JONATHAN
Per ora procede tutto bene. Minnie sembra contenta e non si fa problemi a parlare di tutto ciò che le passa per la testa, a partire dall'oscenità del verde acido sul cappotto di una vecchietta per arrivare all'animale che dovrebbe diventare di moda quest'estate, dopo la notorietà dei fenicotteri rosa.
D'altronde, è stata aperta fin dall'inizio. Non ha mai avuto paura di parlare, di qualsivoglia argomento. Forse è stata anche la sua indole estroversa e diretta ad avermi colpito.
Sono stufo di essere preso in giro da quelle che hanno la reputazione da ragazza perfetta e poi tradiscono o si dimostrano diverse da come apparivano in partenza. Voglio l'autenticità. E, forse, è anche per questo che mi sto impegnando tanto per piacerle: Minnie non potrebbe essere più autentica di così. Mi apre la porta alle otto del mattino, quando non ha un filo di trucco in viso e non ha nemmeno pettinato i capelli. Non fa la falsa dichiarando di essere attenta alla linea per poi piluccare il mio piatto: riempie il suo senza esitazioni e sazia il suo appetito, senza porsi il problema di darmi fastidio.
Inoltre, è palese che non abbia niente da nascondere. Spesso mi sveglio sul divano di casa sua a mattino inoltrato, da solo, libero di curiosare. Non lo faccio, perché lei si fida di me e io non voglio invadere la sua privacy. Mi sono limitato a registrare la disposizione degli spazi e degli oggetti, senza aprire cassetti e armadi. Ho visto qualche sua foto in salotto, dov'è ritratta nel corso degli anni, dapprima adorabile e carina e poi sempre più attraente e matura. Anche il fatto che non si sia mai tinta i capelli, come dimostra il colore rosso immutato dai primi scatti, mi piace, non so spiegare bene perché.
Se c'è qualcosa che mi ha nascosto, credo che sia la storia dell'ex fidanzato, spuntato a caso davanti al suo appartamento stamattina. Sono sicuro che sia stata Leighton a convincerla a raccontarmi tutto, ma apprezzo che non abbia aspettato troppo e si sia fatta coraggio. Non è semplice rievocare tratti dolorosi del proprio passato.
E, a proposito, quel che mi preoccupa del suo ex è che sia tornato, probabilmente convinto di poter ricostruire il rapporto che avevano. Un moto di furore mi infuoca tutto: dal nostro primo incontro sono stato colpito da lei e fino adesso mi sono fatto in quattro per dedicarmi a lei, conciliando il lavoro, le commissioni e gli amici; non accetto che questo bellimbusto con la laurea torni dall'Australia fresco fresco e pretenda che tutto torni com'era.
Porto Minnie alla pasticceria dove lavoro, un luogo a cui sono affezionato. La mia passione per la pasticceria è nata da quand'ero bambino, durante i pomeriggi che passavo da mia nonna a preparare impasti freschi e confetture per i dolci da forno fatti in casa con lei. Credo che i movimenti che compio tutt'ora quando lavoro la pasta siano gli stessi che mi ha insegnato lei tanti anni fa.
- Ta-dah! - esulto, aprendo le braccia in un gesto teatrale.
Lei si guarda attorno con quegli occhi verdi pieni di vita ed entusiasmo, i lunghi capelli rossi a fare da contrasto.
Un'altra caratteristica che mi piace particolarmente di lei è la sicurezza che ha in sé, sia interiormente sia esteriormente. Non esita ad affermare la sua volontà come non si lamenta della sua fisicità. Dice quel che le pare e indossa cosa le va, senza farsi troppi complessi in relazione alle altre. Ricordo di una ragazza che non la smetteva mai di ricordarmi quanto fossero perfette le modelle sui social, di quante ore passassero in palestra e cosa mangiassero... Come se avessi mai avanzato la pretesa di stare con un manichino. Io non mi vergogno di dire che preferisco un fisico formoso. Degli addominali di una ragazza mi interessa ben poco.
- È un bellissimo posto! Fossi in te, sarei contenta di passare le giornate qui dentro, tra un mattarello e uno stampino. È accogliente. - commenta Minnie.
- Sì, mi piace stare qui. Usiamo anche il forno, sai? I dolci crudi non ci piacciono. - ironizzo.
Minnie si gira e mi fa una smorfia.
- Neanche a me, per fortuna. Sono ancora normale, per certi versi. - ridacchia.
Scuoto la testa, divertito.
Minnie inizia a girare per il piccolo spazio delimitato dalle pareti e dal bancone, le cui vetrate offrono un'ampia visuale dei dolciumi in vendita. Le pareti rosse riprendono esattamente lo stesso colore delle piastrelle a scacchi non bianche; qua e là l'ambiente è tappezzato di quadretti con riconoscimenti e premi, immagini figurative dei dolciumi e fotografie commemorative di eventi festeggiati con torte particolari.
- Quindi, dov'è il mio dessert? - domanda poi la ragazza.
Diretta, come sostengo sempre.
- Seguimi. - le faccio l'occhiolino.
Supero l'ostacolo apposto per non consentire ai clienti di accedere al bancone e lo percorro, poi apro una porta e conduco Minnie nella cucina, il vero luogo di creazione dei nostri dolci.
Accenno velocemente alle diverse aree della cucina e a ciò che normalmente si trova, ma non scendo troppo nei dettagli perché si annoierebbe a sentirmi nominare strumenti mai visti, alcuni di derivazione italiana e francese, non semplici da pronunciare.
Tuttavia, Minnie è nella veste curiosa e affascinata di sé, il che la rende affascinante. Mi rende fiero del mio lavoro e della mia passione.
Da un ripiano al di sotto del tavolo su cui si lavora, estraggo delicatamente un'alzatina per dolci a due piani, su cui ho disposto attentamente il dessert che Minnie attende con tanta frenesia.
- Si chiamano Dolci Sospiri: sono originari di una cittadina italiana, molto delicati nel gusto. Quella che vedi sopra, tutta bianca, è la glassa di zucchero, che ricopre l'impasto sottile: dentro c'è la crema pasticcera. Forza, assaggia.
Lei mi guarda, stupita, e allunga lentamente la mano.
Nel momento in cui morde il dolcetto, non posso fare a meno di immaginare come sarebbe baciare quelle labbra rosee che ora sfregano sulla glassa candida. Credo che non si renda conto di quanto sia sensuale il semplice atto che ha appena compiuto.
- Che delizia... - commenta poi, chiudendo gli occhi per assaporare a fondo.
Sorrido e ne mangio uno anch'io. Sono venuti bene, per fortuna.
Minnie ne mangia tre per intero, estasiata, e io non riesco a levarle gli occhi di dosso. Mi trasmette un appetito di natura diversa dal suo.
- Ora, so di essere una gnocca da paura, ma puoi anche non fissarmi. Voglio dire, mica mi vuoi mangiare?! - scherza, altamente autoironica.
- Bella lo sei davvero e, chissà, magari anche buona. Mi lasci assaggiare? - ribatto, sulla stessa lunghezza d'onda.
Alza un sopracciglio.
- Nei tuoi sogni, caro. - mi fredda, pur sempre in tono simpatico.
Ah, in quelli non c'è dubbio.
__________
Ecco il punto di vista di Jonathan! Come vi è sembrato?
Love you 🍰
STAI LEGGENDO
Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)
Storie d'amoreMinnie non potrebbe essere più diversa da Jonathan, acida lei e dolce lui, ironicamente pasticcere, eppure sono attratti l'uno dall'altra: peccato che a minare il loro rapporto intervenga il passato...