Le loro risate riecheggiarono nella stanza, nonostante fosse ormai notte inoltrata.
Ice stava raccontando da ore ormai le sue più divertenti "avventure" a Syla. E lei non poteva fare a meno di ridere, ridere e ridere.
«Giuro, se non fosse che dovevo ucciderlo, lo avrei portato con me al castello per avere qualcuno che mi facesse ridere così.» sospirò tra le risate.
«Sai... mi piace parlare con te... non sei come tutti gli altri, così buona e pura. Mi piace questa cosa.» sussurrò Ice con lo sguardo puntato a terra per l'imbarazzo.
«Anche a me piace parlare con te. Oltretutto, tu sei l'unica che ha da raccontare cose davvero divertenti!» ridacchiò la maga.
Per Ice era strano, era quasi impensabile. Non era abituata ad avere persone che non guardavano il passato, ma pensavano al presente, nonostante tutto fosse una grande balla.
Si chiese come faceva Syla a non voler andare in giro a dire a tutti quelli che Ice voleva fare. Lei voleva conquistare il suo mondo, sterminare la sua razza, ma a lei sembrava non importare, confidava nel fatto che lei sarebbe riuscita a cambiare.
Perché erano così buoni i maghi?
Come facevano a portare così tanta bontà nel cuore?
Come facevano a non cedere al male, all'odio, al rancore?«Perché mi stai aiutando? Perché non mi vuoi uccidere?» chiese Ice di getto. Syla sembrò presa alla sprovvista.
«Io... beh... non lo so...» sussurrò. «Sai, io non ho mai avuto molti amici, solo Jack e Nash, tutti gli altri mi stavano alla larga a causa di mio padre, un mago del fuoco che ha ucciso molti maghi perché non riusciva a controllarsi. Tutti temevano che io avessi il suo stesso problema, che potessi impazzire, fare del male a qualcuno. Io non sono come te e tu non sei come me, mi pare ovvio, però entrambe siamo state abbandonate, siamo rimaste da sole. Io ti voglio aiutare perché voglio impedirti di rimanere completamente sola.» raccontò Syla tenendo lo sguardo basso.
Ice avvampò. Fu solo questione di un attimo, ma per pochi secondi le sue guance si tinsero di rosso per la sorpresa, per la paura e per l'imbarazzo. Sapeva che la maga aveva ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso.
«Io non sono sola.» si guardarono negli occhi.
«No, non lo sei, ma ti senti sola.» Ice, dopo quell'affermazione, incrociò le braccia al petto e si affacciò alla finestra, pensierosa.
Syla recepì il messaggio: "non ne voglio parlare".
Non tutti erano in grado di ammettere di essere soli, né a se stessi né al resto del mondo.
Perché la solitudine spesso è la peggior condanna e la peggior nemica. Non si può essere davvero forti se si è soli e questo Ice lo sapeva bene, come può un re vincere una guerra se non ha un esercito?
Come può una persona battere tutti, se non ha nessuno al suo fianco?«Io proprio non vi capisco...» sussurrò la rossa scuotendo leggermente la testa, rassegnata. Aveva passato anni a studiare i maghi e ora che ci aveva a che fare capiva quanto la realtà fosse ben diversa dai libri. Nei libri erano i classici eroi delle favole pronti a sacrificarsi per il bene comune e per l'amore, tutti buoni e puri senza neanche un difetto. E lei li disprezzava per questo. Perché lei sapeva che nel suo cuore tutta questa bontà non ci sarebbe mai stata e soprattutto sapeva che la loro era solo una facciata, una parte della medaglia, perché quella nascosta era così malvagia che non poteva essere messa in luce davanti agli altri.
Ma la realtà era ben diversa, solo che ancora non lo aveva capito.
«Credo che sia meglio che tu vada. Si sta facendo tardi.» disse Ice con ancora lo sguardo puntato fuori dalla finestra.
STAI LEGGENDO
La figlia di Lucifero [IN REVISIONE]
FantasíaNon bisogna mai giudicare qualcuno senza averlo conosciuto veramente, infatti come si suol dire "Mai giudicare un libro dalla copertina.". Questo era esattamente ciò che bisognava fare con Ice, la figlia di Lucifero, che non appariva come era realme...