Il volo non fu affatto piacevole. Jeffrey trovò nuovamente turbolenza ma, questa volta, non c'era Maggie a stringergli la mano. Cercò in tutti i modi di non entrare nel panico, afferrando saldamente il braccio del sedile e stringendolo talmente forte da far diventare le nocche bianche. Strizzò gli occhi e pregò Dio di non sentirsi male.
Una volta atterrato, aveva chiamato un taxi che lo aveva portato nel medesimo motel che, qualche mese prima, aveva lasciato con molto piacere. Puzzava di piscio e tornarci dopo aver passato quasi quattro mesi della sua vita in un hotel a cinque stelle, lo fece sentire di nuovo un fallito. Avrebbe dovuto fare qualcosa. Assolutamente.
Lanciò il giaccone sul letto e si accese una sigaretta, assorto nei suoi pensieri. L'indomani avrebbe chiamato il suo manager, non aveva avuto più contatti con lui, da quando si era momentaneamente trasferito in Georgia per lavoro e un po' gli dispiaceva. Era così preso da tante cose che non gli era passato minimamente per la testa.
Prese il suo cellulare e vide l'orario segnato. Erano quasi le due di notte, ma non aveva minimamente voglia di andare a dormire. I pensieri vagavano inquieti e, puntualmente, si soffermavano su di lei. Su Maggie. Su quello che nel pomeriggio era successo, non riusciva a darsi pace.
Sapeva che, prima o poi, sarebbe successa una cosa del genere. Quella ragazza era davvero tanto presa da lui e, ovviamente, questo lo lusingava molto e lo riempiva di orgoglio; anche a lui piaceva, sia fisicamente che mentalmente. Era una ragazza matura, gioviale e con la testa sulle spalle. Aveva carattere, sebbene fosse anche piuttosto fragile e timida e proprio la sua timidezza, lo aveva fatto avvicinare particolarmente a lei.
All'inizio, non avrebbe mai pensato che una ragazza con venticinque anni di meno – sebbene la sua ex moglie ne avesse sedici in meno di lui –, potesse interessagli. Tutto era partito da quella sera, quando passarono insieme il Natale, soli, a mangiare la pizza e a guardare Home Alone. La sua presenza lo aveva fatto sentire strano, per la prima volta da quando l'aveva incontrata, ma non ci aveva dato molto peso fino a quel pomeriggio, quando lei stava per baciarlo.
'Che idiota. Forse non avrei nemmeno dovuto invitarla ad uscire.' Pensò poi, picchiandosi mentalmente. Era convinto di aver rovinato tutto e che Maggie non volesse più parlargli a causa di questo.
«Sei un coglione, Jeffrey. Un grandissimo coglione.» disse rimproverandosi ad alta voce, gettando il mozzicone della sigaretta – consumato praticamente sino al filtro – fuori dalla finestra, lasciandola socchiusa dimodoché l'odore del fumo uscisse fuori dalla camera.
Si lasciò cadere sul letto e volse tutta la propria attenzione al soffitto. Incrociò le braccia al petto e si lasciò trasportare per l'ennesima volta dai pensieri fino a quando non gli squillò il cellulare. Era un messaggio. Sobbalzò dallo spavento e lo afferrò in fretta e furia, come se stesse aspettando quel tipo di messaggio da qualcuno e questa volta, non sperava fosse Hilarie.
Le sue speranze però, vennero spente quando lesse il nome sul display. Era Scott.
Spero vada tutto bene. So che sei atterrato oggi. Possibile che debba sapere sempre le cose dagli altri? Aspetto una tua telefonata, domani. Buonanotte, Jeff.
Lesse quel messaggio distrattamente. Non aveva nemmeno voglia di rispondergli. Non in quel momento, magari l'avrebbe fatto l'indomani stesso...o forse no.
Spense il cellulare – non lo faceva mai – e lo ripose sul comodino. Provò ad addormentarsi, sebbene sapesse che non ci sarebbe riuscito con facilità. Passò praticamente la notte in bianco.
*
Era ora che ti facessi sentire. Si può sapere che fine hai fatto? Okay il poco tempo a disposizione, ma sei letteralmente sparito. Beh? Com'è andata?
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You are my second chance || Jeffrey Dean Morgan
ФанфикJeffrey è un attore in piena crisi lavorativa causata da problematiche relative alla sua famiglia. Non trovandosi più sotto i riflettori, pensa che ormai abbia toccato il fondo. Nel momento peggiore della sua vita, riceve una telefonata inaspettata...