massaggio prima o poi. La sua abilità nel lavorare manualmente è tangibile.

- Per la torta, invece, che progetti hai? - domando.

- Et voilà, la treccia è fatta! - esulta.

Mi alzo, mi posiziono di spalle rispetto allo specchio del bagno e tengo in mano uno specchio portatile, in un'angolazione che mi consente di vedere il riflesso della treccia. 

Riconosco la treccia alla russa, o così la chiama mia madre, cioè quella che parte dall'alto e coinvolge sempre più ciocche man mano che si scende, fino ad arrivare alla nuca e averle intrecciate tutte: essendo i miei capelli piuttosto lunghi, la treccia prosegue praticamente fino a metà schiena.

- Grazie, è bellissima. - mi rivolgo a Jonathan.

Lui sorride, poi assume un'aria divertita. - Sono troppo scontato se dico che tu sei bellissima?

- Abbastanza, - ridacchio - ma grazie di nuovo.

L'acconciatura particolare di oggi, rispetto al solito, mi fa venir voglia di eseguire un trucco diverso dal solito. Così, sfumo un ombretto color terra sulle palpebre superiori, un po' di blush rosato sulle guance e applico un lucidalabbra magenta per dare una nota di colore decisa alla mia immagine. 

Indosso una abito nero a fiorellini rosa, stretto in vita e scivolato sulla gonna, lungo fino al ginocchio, e un cardigan aperto di un colore simile al mio rossetto, ma che tende maggiormente verso il rosso.

Quando passo davanti a Jonathan, noto un bel sorriso sulle sue labbra. Non è uno di quei sorrisi da "dove pensi di andare vestita così?" o da "è illegale farti uscire di casa" oppure da "non sai cosa ti farei se non dovessi andare al lavoro". È uno di quei sorrisi che ti fanno capire che il tuo sforzo per mettere in piedi un outfit studiato è stato apprezzato, che in queste vesti sei più carina del solito e che, anche se ci fosse Miss Mondo lì vicino, non ti toglierei gli occhi di dosso, perché anche se non sei la più bella del mondo a titolo ufficiale, lo sei per me e, in questo momento, gli altri non contano. È uno di quei sorrisi che ti scaldano il cuore.

- Quindi? La torta? - lo riscuoto.

Jonathan ci mette un attimo a riprendersi.

- La torta? Ah, sì, la torta... Oh! Quando arrivo in pasticceria, preparo subito gli strati di pan di Spagna e la crema pasticcera, poi mi occupo della panna che metteremo sopra, la crema al cioccolato e le decorazioni. - risponde.

- E il lavoro normale che dovresti fare per la pasticceria?

- Mi coprono gli altri, tanto non è un periodo molto intenso questo. Posso benissimo occuparmi della torta di Leighton. E poi, lo farei comunque: è mia cugina! - spiega Jonathan.

Annuisco e gli sorrido, poi mi avvicino per stampargli un bacio sulla guancia e mi dirigo verso la porta dell'appartamento.

Jonathan sembra interdetto.

Il mio sorriso si amplia e mi decido a salutarlo, al che lui alza il braccio e ricambia con un cenno della mano.

Perché ho l'impulso di scoppiare a ridere a crepapelle?

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Meno male che esiste Jonathan, per Minnie 😂

Love you 🍰

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora