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Ashley

Faccio un altro lunghissimo respiro per calmarmi,e ritorno a sedere al mio posto sotto gli sguardi increduli di tutta la mensa,la quale non ha proferito parola da quando Rosalie non è andata via.

"Che avete da guardare?"chiedo ad alta voce a tutti gli occhi puntati su di me.In un secondo tutti gli studenti riprendono a fare quello che stavano facendo rientrando in un brusio incessante.

"Wow...Ma,come hai fatto?"mi domanda Sam a bocca aperta.

"Io...Ero..."

"Signorina Granger!IN PRESIDENZA!"trilla una custode entrando come una furia."Granger!DOV'È GRANGER!"continua,fino a che non mi vede nascosta tra i tavoli.
Mi prende per un braccio e mi trascina fuori dalla mensa quasi volando nonostante abbia le gambette corte e sembri una boa ambulante.Continua a camminare mentre parlotta a bassa voce frasi senza senso,fino ad arrivare davanti alla porta dell'ufficio del preside.Si ravviva minuziosamente i suoi capelli grigiastri e si liscia il grembiule celeste prima di bussare delicatamente alla porta.

Si sente un leggero 'Avanti.' e la custode mi poggia una mano dietro alla schiena per esortarmi ad entrare.Anche in presidenza mi tocca andare adesso.Reprimo uno sbuffo rumoroso mentre mi avvicino alla grande cattedra scura del preside,un uomo grande e di mezza età, vestito di tutto punto con aria burbera e le sopracciglia aggrottate.
Mi ricordo che in seconda elementare la maestra mi regalò un libro,che si chiama Il Piccolo Principe,in cui c'era un uomo vestito come il preside che voleva comprare tutte le stelle.L'uomo d'affari.

"Si sieda."ordina.

Mi siedo su una delle due poltrone di pelle,notando la lucentezza della targhetta poggiata sopra la scrivania,su cui sopra è inciso :'Gary Mitchell.' a caratteri cubitali,come se dovesse per forza far sapere a tutti la sua importanza.
Alza lo sguardo su di me distogliendolo dalle pile di fogli pieni di inchiostro,e mi guarda serio.

"Come mai ha usato la violenza contro la studentessa Rosalie Ritchmund?"chiede.La sua voce è grave,segno che si sta trattenendo dallo scatenare la sua ira.

"Sono stata costretta a farlo.Mi ha offeso pesantemente."ribatto ferma drizzandomi sulla poltrona scomoda.
Lui mi regala uno sguardo di sfida,mentre con una mano prende una penna in un contenitore verde al lato destro della cattedra.

"Non è un buon motivo."ribatte duro."Non si usano le mani senza un buon motivo,signorina Granger."

Stringo le labbra per ricacciare indietro tutte le parole poco educate che vorrei dire,e continuo a fissarlo sfidandolo con lo sguardo.

Adoro le sfide.

"E per questo."comincia a scrivere su un foglio."Ti farò un bel rapporto da far firmare ai tuoi genitori."finisce tappando la penna ghignando.

Pezzo di stronzo.

Sta per riaprire quella fogna di bocca,quando un bussare alla porta lo distrae dalla sua preda.

Sbuffa un 'Avanti' annoiato,e vedo il professor McRyan fare capolino nella stanza con la sua capigliatura nera.Fa un leggero sorriso al preside,ma quando sposta gli occhi e mi scorge,la sua espressione sempre rassicurante si incrina per un momento.

"Buongiorno."dice."Ho bisogno della signorina Granger.Non si preoccupi,farò sapere io ai suoi genitori dell'accaduto."continua rivolgendomi un occhiolino quando il preside sposta l'attenzione al suo computer. Quest'ultimo sospira,poi con un cenno del capo mi invita ad uscire,cosa che faccio senza neanche salutarlo.Io non saluto gli stronzi.

