Vita da Reietto

Sport estremi

Sono sospeso nel vuoto, sotto di me qualche metro di aria e un suolo freddo e roccioso.
Alle mie spalle la parete sulla quale mi sono appena arrampicato.
Alla destra la mia guida, l'ideatore di questo folle piano, mio padre.
Davanti a me l'obiettivo, anche se con questo buio non riesco ancora a vederlo.

Il mio compagno inizia a muoversi, si lascia tranquillamente sorreggere da una sola mano e muove l'altra in avanti, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Lo vedo avanzare senza fatica e con grazia, e ne rimango molto colpito.

Credo tocchi a me ora.
Chiudo con tutte le mie forze le dita nella mano destra e provo ad alleggerire la presa nella sinistra.

È facile, non faccio fatica a sorreggermi.
Mi viene naturale spingermi con il corpo e iniziare ad oscillare...per poi afferare una roccia sporgente con la sinistra.
Ora è il suo turno di stringersi e lasciarmi sospeso.
Lascio la destra, oscillo, e mi aggrappo.
Mi viene così naturale che penso abbia un DNA anche di un primato o qualche animale del genere, ma probabilmente è solo il mio innesto di lucertola che fa sentire la sua presa.

"Non è la prima volta che mi salva la vita, è stato un buon acquisto"
penso sorridendo.

È così semplice che mi metto pure a scherzare, e mi chiedo quando inizi la parte divertente del piano.
Mano a mano che avanzo inizio a intravedere qualcosa nel buio...qualcosa di grosso.

Senza che me ne accorgessi l'ambiente sotto di me è cambiato.
Niente più mattoni o terra, niente più casupole addossate una sull'altra e semiabbandonate.
Ci sono strutture in metallo lucente, così precise e così contrapposte alla nuda roccia sul quale sono posate che incutono quasi timore, come se non fossero state costruite, ma fossero state create con la creazione della terra, qualcosa di superiore, di inumano.
Forse inumano è proprio il termine giusto per descrivere ciò che accade là dentro.
Lì è dove tutto nasce, dove si sperimenta, dove si inietta...in una di queste strutture il mio vero me è stato creato, la mia metà animale è stata fusa con la metà umana, qui è stata la mia genesi.

Ma l'obiettivo è un altro...ancora più avanti, ancora più a fondo nella società di questa gabbia di matti chiamata Progenitus.
Mi si avvicina dopo ogni passo, e in pochi minuti si para sotto di me.
Un'enorme struttura cilindrica dal soffitto piatto, fatta interamente di metallo freddo e lucente.
Vedo mio padre fermarsi esattamente al centro della struttura, e mi fa segno di fare lo stesso.

Dopodiché si lascia cadere giù...