Il tocco di Fobetore

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Sento le coperte sotto di me muoversi, e subito mi tiro su guardando il mio amore.
Si è svegliata, e sta cercando di capire cosa le è successo e dove si trova.
La capisco, so benissimo cosa sta passando... anche se io ero solo in un bosco, non in un letto insanguinato con un uno sconosciuto che mi fissa con uno sguardo ebete.
Sta bene, e cosa ancora più positiva è che non ricorda niente.
Le parlo, la tranquillizzo, le mento sulle sue origini, sui suoi genitori e sul suo ragazzo.
Ora è una ragazza abbandonata da un padre insensibile, la cui unica di salvezza è stata essere aiutata dal suo fidanzato... ovviamente, io.

Le parlo di Progenitus, di che mostri siamo diventati, di come ci hanno trasformati...e del fatto che potremmo tornare umani, con la cura.
Ma a me, sotto sotto, piace di più questa forma... ricorda molto un supereroe.
Da quel giorno in poi, il tempo correrà via veloce.
Lo stesso pomeriggio chiamammo un meccanico dalla città per sistemarci il camper ( che finito il lavoro ricevette come stipendio un bel po' di morsi) e partimmo in cerca di nuovi luoghi.
Decidemmo che non ci saremmo curati, che la nostra vita sarebbe stata così, libera e selvaggia.
Thalia e Spritz sarebbero venuti ovviamente con noi, anche se quest'ultimo ci avrebbe abbandonato poco dopo...come aveva predetto la gufa.
Insieme saremmo stati felici.
Ci saremmo coccolati, avremmo fatto dei giretti in paese dove saremmo venuti ben accolti ogni volta, come dei forestieri, e l'ospitalità non ci sarebbe venuta mai tolta.
Poi, sempre assieme, avremo scelto la nostra preda, ovvero quella che sembrava più succulenta e genuina.
La notte avremmo colpito, e la mattina successiva ci saremmo spostati velocemente.

Niente lavoro, niente stress, niente impegni o responsabilità... liberi dalla società.
Liberi anche dal mondo di Progenitus.

Avremmo avuto una Vita Da Reietti.

Poi, un giorno, saremmo invecchiati assieme... perché puoi avere la forza di mille animali dentro di te, ma anche loro invecchiano, è inevitabile.

La morte è forse l'unica sicurezza che ci dà la vita.

Non ci saremmo più potuti procurare il cibo da soli, e lentamente avremmo chiuso i nostri occhi...ma le nostre bocche avrebbero sorriso.

Avrebbero sorriso perché consapevoli di aver vissuto una bella vita, una di quelle vere, lontana dalle regole imposte dalla società, qualunque essa sia.
Le nostre bocche avrebbero sorriso perché consapevoli che la vita che abbiamo vissuto è stata generata solamente dalle nostre scelte e dai nostri errori, senza nessun a dirci come viverla al posto nostro.
Avrebbero sorriso perché fiere di aver vissuto una vita libera e non vincolata, piena di vere emozioni e di giusti principi, e fanculo se le nostre azioni sono andate contro le leggi, e contro tutti quegli essere umani senza spina dorsale, buoni solo a farsi controllare.

E fu così che morimmo, mano nella mano, in un bosco abbandonati a noi stessi, esattamente come abbiamo vissuto.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora