5 - Brioche

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Il lunedì mattina è un trauma per moltissime persone e io mi considero parte integrante della categoria più sfigata di esse: arrivano tonnellate di fogli nuovi da esaminare, smistare e considerare secondo i conteggi della settimana precedente. A fine mese, inoltre, c'è lo stress del bilancio dei trenta giorni e oggi è il ventinove gennaio, il che significa che è meglio se inizio oggi a smaltire il lavoro che dovrò fronteggiare domani.

Ma si tratta anche di un lunedì diverso dagli altri: Jonathan mi porterà una brioche appena sfornata, preparata con le sue mani. Non aspetto altro per cominciare la giornata più carica.

Intanto spengo la sveglia, mi alzo dal letto e vado a lavarmi la faccia. Mi avvolgo nella vestaglia di pile più calda che ho, tutta rosa con i cuoricini rossi, e apro gli scuri. Non tento nemmeno di mettere mano ai capelli. Il tempo di accendere la macchinetta del caffé e il campanello suona.

- Buongiorno. - accolgo Jonathan con un sorriso.

- Buongiorno a te... - ricambia, squadrandomi - Bella vestaglia.

- Grazie.

Lo guido in cucina e lui poggia il vassoio sul tavolo bianco. Un anonimo tavolo bianco che improvvisamente non mi piace più.

Sollevo il coperchio del vassoio e rimango stupita: ci sono ben tre brioche!

- Vuoi farmi ingrassare, per caso? - scherzo.

- In realtà non sapevo se preferivi il cioccolato o la crema. Sospetto il cioccolato, però. Oh, e una è per me. - sorride.

Mi giro per preparare il caffé e ne preparo uno anche per lui.

- I tuoi sospetti sono fondati. - confermo.

Prendo la brioche al cioccolato e dal primo morso mi perdo nella perfezione della pasta, croccante all'esterno e morbida all'interno, e nel caldo e gustoso cioccolato.

Sorseggio poi il caffé.

- Il caffé è molto buono, complimenti. Persino meglio di quello di Leighton. - ridacchia Jonathan.

Ci metto qualche attimo a capire l'ilarità della battuta, ma poi ricordo che Leighton è una barista.

- Il mio ego ti ringrazia, ma Leighton ti ammazzerebbe. - ridacchio.

Jonathan fa segno di zittirmi.

- Ma lei non lo verrà mai a sapere... - sussurra.

- Perché tu mi porterai tante brioche. - aggiungo io.

- Mmh. Sicura che poi non ingrassi? - obietta.

Gli scocco un'occhiataccia.

- Come non detto. Brioche ogni volta che vuoi, mia signora. - si piega alla mia vena intimidatoria.

Torno a sorridere ampiamente. - Siamo d'accordo, allora!

Lo lascio in cucina a finire di far colazione e vado a prepararmi per andare in ufficio.

Traffico tra camera e bagno per dieci minuti prima di scegliere cosa indossare e poi chiudermi in bagno a occuparmi di trucco e capelli.

Con il trucco ho sempre avuto vita facile, perché la mia pelle non ha mai manifestato più di un paio di brufoletti durante l'adolescenza, soprattutto quando mi arrivava il ciclo, e non amo nascondere le lentiggini. I capelli, invece, ogni tanto necessitano di un colpo di piastra perché, essendo molto lunghi, tendono a formare pieghe durante la notte.

Quando sono pronta, passo dalla cucina per mettere via le tazze della colazione e lasciare l'ambiente in ordine e la trovo vuota. Jonathan si è disteso sul mio divano e sembra stia dormendo.

Vado a prendere una coperta e lo copro, poi afferro chiavi e telefono e li faccio scivolare in borsa mentre esco.

Teoricamente, avrei dovuto svegliarlo e farlo uscire dal mio appartamento, ma mi sembrava davvero stanco e immerso nel sonno e non volevo disturbarlo. Chissà a che ora si è alzato per preparare le brioche per me.

Salgo sulla mia auto e mi immetto nel traffico della Londra mattutina, causa di ritardi perenni sul lavoro. Oggi, stranamente, impiego meno tempo del solito ad arrivare in ufficio, il che mi rende singolarmente puntuale. Non lo sono mai, in caso non fosse chiaro.

Trattandosi del mio ufficio personale, però, devo rispondere agli ordini di persone che si preoccupano di altri dalle due del pomeriggio in poi, perciò i ritardi che effettuo sono esclusivamente a mio danno, perché entro l'ora di pranzo devo presentare il mio operato indipendentemente dall'ora a cui risale il suo inizio.

Saluto tutte le oche presenti sul piano e inizio ad organizzare il materiale. Come previsto, c'è già una valanga di fogli di cui occuparsi.

Trascino tutto fino all'ora di pranzo: solitamente mangio in compagnia di Suzie, una delle segretarie dei piani alti con cui ho avuto strettamente a che fare da settembre a novembre dell'anno passato da poco, una più sveglia di molte altre qui dentro in pratica, e qualche volta si aggiunge a noi Leighton, che stacca a quell'ora il lunedì e il giovedì.

Casa mia non è lontanissima, ma non mi piace fare le cose di fretta e poi sarei sola, quindi preferisco questa alternativa.

Quando stavo con Liam, mangiavamo insieme un pranzo in settimana, spesso il venerdì, e due cene, una delle quali era sempre la domenica.

- Pronta? - domanda Suzie, alla soglia del mio ufficio.

Alzo gli occhi e noto subito qualcosa di diverso nel suo aspetto.

La osservo qualche secondo per capire cosa.

- Sei stata dalla parrucchiera! Bello il nuovo taglio, decisamente fresco e rinvigorente. - commento, fissando la lunghezza ridotta alle spalle e alcune ciocche bionde schiarite.

- Sì, Tanya ha fatto un buon lavoro, grazie. - sorride.

Suzie ha un anno in meno di me, ma è un bel tipetto, sia esteriormente sia interiormente. Adoro come non nasconda commenti velenosi sulle nuove arrivate con alte pretese con me. C'è talmente tanta invidia in questo palazzo, soprattutto al piano sottostante quello dove lavoro io, che è impossibile non percepirla. Sa di cattiveria.

- Bene, lascio questo mucchio di fogli qui e proverò a trovare un senso ai grafici più tardi. Ora è tempo di recuperare energie. - mi rivolgo alla mia collega.

In realtà, spero di non lavorare nella contabilità a vita. È un lavoro stressante e le scadenze temporali incombono sempre, creando ansia inutile.

Mi allontano da quel caos e mi dirigo verso ciò che rende felice ogni essere umano sulla Terra che può permetterselo: un buon pranzo.

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Io più che un pranzo vorrei una bella pasticceria a mia disposizione per merenda 😂

Love you 🍰

Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora