Venerdì 11 maggio 2012,ore 9.00 New York

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La sveglia suonò. In quel momento avrei voluto prendere la mia semiautomatica e spararle un colpo,ma mi limitai a spegnerla. Mio padre e Ruth si stavano già preparando. Qualcuno bussò alla porta,l'aprii e mi trovai davanti un bel po' di gente già pronta e con le valigie in mano.

-Se ti rapiamo,ti mettiamo dentro una valigia e ti liberiamo in aereo,va bene lo stesso?-mi chiese Eleonora scherzando. Risi:-Volentieri,ma mio padre mi troverebbe ugualmente:penso di avere un dispositivo GPS nelle orecchie,più o meno come i cani! E poi mio padre ti arresterebbe per sequestro di persona e trasporto di sostanze stupefacenti!-risero e poi Eleonora disse:-E cosa c'entra la droga?-

-Scusate,ma sono o non sono stupefacente? E non creo dipendenza?!-risero ancora ed Eleonora mi diede una sberla in testa dicendomi:-Quanto sei idiota!-Alessia mi abbracciò e disse:-Fa buon viaggio,ci sentiamo appena arriviamo a casa.-ricambiai l'abbraccio e sorrisi. Abbracciai anche Eleonora,Ilaria e Barbara.

-Noi ci vediamo lunedì.-disse Francis abbracciandomi.

-Quindi...ho il sabato libero?!-lui rise:-Sì,va a divertirti.-

-Grazie!-avevo il sabato tutto per me,finalmente! Poi mi abbracciarono anche John e Daniel.

-Forse è meglio se noi andiamo. David,ti aspettiamo giù.-disse John,David sorrise e ringraziò sottovoce. Io socchiusi la porta della stanza dietro di me e ci spostammo.

-Spero che,con quella frase,non ti abbia fatto preoccupare.-

-Ad essere sinceri,mi sono un po' spaventata...-

-Oh...davvero?! Io...non volevo...spaventarti.-era dispiaciuto

-Ehi! Non preoccuparti,non sono mica morta.-dissi facendolo sorridere,poi continuai in modo più serio:-Cosa volevi intendere con quello?-

-Volevo baciarti,ma non sapevo come potessi reagire.-"Qualsiasi cosa succeda,non mi lasciare!",le sue parole erano rimaste nella mia mente,come un eco:-Con quelle parole volevo dire che,qualsiasi cosa succeda tra me e te oppure al di fuori di noi due,non vorrei che mi lasciassi...ho bisogno di te...-aveva lo sguardo fisso a terra,non riusciva a guardarmi,aveva paura che gli tirassi un ceffone? Probabile! Ma di certo non era quello che volevo fare.

-Guardami.-gli dissi e lo baciai. Lui mi strinse più forte a sé. Ci staccammo da quel bacio e gli dissi:-Ora va.-lui stava per andarsene ma prima si fermò alla reception per prendere carta e penna,scrisse il suo numero e mi diede in mano il foglietto. Poi mi diede un ultimo bacio e se ne andò,proprio come la prima volta. E così se ne andarono tutti.

Il gene di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora