Quasi non svenni dallo stupore...
Quella ai miei piedi era sua madre.
Avevo ucciso, trascinato in un bosco e mangiato la madre della ragazza che amavo.Non c'era molto altro da dire, ero un mostro.
Mary sarebbe morta di dolore, sicuramente.
E tutto ciò a causa mia.Avevo provato a prendere provvedimenti ma non avevano funzionato, ed ora dovevo prendermi le mie responsabilità.
Non sarebbe più successa una cosa simile.
Non avrei più ucciso o mangiato nessun essere umano.E stavolta ne ero sicuro, sapevo come fare.
Avrei dovuto prendere coraggio prima di quest'ultima tragedia, ma non me la sentivo.Pensavo di non essere un caso perso, di avere delle speranze.
Ma sbagliavo.
E rimaneva una sola soluzione.
Eppure non riuscivo a non pensare al mio angelo.
La vedevo là, sul suo letto, disperata perché il suo ragazzo non la cercava più, pensando che la vita fosse ingiusta e crudele.Ma tra qualche giorno la sua vita sarebbe davvero cambiata, e allora sì che sarebbe stata ingiusta.
Avrebbe scoperto che il suo amato era ancorato da sassi e terra sul fondo di un lago, dove giaceva con evidenti segni di morsi e numerosi graffi.
E se non le sarebbe bastato per romperle il cuore, dopo poco tempo avrebbero trovato il cadavere della madre, sbranato e inguardabile, in stato di decomposizione, nascosto in una vecchia centralina elettrica.
E allora sì, ne ero sicuro, non avrei mai più rivisto il sorriso che sognavo le notti.
E senza quello non valeva la pena vivere.
Me ne sarei andato senza aver conosciuto il mio padrone, o quello che si faceva chiamare così.
Peccato, perché delle responsabilità su tutto questo le aveva anche lui.Prima però decisi di scrivere la mia vita su un piccolo diario.
Ed è proprio quello che hai in mano in questo momento, e spero che tu ne stia cogliendo il significato.Dopodiché feci tutto ciò che andava fatto con estrema facilità, come se fosse una azione quotidiana.
Presi il coltello tra le mani, me lo rigirai tra un dito e l'altro e constatai che non l'avevo ancora utilizzato.
Questo sarebbe stato il suo primo lavoro.E l'ultimo.
Volevo finire la mia vita nel luogo in cui l'avevo iniziata.
Mi sdraiai per terra, esattamente nella posizione in cui mi ero svegliato solo pochi giorni fa.
Appoggiai la testa all'albero e chiusi gli occhi.
Esattamente come quella mattina un venticello mi muoveva i capelli.
Era stata una vita breve ma intensa, dopotutto.Avevo trovato l'odio, l'amore, la tristezza e la libertà nel loro stato più puro.
La mia avventura era durata qualche giorno, ma potevo dire di aver vissuto davvero.
Più di quanto non facciano molti essere umani.
Decisi che sarebbe stato con questi pensieri positivi che avrei lasciato questo mondo.Impugnai il coltello senza aprire gli occhi e lo appoggiai sullo sterno, dove si trovava lo strappo della felpa.
Esattamente sul cuore.Prima di premere rividi tutte le immagini scorrermi davanti a gran velocità.
Il risveglio con il suo senso di smarrimento, la donna morta e lo stupore per la scoperta, la trasformazione nel lago e il senso di libertà, l'azzurro degli occhi di Mary che mi avvolsero e tutti i messaggi, con la voglia di svelare il segreto che si celava dietro alla figura misteriosa.Poi conficcai con forza la lama nel cuore.
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Vita da Reietto
Mystery / ThrillerUn ragazzo ripudiato, senza passato e in cerca di risposte. Un'amore impossibile, ma che supererà anche la morte stessa. Una figura misteriosa, pronta a tutto per attuare il suo agoniato piano. Questi elementi si intrecceranno tra di loro, creando u...