Tutto secondo i piani

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Il piano è semplice, così semplice che sembra scontato il fatto che incontreremo dei problemi.
Ma siamo pronti a tutto, e tra pochi minuti saremo anche pronti per partire.
Lui ha con sé il coltello, non vuole rischiare un'altro scherzo come quello di poco fa.
Oltre a quell'arma non porta nient'altro, esattamente come sto facendo io.
Usciamo silenziosamente nella notte, lasciandoci alle spalle una ragazza imbavagliata dentro a una roulotte che pare abbandonata.
Non so dove abbia trovato il coraggio per legarla, non pensavo di essere in grado di farle del male.
Ma l'ho fatto per lei, lo capirà quando sarò di ritorno.
La vegetazione qui intorno è molto fitta, e capisco come mai nessuno abbia mai scoperto Progenitus.
Mio padre non accenna a fare un suono, e ancormeno ha voglia di parlare, così ne approfitto per ripassare mentalmente il piano.

Il mio piano.
Il mio piano con quel paio di modifiche decisive che mi sembrano così folli...
Ma l'amore è folle.

Dopo una decina di minuti nel completo silenzio si ferma e inizia a fissare il suolo.
L'ingresso deve essere nei dintorni.
Seminascosto dalle radici di un grande albero e da diverse rocce posizionate così bene da sembrare essere finite lì per caso c'è un piccolo tunnel che entra nella sottosuolo.
Questo è uno dei tanti ingressi per Progenitus, magari non il più comodo, ma sicuramente il meno controllato, come mi ha spiegato poco tempo fa mio padre.
Ci abbassiamo a quattro zampe e procediamo a carponi, insicuri nei movimenti a causa del buio.
In pochi secondi però i miei occhi si adattano e mi trovo subito a mio agio, e a giudicare dai movimenti immagino sia lo stesso anche per la mia guida.
Procediamo per un tempo che mi sembra interminabile, per questo cunicolo sempre in discesa, fino a quando il buco si fa poco a poco più largo.

Sono appena riuscito ad alzarmi quando mio padre mi fa segno di fermarmi.
Sembra fissare qualcosa, o qualcuno.
Guardo a fondo e lo vedo anche io, più avanti.
Una grossa figura camminare annoiata compiendo la stessa traiettoria.

Una guardia.
Nel modo di muoversi e nella forma del volto trovo qualcosa di anormale...
Vedo mio padre togliersi i vestiti.
Oddio, non è che lo vedo proprio, è che intuisco dove si trovi.
Ha iniziato la mimetizzazione ed è praticamente invisibile ai miei occhi.
Stona solamente il coltello, lo vedo fluttuare.
Ma far sparire anche quello è semplicissimo, basta che lo stringe nelle mani e ne copre l'intera superficie.

La guardia vedrà le mani marrone scuro, color terriccio, e l'arma dietro di esse sarà come schermata.
La mia testa ripensa a queste frasi sentite poco fa mentre lo perdo di vista.
Penso si trovi ancora di fianco a me mentre vedo la guardia annusare intorno con fare sospetto.
Sembra teso...molto teso.
Sa che sta per succedere qualcosa, e annusa intorno freneticamente.

Non abbiamo pensato all'odore...potrebbe fregarlo.
Ha un naso molto sviluppato, sicuramente avrà a che fare con una mutazione.
Poi vedo una lama fluttuare nell'aria e compiere un solco sul collo dell'uomo.
Sta per crollare a terra ma una forza invisibile la sorregge e lo adagia al suolo.

Via libera, come secondo i piani.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora