Tale padre, tale figlio

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Ovviamente non avrei mai aderito a quel piano, ma non era il momento di ribellarsi.
Prima dovevo raccogliere più informazioni possibili.

"quindi esiste una cura a questo?

E cosa intendi con - dopo il modo con cui si sono sbarazzati di te - ?  "

"Si, i Finder custodiscono gelosamente un siero in grado di riportate il DNA in condizioni normali.
Non ne hanno prodotti molti, dato il loro alto costo e scarso utilizzo. Ma
dicono che è stata provata, ed è funzionante, anche se non la utilizzano sugli Scap perché <L'evoluzione è progresso, non si può tornare indietro>

Il mio obiettivo, che ora è diventato il nostro obiettivo, è di rintracciarla e curarti.
Così finalmente avrai una vita normale...Quella che ho sempre voluto darti.
Potrò rimediare ai miei errori.

Dopodiché sarai libero di fare ciò che vorrai, dimenticherai questa storia, e sarai un ragazzo normale in un mondo normale."

Le parole che usava, i gesti con cui le accompagnava, il suo tono di voce...Erano molto convincenti.
Iniziavo a pensare che non fosse una cattiva idea.
Dopo sarei stato libero, sarei tornato al paesino e avrei cercato Mary.
Mi mancava così tanto, e la sentivo così vicina, come se fosse in stanza con me.

La sua voce interruppe di nuovo i miei pensieri.

"Mentre ​con quella frase...Beh, pensavo l'avessi capito.
Quando hai ripreso i sensi ti sei trovato in mano un coltello sporco di sangue fresco, la felpa strappata e una cicatrice sul cuore.
Hanno provato a ucciderti, figliolo.

Quando i Finder si sono resi conto che il tuo Disturbo era incontrollabile hanno deciso di classificarti come Scap e rinchiuderti.
Quella stessa notte, però, il tuo istinto di sopravvivenza si è attivato.
Hai sfondato le sbarre d'acciaio e ti sei scatenato su Progenitus.
Ti sei cibato di un giovane ragazzino, un figlio di due Finder, probabilmente destinato a diventare come loro.

Ovviamente non era tollerabile, e a malincuore la comunità ha deciso di sacrificare il loro esperimento meglio riuscito per salvaguardarci.
Io mi opposi, lottai per te, ma fu tutto inutile.
Il padre del ragazzino morto ti conficcò quel coltello nel cuore, e come punizione per essermi ribellato venni incaricato di far sparire il tuo corpo.
Ti lasciai in quel bosco..."

Il suo sguardo si incupisce e nuovamente abbassa la testa.
Sono furibondo.
Mi avevano ucciso e lui era rimasto a guardare...
Non aveva provato a salvarmi.
Anzi, mi aveva abbandonato in un bosco senza accorgersi che fossi vivo e se ne era andato.
Anche se biologicamente sono suo figlio, questo non è mio padre.
Non può esserlo.
Mi alzo di scatto noncurante dei giramenti di testa e mi muovo come per andarmene.

"Non ti seguirò nelle tue follie.
È la tua guerra, non la mia."

"È qua che ti sbagli, figlio mio.
È anche la tua guerra.
È soprattutto la tua guerra."

Mi guarda dritto negli occhi, io cercando capire, lui sicuro di ciò che sta per fare.
Apre la porta alle sue spalle, rivelando nella penombra una persona seduta su una sedia.

Con i polsi legati.

La bocca imbavagliata.

I leggeri capelli dorati a coprirle il viso.

Alza la testa, colpita dalla luce.

"Figliolo, ti presento Mary.
Ma credo che tu la conosca già"

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora