Un ragazzo ingestibile

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Che cosa rappresentava questa scoperta, un altro potere sconosciuto?

Con il tempo avrei capito, probabilmente.
Iniziai a slegarmi lentamente e dolorosamente, erano davvero ben strette.
Ora che avevo trovato una soluzione provvisoria mi sentivo molto meglio.

Nel pomeriggio sarei tornato in biblioteca e avrei aspettato quell'angelo dagli occhi azzurri.

Finito il lavoro mi sollevai e rimasi fortemente sorpreso da ciò che trovai sul tavolino.

Era tornato, e mi aveva lasciato uno dei suoi messaggi.

"Smettila, non puoi opporti alla fame.

Passerò a prenderti a breve, dovrai essere pronto. "

Sempre firmato dal mio padrone.
Non lo sopportavo, ma aveva ragione, la fame iniziava a farsi sentire, e io non avevo ancora trovato soluzioni concrete...
Mi spaventava l'idea che sarebbe passato a prendermi, ma probabilmente quest'uomo mi avrebbe aiutato.

Il mio unico obiettivo al momento era quello di non aggredire nessun essere umano.

Non sarei andato in paese la mattina...Troppo pericoloso.

Dovevo stare nell'acqua.
Sentivo il bisogno di nuotare.
E sentivo il bisogno degli occhi di Mary...Erano due sentimenti opposti ma assai simili.

Il primo veniva dallo stomaco, come se fosse una sorta di fame.
Il secondo dal cuore, ma anche quello poteva essere paragonato a una fame.

E poi c'era quella vera, quella che mi spingeva in città a cercare prede, quella voglia di caccia che non sarei riuscito a trattenere a lungo.
Decisi che sarei andato al ruscello per calmarmi e riflettere un attimo, ne avevo bisogno.
Sapevo perfettamente la strada quindi non portai con me la mappa, ma il coltello sì.
Non potevo sapere cosa avrei trovato in quel bosco.
Magari l'uomo aveva deciso che quella mattinata sarebbe stato il momento giusto per mostrarsi?

Mi incamminai velocemente e in pochi minuti ero arrivato a destinazione.

Mi sciacquai la faccia, tentai di non pensare alla sensazione di fame che mi opprimeva e pianificai le prossime mosse.
Mi resi conto di non avere molta scelta...Sarei tornato al rifugio, mi sarei legato di nuovo per evitare attacchi e avrei aspettato l'arrivo dell uomo misterioso.

E così feci, non senza una certa ansia però, dato che conoscevo l'effetto della fame sul mio corpo, e non sapevo proprio cosa aspettarmi questa volta.

Un nodo ben stretto, un altro e un altro ancora.
La città sarebbe stata al sicuro per questo pomeriggio.

Mi sedetti, aspettando.

Non volevo svenire o perdere i sensi, sarebbe stato troppo pericoloso.

Ma non avevo più il controllo del mio corpo...La fame mi toglieva il sangue dal cervello e mi lasciava in una fase di dormiveglia.

Ero cosciente di ciò che accadeva intorno a me, ma non potevo fare nulla per intervenire o evitare ciò che stava per succedere.

Da seduto crollai a terra, faccia contro il pavimento.

Le mie gambe iniziarono a tremare cercando la libertà.

Le braccia erano mosse da spasmi casuali.

Poi la mia bocca si avventò sulle corde e iniziai a mordere.

No! Non volevo.
Non doveva accadere...Avrei provocato dolore.

Ma i denti ce la fecero, e mi liberarono.
E iniziai a correre nel bosco a caccia di prede.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora