«Tesoro, questa roba dove devo metterla?» disse l'uomo, rompendo il silenzio. Uscì dai tiretti del comò un paio di maglioni e li posò sul letto. Maggie non aveva proferito parola da quando erano entranti in stanza. Aveva gli occhi bassi e, ogni tanto, sospirava o tirava su con il naso. Jeffrey non aveva osato dir niente perché sapeva che, se l'avesse fatto, Maggie sarebbe scoppiata a piangere e questa, era l'ultima cosa che voleva accadesse.
Lei non rispose, guardò distrattamente i maglioni poggiati sul letto ed annuì.
Jeffrey notò le sue labbra tremare e sbuffò rumorosamente dal naso, socchiudendo gli occhi. «Meg...parlami...» sussurrò poi, sedendosi sul letto senza mai distogliere lo sguardo da lei. La ragazza strinse forte gli occhi, cercando di distrarsi ma, inevitabilmente, non ci riuscì. Lasciò cadere a terra gli indumenti che aveva in mano e scoppiò a piangere e, questa volta, senza alcuna vergogna. L'uomo si alzò, andandole incontro e la strinse. La strinse forte, cullandola fra le sue braccia. Quelle braccia che, per lei, erano tutto il suo mondo. Tutto ciò di cui avesse bisogno; ed ora, stavano per lasciarla. La paura di perderlo la sovrastava, come un'onda gigantesca che si scagliava sugli scogli. Le mancava l'aria. Le mancava lui.
«Non ce la faccio, senza di te.» ansimò lei, cercando di calmarsi, senza però riuscirci davvero. Poggiava la fronte sul petto e si stringeva quanto più poteva, come se volesse sparire dentro di lui. «Non credo di riuscirci, Jeffrey. Non sono...non sono abbastanza forte.» ammise, afferrando tra le dita la sua maglia da dietro la schiena.
L'uomo alzò gli occhi al cielo. Avvertì un formicolio al naso e, automaticamente, gli occhi si fecero lucidi. Lottò con tutto se stesso per cacciare indietro le lacrime e, per fortuna, vinse. Poggiò dolcemente le mani sulle sue spalle, allontanandola di poco dimodoché potesse guardarla negli occhi.
«Se così maledettamente bella, M.» cominciò, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Credo che tu sia troppo per questo mondo.» proseguì poi. Le lasciò un bacio dolce e delicato sulla punta del naso.
«No...perché non sarei quella che sono, se non ci fossi stato tu.» abbassò nuovamente lo sguardo, fissando un punto qualsiasi a terra. L'uomo le afferrò il mento con il pollice e l'indice e le sollevò il viso.
«Ti sbagli, sei tu che mi hai reso ciò che sono adesso. Sei tu, tra i due, quella che mi ha salvato...e dio solo sa che fine avrei fatto se, quella sera, non ti avessi guardata...o se quella mattina non ci fossimo trovati insieme sull'aereo...» fece una pausa perché la voce cominciò a morirgli in gola. Si sforzò e, sospirando riprese a parlare. «Tutti meritano una seconda occasione nella vita...e tu...e tu sei la mia, Meg.» L'abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo.
Il suo esile corpo gli sarebbe mancato da morire. Il suo profumo, la sua risata, la sua esuberanza. Jeffrey si rese conto che senza di lei, era completamente solo.
«Posso tenere la felpa?» disse poi lei, continuando ad abbracciarlo. Jeffrey annuì.
«Certo che puoi, se prometti di lasciarmi qualcosa di tuo.» ammise lui, baciandole la fronte.
«Ti amo così, tanto.» disse lei, staccandosi poi con riluttanza. Guardò l'orologio e notò che era in ritardo. Il taxi sarebbe arrivato di lì a poco; anche se, in tutta sincerità, l'avrebbe perso volentieri.
*
Il viaggio in taxi durò meno tempo di quanto previsto; o perlomeno, così parve a Maggie e a Jeffrey. Tenendosi stretti mano nella mano, avevano guardato fuori dal finestrino tutto il tempo, senza spiccicare parola. I due erano tormentati dagli stessi pensieri, seppur con sfumature leggermente differenti, e non riuscivano a darsi pace. L'aeroporto si avvicinava, e con esso il loro definitivo arrivederci.
STAI LEGGENDO
You are my second chance || Jeffrey Dean Morgan
FanfictionJeffrey è un attore in piena crisi lavorativa causata da problematiche relative alla sua famiglia. Non trovandosi più sotto i riflettori, pensa che ormai abbia toccato il fondo. Nel momento peggiore della sua vita, riceve una telefonata inaspettata...