Questioni di cuore

35 7 0
                                    

Dai, siamo onesti, esistono tante Mary, dopotutto è un nome comune.
Non ero nemmeno sicuro che il ragazzo stesse insistendo su quella parola in punto di morte.

Eppure non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di lui in fin di vita che con gli ultimi respiri ripeteva il nome di questa ragazza...

Non dovevo distrarmi.
Era ferma da qualche secondo con il braccio teso, attendendo un risposta.

"Piacere, io sono...Hem..."

Ma io non ho un nome.
Il mio "padrone" non me l'ha dato.
E nemmeno ho mai pensato a quale potesse essere.

"Sono Joey"
Che nome idiota, pensai.

Mi sedetti di fianco a lei, mi tranquillizai un pochetto e iniziammo a parlare.
Aveva problemi di cuore, ecco cosa la affliggeva.
Mi disse che c'era un ragazzo in paese che le piaceva molto, ma non sapeva se fosse una cosa ricambiata o meno.
Cercai di restare il più indifferente possibile, ma dentro stavo bollendo di rabbia...e invidia.

E poi mi disse che dalla sera prima era sparito.
Telefono irraggiungibile, non si è fatto trovare all'appuntamento che si erano prefissati e in casa non sapevano nulla..

Non preoccuparti, le avevano detto i genitori, capita che a volte sparisce, vuole solo il suo spazio.

Ma lei non si era fidata.

Di solito andava al lago, secondo quanto le aveva riferito la madre.

Non trovò nessuno, e la cosa ovviamente la fece preoccupare ancora di più.
Si disse che l'indomani sarebbe andata dalla polizia a denunciarne la sparizione.
Però per il momento avevo deciso di recarsi in biblioteca e cercare di non pensarci, aspettando che il destino facesse il suo corso.

A quel punto volevo morire.
Buona parte del ragazzo di cui Mary si preoccupava tanto e che stava cercando era proprio lì vicino, in piena fase digestiva.

Era colpa mia se quell'angelo stava male.
Era colpa mia se non avrebbe mai più rivisto il ragazzo che la rendeva felice.
Ed era solamente colpa mia se aveva la testa sulla mia spalla e stava singhiozzando silenziosamente.

Dovevo tornare al rifugio e trovare una soluzione, e al più presto.
La consolai meglio che potei e stetti con lei finché smise di piangere e si asciugò le lacrime, le dissi che sarei ritornato su quella stessa sedia alla stessa ora il giorno dopo e me ne andai tutto di fretta.

Ero così di fretta che non mi accorsi dell'uomo alle mie spalle.
Gli passai di fianco senza nemmeno notarlo, esattamente come avevo fatto per tutta la discussione con Mary.
Era rimasto là ad osservarci e ascoltare ciò che ci confidavamo.

Ma presto la sua identità sarebbe stata svelata.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora