La mia corsa in giro per Londra termina con gli scalini del palazzo dove abito saliti due a due, in tutta fretta.
Trovo Jonathan alle prese con il cellulare e un vassoio coperchiato retto sull'altra mano, di fronte al mio appartamento.
- Buongiorno. - lo saluto, con fiatone.
- Oh, buongiorno. Stavo appunto per chiamarti. - abbozza un sorriso.
Avanzo verso la porta ed estraggo le chiavi dalla borsa per aprirla.
- Quindi, cosa mi hai portato stamattina? - domando, curiosa.
Sento profumo di cioccolato... E burro. C'è anche qualcos'altro che emana dal vassoio, ma non saprei identificarlo.
Jonathan entra al mio seguito e poggia il vassoio sul tavolo della mia cucina.
Solleva il coperchio con tutta la teatralità di cui è capace.
- Crostatine? - domando, sorpresa.
Non mi sarei mai aspettata delle crostatine per colazione. Solitamente, le catalogo come adatte alla merenda pomeridiana.
- Non sono semplici crostatine. Ho modificato la ricetta della pasta frolla e la crema è a base di Nutella. Assaggia.
La descrizione di Jonathan ha svegliato in modo particolarmente acuto il mio appetito.
Allungo una mano e prendo la crostatina. La avvicino al naso per annusarla, memorizzo il profumo paradisiaco di ingredienti dolci e prelibati combinati insieme e lancio un'occhiata al pasticcere.
Mi osserva con trepidazione.
Finalmente, addento la crostatina.
Un'esplosione di sapori dolci sapientemente dosati fa gioire le mie papille gustative.
- Oh mio Dio, penso di non aver mai mangiato qualcosa di così buono. - mormoro, mandando giù il boccone.
Ora come ora, mangerei centinaia di crostatine come questa.
Jonathan sorride, fiero di sé.
- Ottimo lavoro, pasticcere del mio cuore. - lo elogio, battendogli il cinque.
- Meno male che lo riconosci... - scherza.
Scuoto la testa ridacchiando e finisco la crostatina, poi ne mangio altre due.
Fortunatamente, ne ha preparate abbastanza per soddisfare la mia ingordigia. Credo che lo sposerei.
- Grazie per le crostatine, ora devo proprio andare, altrimenti faccio tardi. - mi scuso.
Jonathan esita.
- Vuoi che ti accompagni?
- Non credo ce ne sia bisogno... - rifiuto.
Annuisce rapidamente.
- Se preferisci che ti accompagni o che ti venga a prendere, mandami un messaggio e volo. - si propone.
Gli faccio un sorriso di ringraziamento. È molto dolce e premuroso da parte sua.
- Ah, ehm... Per il compleanno di Leighton, pensavo di organizzare una festa a sorpresa. Ti va di aiutarmi? - mi trattiene.
Aggrotto la fronte.
Il compleanno di Leighton non è... ?
- So che è venerdì, ma penso sia bene iniziare a pensarci. - aggiunge Jonathan.
Cazzo!
È venerdì?! Non ho pensato ad un regalo!
Che stordita.
Lo appunto come incarico da assolvere il prima possibile. Oggi stesso, se posso.
- No, hai ragione, non è troppo presto per organizzarci. Tra una cosa e l'altra, inizio a pensarci anch'io e ti aggiorno stasera. - concordo.
Saluto Jonathan con un bacio sulla guancia e mi fiondo fuori, realizzando che arriverò certamente in ritardo.
Il traffico di Londra non mi aiuta, ma non ci contavo. Quando mai.
Giunta in azienda, corro in ufficio e richiamo l'attenzione di metà dei dipendenti. Oops.
- Minnie, ti cercavo. - mi insegue il mio capo.
Oh, Santo Cielo. Non iniziamo da subito con lo stress!
Mi volto lentamente, per avere il tempo di apparire normale, e attendo ulteriori spiegazioni.
- L'ingegnere non è pienamente soddisfatto della contabilità... Ti va di riceverlo un'altra volta e andargli incontro? - chiede, poi abbassa la voce - Si tratta di un affare importante.
Trattengo l'impulso di alzare gli occhi al cielo.
Cosa diavolo vuole ancora da me Liam?
Fisso il mio capo con sguardo truce.
Non può avanzare una richiesta simile.
- Minnie, per favore. Accontentalo e non dimenticherò del tuo gesto gentile. - insiste, come a voler sottintendere "visto che non ne compi molti".
Sospiro. Cosa dovrei dirgli? "No, mi rifiuto perché si tratta del mio ex e il problema non è la contabilità"?
- D'accordo.
- Puoi riceverlo adesso? - domanda il mio capo, speranzoso.
Gli scocco un'occhiata incendiata.
- Okay, forse è meglio di no. Domani, però, fallo. - decreta.
Acconsento, forzatamente, poi entro nel mio ufficio e sbuffo rumorosamente.
Odio ricevere pressioni fin da subito.
Il telefono del mio ufficio inizia a squillare.
- Sì, pront...
- Minnie! Perché non vuoi vedermi, oggi?
Non ci posso credere.
La voce fastidiosa di Liam risuona metallica attraverso la cornetta e mi viene voglia di mettere giù senza aggiungere niente.
La mia sopportazione ha un limite.
- Ho del lavoro da fare, ciao.
- Senza di me, perdi il lavoro. - sputa, tagliente.
Questa mi è nuova.
- Smettila di ciarlare, ciao.
Faccio per mettere giù di nuovo, ma la sua voce mi blocca. Di nuovo.
- Hai due alternative, Minnie: o mi dai un'altra possibilità e ti tieni il lavoro, oppure dirò che a causa tua non sono convinto e faccio andare in fumo l'affare. Non è un affare importante? Il tuo capo non ha bisogno di te, se lo fai fallire.
Mi sta dando un aut aut. È un ricatto. Un fottutissimo ricatto.
Metto giù di getto.
E ora? Che faccio?
Meglio tenersi il lavoro e sopportare Liam o rinunciare al lavoro nella speranza che il mio ex mi lasci in pace?
__________
Secondo voi cosa farà?
Love you 🍰
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Sour, Sweet & Smart (#STYDIA)
RomanceMinnie non potrebbe essere più diversa da Jonathan, acida lei e dolce lui, ironicamente pasticcere, eppure sono attratti l'uno dall'altra: peccato che a minare il loro rapporto intervenga il passato...