"Tutto apposto?"mi chiede il McRyan passandosi una mano tra i capelli mentre si guarda intorno.

"Credo di si.Mia mamma mi avrebbe ammazzato se avessi dovuto far firmare quel foglio."rispondo divertita e preoccupata allo stesso tempo immaginando la sua faccia furente rosso fuoco.

Lui ridacchia e scuote la testa,poi comincia a camminare."Vieni."dice."Facciamo un paio di prove."

Lo seguo e noto una cosa strana.
Abbiamo lo stesso modo di camminare.Ridacchio sotto i baffi per la comicità della cosa,mentre entriamo nell'aula di musica.
Il pianoforte a coda è sempre lì al centro della stanza in tutta la sua bellezza,nero e lucido,con i riflessi bianchi della luce che viene dalla finestra.
Mi siedo sul panchetto di pelle,in attesa delle parole del professore,che dopo pochi attimi arrivano.

"Se non fossi arrivato io ti saresti cacciata in un bel guaio."dice serio.Sembra un padre.Un padre che io non ho mai avuto.

"Però."continua."Non sono nessuno per dirti queste cose,anche io combinavo un sacco di guai a scuola."finisce ridendo.

"Davvero?"chiedo incredula.Non riesco ad immaginarmelo un giovane McRyan con i capelli più lunghi e il giacchetto di pelle con un sorrisetto strafottente in faccia davanti alla cattedrale del preside.

"Già. Ricordo una volta in cui non studiai niente e dissi che il libro si era bruciato. La professoressa non mi credette,così lo misi sopra il banco e gli detti fuoco con l'accendino."ride divertito ricordando la sua adolescenza.

"Sì,ero proprio irrimediabile.Fumavo,mi divertivo,pensavo ai piaceri della vita."spiega accorgendosi della mia espressione stranita.Ridacchio anche io insieme a lui,mentre una strana sensazione risveglia la mia pancia.Mi sento...A casa.

Drake

"Tob!"urlo rincorrendolo.Sono uscito da casa di Alex da poco,con l'intenzione di parlare con Ashley,ma vedendo suo fratello posso iniziare a fare qualcosa.

"Tob!"

Lui si gira guardando in più direzioni cercando di capire la fonte del richiamo,e appena mi vede mi fa un cenno con la mano di saluto e si avvicina.Almeno non è arrabbiato.

"Ciao Drake."saluta."Se vuoi parlare con Ash,è ancora a scuola,e penso che per adesso è meglio se le dai un pó di spazio per pensare.Fa sempre così quando è arrabbiata."spiega tranquillamente infilando le mani nelle tasche anteriori dei jeans.
Rimango in silenzio,incapace di dire niente.

"Te l'ha raccontato."capisco sospirando stanco.Mi servirebbe una dormita di venti ore.

"Sì. E ti ripeto,è arrabbiata.Ma se è arrabbiata vuol dire che le interessa,quindi non è irraggiungibile."sorride cercando di confortarmi.

Mi passo per la millesima volta la mano nei capelli sbuffando.

"È che è così...Difficile."sussurro frustrato.

"Lo so.È complicata."dice stringendomi una spalla con una mano."Ma secondo me,ne vale la pena."
Mi guarda un'ultima volta,prima di farmi un cenno con il capo e avviarsi sul marciapiede per tornare a casa.

Già, è difficile.
Ma per lei ne varrà sempre la pena.

WOAAA!Questo capitolo è corto perché è di passaggio,ma sto già lavorando al prossimo e ho già fatto uno schema generale della storia.
Saranno in tutto all'incirca 60 capitoli,ma non ci sarà un sequel.E poi,ho iniziato a scrivere un'altra storia d'amore che ho ideato quest'estate ma che sto scrivendo adesso.Si chiama La ragazza francese.

COOOOMUNQUE,se vi piace stellina e commenti,vi voglio bene😘
W le galline,
India

La Ragazza Dai Capelli BluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora