La ragazza

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Trovai un clima molto allegro in città.
Probabilmente era una domenica, e si stava festeggiando una qualche festività paesana, e a giudicare dal numero di bancarelle e dalle persone gremite per le strade notai che era una festa moto sentita.

Tutte quelle persone sorridenti mi tolsero dalla mente i problemi e mi ritrovai in un istante anche io a sorridere.
Ero felice... Diversamente dal modo in cui lo ero stato la notte prima.
Qui mi trovavo circondato da belle persone pronte ad accogliermi, e mi sentivo un pochetto come in una famiglia.

Il giorno prima invece mi aveva pervaso una sensazione di libertà e potenza inimitabile.

Cercai di non pensarci e mi avvicinai curioso ad una bancarella di vestiti, volevo prendermi qualcosa di nuovo e interagire con qualche persona.
Mi affiancai a una giovane ragazza che stava cercando qualcosa di interessante in mezzo a quella massa di vestiti e la osservai con la coda dell'occhio.
Aveva un qualcosa di aggraziato e attraente nel modo di muovere le braccia e scostare con dolcezza e curiosità le felpe.

I suoi capelli biondi ondeggiavano ed erano così lisci da sembrare finti.
Si girò di scatto verso di me con uno sguardo indagatore, probabilmente si era sentita osservata.

Nei suoi occhi azzurri vidi una bellezza familiare.
Mi rividi nuotare in quel lago trasparente, completamente sciolto da ogni legame con il resto del mondo.
Rimasi a bocca aperta per lo stupore.

"Tutto bene?"

Che voce meravigliosa...Mi rimbombò in testa per alcuni secondi.

Oh merda ma stava parlando con me...

" Si si, è che mi ricordavi una persona"
Riuscii a sbiascicare prima di chiudermi in un ostinato silenzio.
Mi voltai in modo rigido e me ne andai frettolosamente.
Probabilmente era rimasta colpita da quell'incontro, ma non lo seppi mai dato che non tornai indietro.

Passai il resto della mattinata girovagando per le bancarelle sperando di ritrovarla, pur non avendo nulla da dirle.
Quando fu ora di pranzo e la piazza iniziò a svuotarsi decisi di rientrare al rifugio, e appena mi allontanai dal paesino mi sentii subito triste.

Avevo bisogno di acqua.
Non per bere, intendiamoci, ma sentivo quel richiamo della sera precedente che iniziava a bussare leggermente nella mia testa.

Un tuffo nel lago sarebbe stato perfetto, ma rischioso.
Chi si farebbe una nuotata in pieno febbraio?? Avrei certamente creato sospetti.
E là sotto c'era ancora il cadavere del ragazzo, non scordiamolo.

Così mi diressi al ruscello, seguito dalla sensazione di aver percorso quella strada già decine e decine di volte.
Mentre dell'ombra ancora nulla, non mi sentivo osservato dal giorno prima.
Percorsi l'ultimo tratto di strada di corsa e immersi il viso nello scorrere rapido del fiume.
Libertà, finalmente.

"Tutto bene?"

La sua voce mi stava ancora rimbombando in testa...E mi tolse immediatamente la sensazione di libertà.

Pomeriggio sarei sicuramente ritornato, la dovevo trovare e dovevo assolutamente parlarci.
Dovevo chiederle il nome.
Dovevo rivedere quegli occhi.
Dovevo dirle che mi ci ero innamorato.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora