Davide e Golia

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Sono accasciato al suolo, e il gigante mi fissa dall'alto con sguardo di disprezzo.
Sta caricando un'altro calcio, lo vedo, ma non ho le forze per reagire...così incasso con un mugugno mentre mi colpisce lo stomaco.
Il dolore è atroce, e si mescola alle fitte provocatemi dalla fame.

Con il piede destro mi calpesta una mano, boccandola.
È proprio davanti a me, quella gamba...fatta di carne così invitante...

Muove la gamba sinistra, è pronto a colpirmi di nuovo.
Ma stavolta le cose andranno diversamente.
Nel preciso istante in cui solleva la gamba io mi fiondo sulla caviglia destra, affondandoci i denti e lacerandola.
La carne cede, i tendini vengono strappati via, e l'enorme figura crolla sulle ginocchia in preda alle grida di dolore.
È ancora troppo alto per me, dalla mia posizione sdraiata ricorda uno scoglio solido e irremovibile.

Così decido di estrarre l'arma.
Più in fretta che posso infilo la mano nella tasca della felpa e afferro il coltello.
Con un rapido ma violento fendente perforo la coscia all'uomo, lacerandone i muscoli.

Crolla ancora in preda al dolore, e io guadagno un'altro piano di altezza, dato che si regge ormai su ginocchia e gomiti.
Ridotto male com'è ho tutto il tempo per rialzarmi mentre lo sento urlare e gemere per il morso, il coltello nella gamba e la precedente ferita al braccio.
Un uomo normale sarebbe svenuto da un pezzo.
Ma ancora più accecante del suo dolore c'è sicuramente la mia fame, che non mi da tregua e mi martella la testa.
Quel braccio ferito, così pieno di succulento sangue e invitante carne...
Mi ci fiondo, e dopo pochi minuti la vittima ha smesso di urlare e dimenarsi, rendendo la fine del pasto più semplice e comoda, ma molto meno divertente.

Mi sono ripulito come ho potuto, ho ripreso le mie due siringhe con i rispettivi anestetici e infilati nel tascone della felpa, assieme al mio coltello.
Ho controllato i resti dei due cadaveri e trovato proprio ciò che cercavo, ovvero delle chiavi.

Ora il mio piano segue dei punti precisi, e il prossimo è quello di aprire le gabbie, liberare gli Scap e creare più confusione sia possibile creare, per poter fuggire indisturbato.
Ma prima di ciò, voglio soddisfare la mia curiosità.
Vado al centro della stanza, dove si trova quello strano piedistallo.
Adagiata su di esso c'è la piccola scatola nera che ha attirato la mia attenzione fin da subito.
Davanti a essa una piccola targhetta dorata, che nella confusione mi era sfuggita.

"L'inizio di un Nuovo Mondo"

Inquietante, ma promettente.
Sono un po' timoroso nell'aprirla, potrebbe esserci un meccanismo di sicurezza pericoloso per i ladri o semplicemente qualcosa che sia meglio lasciare al suo posto.
Ma la curiosità e la sensazione che potrei perdere qualcosa di molto importante hanno la meglio, e la apro di netto.
Il contenuto non è niente di inaspettato, ormai ci ho fatto l'abitudine.

Una provetta.

È quello che sta dentro alla provetta, però, che mi coglie di sorpresa...
Perché è completamente vuota.

Vita da ReiettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora