Giovedì 3 febbraio 1994,ore 21.00

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-E' appena avvenuta una rapina a dieci isolati dalla tua postazione.-disse una voce dalla ricetrasmittente dell'auto della polizia.

-Ricevuto.-disse Frank chiudendo la conversazione. Accese la macchina e partì. Si fermò davanti ad un negozio di giocattoli,non molto grande.

-Rapporto?-chiese Frank

-Rapina ed omicidio.-Frank entrò insieme ad un altro poliziotto e vide la cassiera a terra con un buco in fronte

-E' stata freddata con un'arma da fuoco,calibro 22.-disse Ruth,poi continuò estraendo il proiettile:-Lo manderò in laboratorio per farlo comparare con i proiettili usati in genere da Dorian.-Frank annuì. Cominciò a guardarsi intorno e vide una telecamera,chiamò un agente della sua squadra e gli chiese di mostrargli le riprese. Esaminò attentamente e notò un uomo,con il viso coperto e in mano una Beretta calibro 22. Aveva trovato l'assassino. Aveva sparato prima alla cassiera,poi rubò qualcosa,forse qualche giocattolo e un po' di soldi. Quell'uomo aveva una maglia nera con le maniche lunghe,voleva coprire qualcosa...Frank bloccò il video e notò che dal braccio sbucava qualcosa...uscì dal negozio,aprì la macchina e prese la foto di Dorian Tennyson...

-Ti ho trovato,stronzo!-sul braccio aveva lo stesso tatuaggio che aveva intravisto sul braccio dell'uomo nel video

-E' Dorian Tennyson.-annunciò:-Dividiamoci e cerchiamo il bastardo.-la squadra si divise,Frank e un altro agente,partirono a sirene spiegate,per cercare Dorian. A quei tempi non c'era il GPS o altre cose,quindi la polizia doveva cercare un po' "al buio".

-Eccolo!-disse l'agente indicando un uomo con un sacco,era appena sceso dalla macchina,Frank e il collega scesero dall'auto.

-Fermo Dorian.-disse Frank puntando la pistola.

-Frank,è da molto che non ci vediamo. La tua mogliettina,Stefany,come sta?-disse ridendo

-Metti giù quel sacco e la pistola.-ordinò Frank

-Sii comprensivo. Oggi è il compleanno di mio figlio,ho preso per lui qualche regalo.-

-Mettilo giù,per il bene di tuo figlio.-

-Non mi dire quello che devo fare per mio figlio.-stava per sparare a Frank,ma quest'ultimo sparò per primo. Dorian era a terra. Frank rimase sconvolto. Lui non voleva ucciderlo,eppure lo fece. Davanti agli occhi del piccolo bambino,affacciato alla finestra. In due anni aveva perso la madre e il padre. Dopo qualche minuto arrivarono le altre pattuglie,l'ambulanza e un assistente sociale per assegnargli una nuova famiglia. Frank se ne andò,non riusciva a vedere il dolce faccino del bambino,logorato dal dolore. Frank arrivò alla centrale ed andò dal suo capo. Bussò alla porta del suo ufficio ed entrò.

-Ottimo lavoro.-disse l'uomo stringendogli la mano

-E' proprio di questo che volevo parlare.-disse tristemente Frank

-Cosa c'è che non va? E' da quando hai iniziato a lavorare qui che gli stavi alla costole.-

-Lo so,ma aveva un bambino.-l'uomo guardò l'agente;non riusciva a capire. Frank continuò:-Ho rovinato l'infanzia di quell'innocente bambino. Ora,come sarà la sua vita? Verrà mandato da una casa all'altra,chissà in quale famiglia...-

-Dove vuoi arrivare?-

-Tra qualche mese sarò padre anch'io,pensavo di prenderlo con me. Così mia figlia avrà un fratello e mia moglie sarà felicissima di prendersene cura.-

-Mi dispiace,non posso.-

-Perché?-ringhiò Frank

-Perché la legge non dice niente in merito.-il poliziotto,d'impeto,diede un pugno al muro:-Fanculo le leggi!-disse infine

-Ascolta,ti do qualche mese di ferie così puoi riposare e stare accanto a tua moglie.-Frank sospirò:-Va bene...-se ne andò sbattendo la porta. Se ne tornò a casa,erano le 22. Aprì la porta e vide Stefany sdraiata sul divano,davanti alla TV.

-Ciao tesoro! Già a casa?-disse la donna con stupore. Lui non disse niente,lei si alzò dal divano per andargli incontro:-Va tutto bene?-lui l'abbracciò ed iniziò a piangere. Rimasero abbracciati per un po',poi si sedettero sul divano e lui iniziò a raccontare. Lei rimase solo ad ascoltare,voleva dirgli che aveva fatto la cosa giusta,che non doveva sentirsi in colpa e che il bambino avrebbe trovato una famiglia per bene,ma non lo fece. Si soffermò soltanto ad ascoltare e ad asciugare le sue lacrime.

Il gene di un assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora