CAPITOLO 17 pt 2

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Jeffrey e Maggie giunsero infine ad Atlanta, recandosi all'auto noleggio da cui avevano preso in prestito la macchina utilizzata per quel viaggio fantastico.

Maggie osservò l'orario sul cruscotto della macchina, sfregandosi le gambe nude. Era quasi mezzogiorno, constatò, ritenendo che il viaggio di ritorno fosse stato più breve di quello all'andata; non avevano trovato poi molto traffico. Jeffrey sostò per un attimo davanti all'officina, spegnendo la macchina. Si voltò verso la sua piccola, e le sorrise un po' malinconico.

«E così siamo tornati in Atlanta.» affermò, tamburellando le dita sul volante.

«Già, siamo tornati alla normalità di sempre.» lo assecondò Maggie, carezzandogli un braccio.

I due erano perfettamente consapevoli del fatto che tornare sul posto di lavoro avrebbe significato riprendere quel gioco fatto di sguardi rubati e baci nascosti, di mascherare la realtà a tutti gli altri e non essere liberi di poter manifestare il proprio amore. La cosa poteva essere eccitante solo fino a un certo punto; dall'altra parte, era una gran scocciatura dover stare attenti ogni momento. Jeffrey avrebbe voluto poter afferrare Maggie così, quando lo desiderava, e stringerla a sé, baciarla, prenderla in braccio, senza che nessuno lo ritenesse strano o lo guardasse di cattivo occhio.

Maggie voleva tenerlo per mano, stuzzicarlo, ammirarlo, vantarsi con le altre donne della meraviglia che proprio lei aveva avuto la fortuna di conquistare. Voleva far sapere a tutti quanti quanto lo amasse, quanto avrebbe fatto per lui. Eppure, ciò non era possibile. Entrambi dovevano limitarsi a occhiate fugaci e a incontri passionali in luoghi nascosti allo sguardo di tutti.

Niente avrebbe potuto raggiungere la perfezione che era stata la giornata appena passata, perlomeno non lì, ad Atlanta, immersi in una folla di persone. Però, chissà... Magari avrebbero continuato a stare insieme anche durante la futura pausa dalle riprese. Era ancora troppo presto per formulare pensieri di questo tipo, ma sia Jeffrey che Maggie non potevano fare a meno di considerarla come opzione valida. Prima o poi, se la relazione avesse preso la giusta piega e se tutto fosse proseguito a gonfie vele, ne avrebbero parlato.

«Ehi, siete in perfetto orario!» disse una voce estranea fuori dall'abitacolo, rompendo l'atmosfera tenera che si stava creando tra i due.

Il loro sguardo intenso rivolto l'una verso l'altro si spezzò, ed entrambi scesero con prontezza dalla macchina, prendendo tutti i loro effetti personali. Il noleggiatore si trovava a pochi passi dall'auto; Jeffrey si ricordò solo vagamente del suo viso e lo salutò con un cenno della mano, mentre Maggie rimase dietro di lui, attendendo che terminasse.

Il tipo bonario si mise d'accordo con Jeffrey sul prezzo, dopo aver chiesto specificazioni sul viaggio fatto e sui chilometri percorsi, e l'attore pagò senza protestare. Gli aveva proposto un prezzo più che equo. Dopo poco tempo, l'uomo si mise alla guida della macchina noleggiata per riportarla nell'officina e li salutò caldamente, invitandoli a passare di nuovo, se ne avessero avuto la necessità.

Jeffrey si girò verso Maggie osservandola mentre lei, battendo un piede sull'asfalto, si guardava intorno con occhi quasi serrati a causa del sole abbagliante. Sembrava splendere di luce propria, pensò Jeffrey, e senza indugio la raggiunse in un passo, attirando la sua attenzione. Maggie lo guardò con interesse e gli sorrise.

«Dovremmo andare, adesso.» ammise la ragazza con riluttanza, scrollando le spalle.

«Sh... Ancora qualche minuto.» le disse Jeffrey con un'espressione di lamento, chiaramente esagerata, con le sopracciglia curvate e le labbra all'ingiù.

Maggie rise a labbra chiuse nel vederlo così e fece un salto in alto nel momento in cui Jeffrey la sollevò da terra, per agevolarlo. L'aveva presa per i fianchi e la tenne in aria fin quando non giunse ad un muretto rialzato, facendola poi sedere lì sopra. Le gambe piegate di lei erano in linea con il ventre di lui, e la ragazza le aprì per fare in modo che lui potesse attaccarsi al muretto in modo tale da stare più vicino possibile a lei. Jeffrey poggiò entrambe le braccia sulle cosce di Maggie e la guardò con desiderio.

You are my second chance || Jeffrey Dean MorganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora