«Ti ho già detto che ci devo pensare, Scott.»
«Ma Jeff, il tempo scorre, l'orologio segna le ore. Devo avere una risposta entro domani e lo sai; ti ho chiamato perché è preferibile che tu ce lo dica in anticipo. Ma si può sapere cosa ti passa per la testa?» disse una voce insistente attraverso il microfono del cellulare. Jeffrey sbuffò, in preda al nervosismo.
«Non è un bel momento Scott, okay? Non posso risponderti adesso. Non ora. Ti richiamerò io, semmai. Adesso ti prego di lasciarmi in pace. Domani ti comunicherò la mia scelta, se non prima, promesso.»
Riattaccò senza aspettare di ricevere una risposta. Ripose il cellulare nel taschino del cappotto e, frettolosamente, raggiunse con la mano sinistra il pacchetto di sigarette. Le portava sempre con sé per le emergenze, e ne accese una, portandosela alle labbra. Buttò fuori il fumo, inspirando avidamente, e con quel gesto liberatorio proseguì la sua camminata mattutina per le strade di New York.
Non era solito farlo, in genere. Da quando aveva smesso di lavorare assiduamente come un tempo, preferiva spendere le sue mattinate libere in compagnia della sua bellissima moglie. O perlomeno, ciò accadeva regolarmente fino a qualche mese prima. Jeffrey non si era accorto del preciso istante in cui Hilarie aveva cominciato a prendere le distanze da lui. Per lui fu terribilmente difficile dar retta alle teorie che lei sosteneva con tanta determinazione, eppure si trovava completamente disarmato di fronte alle sue accuse.
I primi sospetti di un'incrinatura nel loro matrimonio erano iniziati con la sua assenza costante da casa; mentre Jeffrey, sull'orlo del fallimento lavorativo, si trovava a passare sempre più tempo tra quelle quattro mura, la moglie sembrava aver completamente dimenticato la sua vita familiare. Usciva presto la mattina e rientrava tardi la sera, mandando solo qualche messaggio per comunicare il minimo indispensabile e lasciando il piccolo Augustus unicamente nelle mani del marito. Se ne preoccupava solo nei momenti in cui era presente, il che corrispondeva all'incirca a poche ore successive alla cena.
Fu un processo graduale che, dal verificarsi una volta a settimana, si ingigantì fino a diventare un fenomeno ricorrente ogni giorno. Inizialmente Jeffrey aveva pensato bene di lasciare i suoi spazi alla moglie; la situazione finanziaria della consorte era – come la propria, d'altronde – molto precaria, e lo stress dovuto a questo era stato artefice di alcuni disguidi tra i due. Questa apparente libertà che lui le lasciava, non faceva che aumentare a dismisura, finché lui un giorno non ebbe la determinazione di farglielo notare e di chiederle quale fosse il problema.
'Ma insomma, mi lasci tutto il giorno a casa con Augustus senza dirmi dove vai o cosa fai, pensavo che fosse un modo per te di sfogare lo stress ma lo stai facendo ogni santo giorno, Hilarie. Come mi dovrei sentire io al riguardo?'
'Tu? Come dovresti sentirti tu? Oh, non cominciare. Punto primo, non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio, tantomeno a te. Punto secondo, il motivo per cui sono stressata è che il mio lavoro va letteralmente a merda, Jeffrey. Ma oh, di chi sarà mai la colpa? La colpa è la mia che, attraverso la tua fama, unicamente attraverso la tua fama, sono riuscita a guadagnare piccoli ruoli sul grande schermo, e adesso che il tuo lavoro va a puttane per chi sa quale cazzo di motivo, sono io che devo rimetterci. E mentre tu non fai niente dalla mattina alla sera e perdi tempo davanti alla televisione, io mi do da fare per dare un futuro decente a mio figlio, e per salvare le sorti di questa famiglia, che ormai ho il forte dubbio possa rimanere ancora in piedi.'
Sentirla parlare così lo colse di sorpresa. Raramente gli era capitato di stupirsi tanto per qualcosa, ma le parole taglienti e crudeli della moglie lo colpirono in pieno volto.
'Ma ti senti quando parli, Hilarie? Di punto in bianco ogni contatto con me è stato reciso, non so per quale ragione, mi hai tagliato fuori da ogni cosa che fai senza nemmeno spiegarmi quale fosse il problema, e pretendi che adesso mi prenda tutte queste colpe senza controbattere? Non farmi ridere, le accuse che fai sono accuse serie, e non mi prenderò tutta la responsabilità di quanto sostieni. Sì, è vero, il mio lavoro è andato a puttane, ma se tu stai fuori tutto il giorno che ne sai di quanto mi do da fare io per recuperarlo? E Augustus, dici di volerlo aiutare per il futuro, ma se non sei mai a casa lo farai crescere senza madre, pensi che non se ne accorga? Chiede di te quando non ci sei, e per quanto io possa amarlo con ogni fibra del mio corpo, non potrei mai sostituire il tuo ruolo. Forse dovevi riflettere e parlarmene prima riguardo alla tua frustrazione, avremmo risolto il problema insieme senza metterci di mezzo Gus, e sicuramente non avremmo dovuto fare queste scenate, non credi?'
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You are my second chance || Jeffrey Dean Morgan
FanfictionJeffrey è un attore in piena crisi lavorativa causata da problematiche relative alla sua famiglia. Non trovandosi più sotto i riflettori, pensa che ormai abbia toccato il fondo. Nel momento peggiore della sua vita, riceve una telefonata inaspettata...