Lunedì 7 settembre 1998,ore 8.30

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La campanella della scuola suonò. Il padre di Christopher l'aveva preparato per il primo giorno di scuola. Il bambino non era molto contento. All'asilo era un bambino timido e aveva paura di socializzare,quando passò alle elementari si rifiutò di parlare con qualsiasi persona. Quando era alla scuola materna,le insegnanti avevano detto al padre che Christopher si comportava in modo strano:nei suoi "lavoretti" era bravissimo,ma nei momenti di ricreazione in giardino catturava lucertole,uccellini e quant'altro e li torturava,li vivisezionava. La stessa cosa gliel'aveva riferita la tata,che avevano assunto mentre il padre era a lavoro. Quest'ultimo non si preoccupò molto,pensava fosse il modo più semplice,per un bambino,di scoprire cose nuove. Dopo la morte della moglie,era caduto in una forte depressione. Più volte aveva tentato di suicidarsi,partecipò ad alcune visite da un psichiatra,ma lo stava riducendo in uno stato indescrivibile:sembrava che non ci fosse più con la testa. Più volte si scordava di andare a prendere il figlio a scuola,infatti se ne occupava la tata. La situazione stava degenerando e,nel nuovo millennio,l'uomo si impiccò nella sua camera da letto. Christopher,non avendo alcun genitore,venne spostato in un'altra famiglia della zona. Aveva otto anni. Si trovò in una famiglia tutt'altro che confortevole:doveva dividere una piccolissima stanza con altri due bambini che erano più piccoli di lui,la sua "nuova" madre era alcolizzata e il padre era un camionista che non c'era quasi mai,e quando c'era,picchiava tutti,anche Christopher. Durò solo un anno,per fortuna. In una di quelle sere,il padre era così arrabbiato che andò nel furgone per prendere il suo fucile. I tre bambini scapparono senza farsi vedere o sentire e andarono dai loro vicini. Erano una coppia di giovani ragazzi. Accolsero i tre bambini e chiamarono la polizia. Sentirono gli spari. La polizia arrivò ed arrestò l'uomo e l'ambulanza portò in un sacco nero,la donna. Gli agenti fecero delle domande alla giovane coppia,risposero senza alcun indugio. Erano ragazzi di vent'anni. Convivevano da due anni e stavano pensando di sposarsi e di avere dei bambini. La ragazza chiese all'assistente sociale di potersi occupare dei tre bambini,la richiesta fu accolta.

Il gene di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora