Al di sopra della massa

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Mi dimenticai completamente del corpo del ragazzo e iniziai ad aggirarmi per il lago provando le mie nuove abilità.
Ero rapidissimo, fendevo l'acqua davanti a me e i movimenti di braccia e gambe erano così sincronizzati che mi parve di essere in grado di saper nuotare così da sempre.

Mezzo squalo, uomo pesce, un lupo anfibio...Non sapevo più cosa fossi.
In realtà non l'avevo mai saputo.

Ma mi importava davvero?

Mi sentivo così felice in quel momento.
Avevo ucciso un ragazzo con facilità, ero un vero predatore, e nel mio habitat marino mi sentivo a mio agio.

E se avessi vissuto tutta la mia vita così?
Cacciare, cibarsi, dormire e ricominciare.

Perché no...Se mi faceva sentire così felice di sicuro era la cosa giusta.
Fanculo alla mia morale da essere umano, in natura le cose funzionavano così, secondo la legge della giungla.

Tutta quella gente là fuori non si fa troppi problemi quando si ciba di carne di animali allevati con l'unico scopo di essere mangiati.
Io ero persino meglio di loro, le mie vittime avevamo avuto il loro tempo per vivere e godersi l'esistenza, non erano carne da macello.

D'ora in poi le cose sarebbero cambiate, li avrei sterminati tutti quegli ipocriti, vendicando i miei simili.

Tornai al cadavere semigalleggiante e lo nascosi senza stare troppo attento ai particolari.
A breve mi sarei rivelato al mondo, non c'era bisogno di mantenere tanta segretezza.

Raggiunsi la riva e a malincuore uscii dall'acqua.
Per qualche secondo rimasi senza aria, poi il corpo si adeguò e potei utilizzare di nuovo i polmoni.

Sarei rimasto dentro al lago tutta notte molto volentieri, ma non volevo correre il rischio di essere visto, non ancora.
Dopo aver mosso con difficoltà i primi passi sulla terraferma i piedi e le mani tornarono alla loro forma originale e la branchie sparirono.
Mi rimase solo un senso di prurito sul collo e sui dorsi delle mani.

Ripercorsi la strada a ritroso, e ancora mi colpii quella sensazione di essere già stato là molte volte.
Ogni particolare che mi circondava mi dava l'impressione di averlo già notato e assimilato.

Un qualche altro potere di cui non ero a conoscenza?

Avevo bisogno di risposte.
E solamente una persona poteva darmele.
Sempre che la mia ombra mi abbia lasciato dei messaggi.
Notai con sollievo che la sensazione di essere spiato era svanita.
Anche se un po' mi lasciò a malincuore, mi stavo abituando a quella figura, mi sembrava persino paterna.

Percorsi la città che si stava riposando, preparandosi a una nuova giornata di lavoro.
Un'altra giornata in cui ogni uomo avrebbe compiuto il suo lavoro senza lamentarsi.
Un'altra giornata che la gente avrebbe vissuto in modo passivo, aspettando la venuta della sera.
Un'altra giornata di routine, ma non per me.

Io ero speciale, ero superiore.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora