- Io ti odio immensamente, Leighton.
- No, tu... tu mi ami. Mi ami tanto. Come Michael Jackson. Sai che mi ha detto... Mi ha detto che mi ama a San Valentino! - blatera la mia amica, ubriaca fradicia, tra un singhiozzo e l'altro.
Alzo gli occhi al cielo.
- Michael Jackson è morto quasi dieci anni fa.
Leighton scoppia a ridere, come se avessi fatto la battuta più divertente del mondo. Peccato che io abbia constatato un fatto reale.
- It's close to miiidnight and something evil's lurkin' in the daaark...
Leighton inizia a cantare e non è per niente intonata.
- Under the mooooonlight you see a sight that almost stops your heaaart... You try to screeeam...
La fisso sconcertata.
- But terror takes the sound before you make it
You start to freeeeeze as horror looks you right between the eeeyes,
You're paralyzed...- Leighton, aspetta di arrivare a casa prima di... - tento di interromperla.
- 'Cause this is thriller, thriller night! - grida lei, invece.
Le metto una mano davanti alla bocca e percorro a fatica il breve tratto di strada che ci separa dal nostro palazzo. Leighton sa essere difficile da gestire quando è ubriaca e, stanotte, è davvero presa bene.
- Thriller, thriller night! - riesce ad urlare, non appena la mollo un attimo per chiudere la porta del palazzo.
Si improvvisa Michael Jackson e balla a ritmo con la canzone che sta cantando, ovvero Thriller. Provo a farla smettere, ma non riesco a prenderla né a farle capire che mi deve dare ascolto.
Allibita, tento comunque di portarla in casa mia, ma lei reclama il suo appartamento.
- Vieni, Leigh, ti cedo il letto. - le propongo.
Si mette seduta sul pavimento, incrocia le braccia e scuote energicamente la testa.
- Non puoi andare a casa tua. A chi ti rivolgi in caso d'aiuto? - domando.
Si guarda un attimo attorno, poi inizia a piagnucolare come una bambina di tre anni.
Le parole che cerca di articolare escono confuse, a versi e lagne.
- D'accordo, ti porto a casa tua. Però mi metto sul divano, così se hai bisogno ti aiuto. Okay? - contratto.
Fa cenno di sì con la testa e marcia verso il suo appartamento.
Estraggo le chiavi dalla sua borsa e apro la porta. L'appartamento è buio e silenzioso, e non appena accendo la luce emerge il disordine. Leighton non è esattamente il tipo di persona che passa le ore con l'aspirapolvere in mano e gli oggetti in mano da mettere al proprio posto. Opta per lasciarli lì dove sono.
Riesco a farla sdraiare nel suo letto e, per fortuna, non vomita.
Io mi sdraio sul suo divano e, stanchissima, mi addormento con la sensazione delle gambe pesanti e la testa leggera. Mentre Kyle parlava di affari, infatti, io pensavo al prossimo colore di rossetto da acquistare, a com'erano brutti i brillantini verdi sul vestito della bionda di fronte a me, a quanto tempo era trascorso dall'ultima volta che il vecchietto in fondo si era fatto la barba. Ne era trascorso tanto, sicuramente.
Ogni tanto rifilavo a Kyle qualche osservazione generica, che avrebbe dovuto fargli capire che non ero interessata a continuare il discorso, ma che invece accendeva in lui nuovi modi per dirottare la conversazione. O, meglio, il monologo raramente interrotto.
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Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)
RomanceMinnie non potrebbe essere più diversa da Jonathan, acida lei e dolce lui, ironicamente pasticcere, eppure sono attratti l'uno dall'altra: peccato che a minare il loro rapporto intervenga il passato...