CAPITOLO 5

610 26 23
                                    

'Peccato', pensò Jeffrey una volta giunto al 13B. Lanciò un'occhiata veloce alla ragazza che stava occupando il posto che lui sperava di ottenere. Era rivolta verso il finestrino, eppure aveva un'aria familiare. L'attore scrollò le spalle, non dando importanza a questa sensazione, e si apprestò a sistemare il bagaglio a mano nel vano portaoggetti sopra il suo sedile.

Nel frattempo Maggie si era accorta di una presenza che stava per sedersi vicino a lei. Alzò gli occhi al cielo; era convinta che questo sarebbe successo, e si girò per un attimo a guardare lo sconosciuto. Non lo riconobbe sul momento, in quanto lui aveva le braccia possenti che gli coprivano parzialmente il volto. La ragazza tornò a concentrarsi sulla sua musica.

Nel momento in cui Jeffrey si sedette, la guardò nuovamente, riuscendo a scorgere bene i suoi lineamenti; quella sensazione di prima lo pervase nuovamente e un interrogativo comparse nella sua testa. 'Dove ho già visto questa ragazza?' si chiese. Sapeva di averla incontrata prima di allora ma proprio non riusciva a spiegarsi dove fosse accaduto e quando.

Nello stesso momento, l'identica intuizione colpì anche Maggie. Ripensò all'uomo guardato fino a poco prima, ai suoi movimenti, e si rese conto che c'era qualcosa di già visto, in lui. 'Ma cosa?'

Si voltò, notando che anche lui la stava guardando. Passò qualche secondo di imbarazzo, nel quale i due si fissarono con un'espressione stupita in volto.

«Ma tu non sei...?» balbettò Maggie, cercando di trattenere una risata nervosa. Nello stesso identico istante anche Jeffrey aveva aperto bocca per dire qualcosa, e quella situazione un po' strana li fece sorridere.

«Sì. Il tipo del bar.» rispose lui, pensando a quante fossero le probabilità di incontrare nuovamente quella ragazza, per di più sull'aereo che le avrebbe portati entrambi via da Los Angeles.

«Mi sembrava fossi tu! Assurdo.» esclamò Maggie. La sua testa era in completa confusione; quella sera, al bar, aveva sperato ardentemente di poterci parlare, o poterlo rivedere da qualche parte. Eppure sapeva che non sarebbe successo, perché insomma, sarebbe stata una coincidenza troppo grande. Adesso si trovava lì, seduta di fronte a lui, a quest'uomo sconosciuto che le aveva fatto palpitare il cuore un po' troppo velocemente. Improvvisa come una pioggia d'estate, l'attrazione indescrivibile che aveva provato nei suoi confronti la investì ancora una volta, facendole tremare leggermente il labbro inferiore.

'Non agitarti, Maggie. E' solo un uomo particolarmente bello, che è seduto vicino a te.'

«Già, mi fa piacere rivederti.» disse Jeffrey di rimando, sorridendo gentilmente. Non ricordava quanto fosse carina quella ragazza. Se l'avesse incontrata in un altro momento della sua vita, era sicuro avrebbe fatto qualcosa per provare a conquistarla. Ma non era il caso, e Jeffrey lo sapeva. Nonostante ciò, non ci sarebbe stato nulla di male nell'allietare il volo con una conversazione con lei. D'altronde, le sembrava una ragazza alla mano, seppur un po' riservata.

Proprio in quell'istante, il pilota annunciò la partenza dell'aereo, il quale dopo aver fatto il suo solito giro per la pista, si sollevò da terra per librarsi in aria. Jeffrey rabbrividì, provando quella sensazione fastidiosa che era solo uno dei tanti motivi per cui odiava l'aereo. Non voleva mostrarsi spaventato dalla situazione, per cui assunse un'espressione abbastanza tranquilla, seppur forzata; la sua mano destra stringeva forte il bracciolo del sedile.

Maggie, al contrario, sembrò quasi non rendersi conto dei movimenti dell'aereo; chiuse gli occhi lasciando appoggiare la testa; le piaceva godersi così il momento, paradossalmente era una sensazione che la rilassava. Amava viaggiare con quel mezzo di trasporto, e si rammaricava di non poterlo fare più spesso.

Una volta in cielo, l'aereo si stabilizzò, e con esso tutti i passeggeri. I due ripresero a guardarsi subito dopo, intenti a continuare la conversazione. Jeffrey non aveva più neanche una goccia di paura in corpo, e sentì tornare la sicurezza momentaneamente persa.

You are my second chance || Jeffrey Dean MorganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora