4 - Chat

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Incredibile come il cibo renda felici le persone. O, meglio, il buon cibo.

Le pizze che il cameriere ci ha portato erano buonissime, calde e fragranti, e le avrei pagate anche il doppio di quanto costavano. In realtà, non ho pagato io, ma se fossi stata io ad aprire il portafoglio, non mi sarebbe dispiaciuto.

Jonathan non ha neanche tentato di intavolare il dibattito su chi dovesse pagare il conto: deve aver capito che fa parte della galanteria di base non calcolare nemmeno l'opzione che io paghi.

Siamo usciti dalla pizzeria felici e sorridenti, con il cameriere che ridacchiava su quanto fossimo strani come coppia e augurava Jonathan buona fortuna. Di fortuna ne ho bisogno io, che devo istruirlo in ogni campo!

Chiacchiere inutili su cibo ed esperienze culinarie a parte, Jonathan si è rivelato un ottimo interlocutore.

Mi ha chiesto della mia famiglia e gli ho risposto abbastanza vagamente, dicendo che mio fratello è attualmente ospite di un amico a Parigi e che i miei genitori abitano in una cittadina tranquilla a breve distanza da Londra.

È passato poi ad una domanda sul lavoro e l'ho informato sul ruolo di contabile d'azienda che mi consente di vivere da sola senza difficoltà e gli ho parlato delle colleghe piuttosto oche con cui mi trovo ad aver a che fare ogni giorno. Con tutti i bei ragazzi freschi di laurea che passano dagli uffici della consulenza, è difficile per loro cambiare atteggiamento. In un certo senso, è per questo che Liam ha detto di avermi notata: sono diversa. Inutile dire quanto fossero invidiose che un ingegnere aeronautico avesse deciso di dedicare a me tante attenzioni. Al posto loro, forse, lo sarei stata anch'io: oltre ad essere estremamente preparato e professionale, Liam gode anche di un bell'aspetto. È decisamente attraente.

A Jonathan non ho parlato di Liam.

Mi sembra inopportuno toccare quell'argomento e mi piacerebbe non affrontarlo mai con lui.

Ci siamo persi poi a parlare di università: Jonathan ha mollato medicina prima ancora di frequentare i corsi perché ha scoperto di essere appassionato di pasticceria.

Scelta nobile, devo dire. Non tutti avrebbero seguito il cuore, di fronte all'opportunità di laurearsi in medicina e ottenere un lavoro ben pagato.

- Quindi domani mattina mi porti una brioche appena sfornata? - butto lì.

- La pasta brioche è laboriosa da preparare... Ma per te mi alzerò ben prima del sorgere del sole. Avrai la tua brioche appena sfornata. A proposito, a che ora ti alzi al mattino? - domanda.

- Otto.

- Inizi a lavorare alle otto e mezza?

- No, il mio ufficio apre alle nove. - lo correggo.

Jonathan annuisce.

- I tuoi ritmi di vita partono in ritardo fin dall'inizio, quindi. - commenta.

- Da sempre. - sorrido amabilmente.

- Avrai la tua brioche alle otto in punto. O forse un po' dopo... Ci metti molto a lavarti la faccia e camminare fino alla porta?

Gli lancio uno sguardo di sfida.

- Moltissimo...

Scoppiamo a ridere entrambi e ci accorgiamo di essere praticamente arrivati a casa.

È strano rendersi conto di abitare nello stesso palazzo.

Liam diceva sempre di voler acquistare una casetta dove il caos cittadino non disturba, ma io non mi sono mai dichiarata troppo d'accordo.

In un certo senso, mi piace trascorrere le giornate dove tutto pullula di vita. Ovunque io vada, ci sono persone che camminano, corrono o utilizzano i mezzi pubblici; persone che parlano e urlano, che entrano ed escono dai bar o adolescenti in giro. Se abitassi in una zona morta, finirei per cedere e mi sentirei un po' morta anch'io. La sensazione non mi piace.

- Senti, ma è normale voler...

Mi riscuoto dai miei pensieri e guardo Jonathan, con la fronte corrugata.

- Eh? Non ho sentito.

- No, niente. - si smentisce.

Quando torno nel mio appartamento, mi metto comoda con un maglione morbido e un paio di pantaloni da tuta, poi mi sdraio a pancia in giù sul divano e apro il mio portatile.

La serata trascorre fra video e foto, ma soprattutto messaggi con Leighton.

E se ci penso, mi fa uno strano effetto sapere di essere uscita con suo cugino, ma non vedo perché farmene una colpa: sembra carino e gentile, con la testa sulle spalle e non ha niente che mi suggerisca di non fidarmi.

Mi resta solo una domanda: cosa intendeva con quel "ma è normale voler..."? Cosa voleva?

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Qualcuno mi porta una brioche fresca, calda e fragrante al mattino? La accetto anche se non siete Dylan O'Brien!

Love you 🍰

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora