Sabato 7 giugno 2003,ore 17.00

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La scuola era finita e Christopher aveva finito le scuole elementari a pieni voti. Era il più bravo della classe. Tutti lo prendevano in giro. Un giorno,il bullo della classe,alto due volte Chris e più grosso,cominciò a prenderlo in giro. Christopher si stancò e con un pugno fece cadere il bullo. Chris si avvinghiò a lui e gli tirò un pugno dietro l'altro. Un insegnante prese Christopher.

-Calmati.-era tremante di rabbia,l'altro ragazzino era spaventato. Aveva il naso rotto e gonfio,mentre Chris aveva le mani piene di graffi e sanguinanti. L'insegnante li portò in infermeria per disinfettare le mani e il naso. Poi con il ghiaccio,andarono in direzione. Il direttore espulse per una settimana i ragazzi. Quando ritornarono a scuola,Christopher era come prima,era solo più temuto. Il bullo se ne andò in un'altra scuola. In quel periodo era più silenzioso del solito:faceva i compiti,si preparava la cartella e i vestiti per il giorno dopo e poi scompariva. Sua madre,un giorno,lo trovò in soffitta,stava giocando con un topo.

-Che fai?!-Christopher lasciò il topo e scese dalla soffitta con la madre,gli ordinò di lavarsi immediatamente le mani e gli spiegò che portano tante brutte malattie. Lui rimase zitto. La donna chiamò la disinfestazione. Qualche giorno dopo arrivarono due uomini con una tuta nera e "armati" di veleni ed altre cose. Salirono in soffitta. Dopo qualche minuto chiesero alla donna di salire. Lei rimase a bocca aperta. Si trovò davanti ad uno spettacolo raccapricciante:c'erano venti topi accatastati l'uno accanto all'altro morti,avevano il corpicino squarciato a metà. Quando gli uomini se ne andarono,la donna parlò della situazione a suo marito. Prima di iniziare a cenare,i due genitori decisero di parlare ai ragazzi.

-Adesso mi dovete dire chi è stato...-

-Mamma,io non farei mai una cosa del genere.-disse uno dei fratelli di Christopher

-Nemmeno io. Che schifo!-disse il secondo. Ci fu un lungo silenzio:-Christopher,devi dirmi qualcosa?-chiese la madre. Lui iniziò a piangere. Lei,commossa,lo abbracciò e poi disse:-Mi prometti che non farai più queste cose?-lui annuì con la testa e disse:-Non mandarmi via,ti prego!-

-Amore mio,tu non vai da nessuna parte!-il discorso finì lì,mangiarono e quando i ragazzi se ne andarono,la donna disse al marito:-Dobbiamo portarlo da uno psicologo...non è una cosa normale...-

-Hai ragione...e poi è un bambino troppo silenzioso...-

-Poverino,ne ha passate tante!-

-Cercheremo di aiutarlo.-

-Grazie tesoro.-e si abbracciarono.

Il gene di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora