Appuntamenti romantici

13 4 0
                                    

Le loro storie mi hanno colpito molto.
Ho appreso a pieno la crudeltà che può raggiungere un essere umano che ha perso la ragione, ma ho anche capito quanto possano rivelarsi pericolose le iniezioni.

E io vorrei compierne una...anzi, tre.

"Che dovrebbe esserci in quella scatola? Quella nera, al centro del laboratorio"

"Beh, la nostra meta, l'inizio del Nuovo Mondo....ovvero il siero finale, senza Disturbi e in grado di garantire la perfezione della specie.
Una follia"

Questi non sono problemi miei, al momento io ho ben altro da fare.

Lo sguardo torvo di Thalia mi dice di non proseguire, di tornare sui miei passi, dimenticare tutto e cambiare vita.
Ma non posso dimenticare la ragazza che mi aspetta dentro la roulotte.
Così entro, e dopo tante fatiche e pericoli la vedo.

È sulla sedia, esattamente come l'ho lasciata, il viso piegato di lato e gli occhi chiusi, come se fosse assopita...o svenuta, magari per lo shock o la stanchezza.
La chioma dorata le case sulle spalle e le accarezza le braccia, segue il loro lineamento finché qualche ciocca si adagia sui polsi legati e doloranti.
Le labbra sono sottili e secche, ma la voglia di baciarle è comunque fortissima.

È sempre bellissima, ed è un peccato doverla svegliare.

Cammino cercando di non far rumore, mentre i miei nuovi amici sono rimasti fuori ad osservare la scena.
Il bavaglio che le copriva la bocca è per terra, deve essere riuscito a sfilarlo.
Mi adagio su di lei, e con il coltello taglio lentamente la corda sulle caviglie.
Mi sto alzando per liberarle le braccia quando spalanca gli occhi.

Mi vede e inizia a urlare, rompendo il sottile e silenzioso incantesimo che si era creato nell'aria.
Cerca di alzarsi per correre via, ma incespica e crolla al suolo, con le braccia ancora legate dietro la schiena.

Deve essersi spaventata vedendomi...sono ricoperto di sangue secco, e quello che si riesce a vedere sono solo tagli e lividi.
Devo essere un mostro, ai suoi occhi.

"Vieni, ti aiuto io"

Le dico a bassa voce mentre le slego la corda e la aiuto ad alzarsi.
Non so cosa pensa di me...mi sono comportato come se fossi bipolare, ai suoi occhi.
Forse lo sono davvero...
Però si lascia aiutare, e la adagio sulla sedia.
È lì che dopo tanto tempo sento la sua dolce e flebile voce.

"Non ci voglio più stare qua"

Ha ragione, ci è rimasta per chissà quanto tempo, ancora prima che mi svegliassi in quella roulotte lei già era qua.
Si alza, e inizia a camminare piano, intorno a me.

"Perché non mi hai liberata?
Mi hai lasciata qua...pensavo fossimo amici.
Quello era tuo padre? Perché mi avete rapito? Che cos'è questa storia delle iniezioni, dei poteri, della cura....ho bisogno di risposte..."

Il suo sguardo è vuoto e disperato.
Ha davvero bisogno di risposte.
E io gliele darò.

Come ho appena fatto poco prima con la mia amica gufo, racconto la mia storia.
Appena inizio a parlare lei si ferma ad osservarmi e ascoltare meglio.
Non fa una piega, sembra diventata sorda da un momento all'altro.
Non cambia espressione nemmeno quando le racconto del ragazzo in riva al lago....
Io mi libero di tutti questi pesi di fretta e senza pensarci, se mi fermo sono perduto.
Persino la scoperta che ho ucciso e mangiato sua madre non la smuove.
Se non fosse che è in piedi, giurerei che è morta, con gli occhi aperti.

Arrivo alla fine della storia... dove io ho con me le provette che possono sistemare tutto.
Le sto per proporre il mio piano.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora