CAPITOLO 18 pt 1

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Le riprese della prima parte della serie erano quasi giunte al termine e mancavano poche settimane alla pausa invernale, e ciò significava che, a breve, Maggie e Jeffrey non avrebbero più potuto passare molto tempo assieme. Le loro strade si sarebbero divise e ognuno sarebbe tornato alla propria vita di sempre: lei a Los Angeles nel suo piccolo appartamento, alla sua routine; e lui, invece, a New York, dalla parte opposta.

Non avrebbe voluto tornare in quella casa, completamente sola; persino il pensiero di riabbracciare il suo cucciolo, non riusciva a farla sorridere. Tutto l'amore che Sam poteva donarle, non avrebbe mai compensato con il vuoto che Jeffrey avrebbe lasciato dentro di lei. Okay, Los Angeles e New York erano a 4 ore di distanza l'una dall'altra – più o meno –, ma non avrebbe mai preteso che Jeffrey andasse a trovarla ogni volta e né tanto meno poteva chiedergli di restare a dormire da lei, a malapena c'era un letto ad una piazza e un divano, a casa sua. Jeffrey aveva i suoi impegni, i suoi interessi, le sue amicizie, le sue comodità a New York e magari, una volta separati, si sarebbe persino dimenticato di lei.

La distanza, presumibilmente, gli avrebbe fatto capire che non voleva realmente la sua compagnia, non al di fuori del set almeno, e magari, aspirava ad una donna matura da avere al suo fianco, sua coetanea, e non ad una ragazza di appena venticinque anni, una bambina, al suo cospetto; ma forse queste erano solo sue paranoie, sue preoccupazioni e con molta probabilità, Jeffrey stava tormentarsi anche peggio di lei.

Tanto sta che quei pensieri torturavano Maggie, la distruggevano. La sola idea di non avere più Jeffrey nella sua vita, la logorava. Tra l'altro, che senso avrebbe avuto se non ci fosse stato quell'uomo, assieme a lei?

Il timore era proprio quello: essere abbandonata per l'ennesima volta da qualcuno; per lo più, qualcuno di davvero troppo importante per lei. Ad ogni modo, cercava di non meditarci più di tanto, non ancora almeno, dopotutto, mancava del tempo prima dell'arrivederci, ma il sol pensiero le procurava una fitta al petto talmente forte da farla piangere ogni giorno.

Quando era sola, nemmeno quand'era assieme a Lauren, piangeva in silenzio, abbracciando forte il suo cuscino, rannicchiandosi in posizione fetale e versando lacrime amare che non smettevano di venir fuori dai suoi occhi, gonfi e arrossati.

Tornare alla quotidianità la rendeva incredibilmente malinconica e solitaria, soprattutto ora che aveva assaporato per la prima volta la felicità. Lui era la felicità.

In quelle settimane, era stata la persona più soddisfatta e contenta del pianeta. Aveva provato emozioni indescrivibili ed appaganti, come non l'era mai successo prima.

Aveva passato momenti divertenti e al contempo imbarazzanti, tipo quando, dopo quell'episodio in doccia, Jeffrey le aveva lasciato un segno piuttosto evidente sul lato sinistro del collo ed era stata quasi scoperta da – ficcanaso – Norman; di come lei aveva cercato di nasconderlo il più possibile con il trucco, o fingendo che fosse una puntura di insetto; un insetto rarissimo, aveva specificato lei, ma senza però che nessuno ci credesse davvero. Era palesemente ovvio che fosse un succhiotto, anche un bambino l'avrebbe notato.

Un altro episodio simile, fu quando lei passò la notte nella camera del suo uomo, facendo l'amore un po' più forte e rumorosamente del solito e, per tutto il tempo, la testiera del letto aveva sbattuto ripetutamente e piuttosto violentemente contro il muro.

In quel momento non ci fecero molto caso alle conseguenze, ma l'indomani, a colazione, una certa persona – Norman – colse l'occasione per imbarazzarli – sempre però in maniera alquanto innocente e non del tutto mirata. –

La fortuna volle che l'attore avesse proprio la stanza adiacente a quella di Jeffrey. 'Se questa non è sfiga'. Pensò Maggie. Fu però quando l'attore fece una delle sue uscite sarcastiche, rivolgendosi a Jeffrey, che capirono entrambi di essere stati beccati. Norman aveva sentito tutto. Era inevitabile, tra l'altro. Persino un sordo li avrebbe uditi. Ci avevano dato dentro parecchio, c'era da ammetterlo, ed era praticamente impossibile che passassero inosservati.

You are my second chance || Jeffrey Dean MorganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora