1. The End

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Se potessi definire la mia intera esistenza con un numero, questo probabilmente sarebbe sei.

Un numero che si trova poco più della metà tra zero e dieci, tra il nulla e il tutto, tra il minimo e il massimo, un numero non alto ma neanche basso, non piccolo ma neanche grande.
Sono sempre stata un sei, quella sufficienza che ti fa sospirare e vivere ma non ti rende orgoglioso o felice, quel voto che ti rende sufficiente, proprio come me.
Una banale sufficienza.

Non ho mai avuto grandi aspirazioni nella vita, in realtà non le ho proprio mai avute, pensavo al futuro come un continuo lavorare per mantenere la famiglia, niente di che, niente grandi sogni per la carriera, niente grandi sospiri in attesa del grande amore, mi lasciavo vivere.

Non sono mai andata eccellentemente a scuola, certo non me ne è mai importato molto della media, però professori e genitori vedono solo quella, ero un sei, in continuo bilico tra la sufficienza e l'insufficienza, facevo il minimo sforzo per passare l'anno, non mi importava di studiare, non mi appassionava quello che facevo, mi accontentavo del mio sei pulito senza mai aspettarmi un sette, non ero quel tipo di persona con tanto amore proprio.

Mi hanno sempre detto che non so esprimere i miei sentimenti o che lo faccio il minimo necessario per non passare da apatica senza cuore, certo, a volte qualche "ti voglio bene" mi scappava, qualche sorriso alle persone a cui tenevo lo facevo ma non ero quel tipo di ragazza che necessitava esprimere i propri sentimenti in ogni modo, non volevo essere espansiva, non mi piaceva, vivevo bene nella mia piccola bolla, facendo entrare il giusto necessario.
Non ho mai abbracciato mia madre senza un motivo giusto per farle sapere che le volevo bene, non ho mai baciato sulla guancia mio padre prima di andare a letto, pensavo che non fosse necessario per fargli sapere il mio affetto nei loro confronti, facevo il giusto per fargli sapere che c'ero ma niente di più.

E ho sempre ricevuto lo stesso trattamento dalle persone che avevo accanto, certo alcuni mi volevano bene, ho avuto anche io degli amici, buoni amici, ma per loro ero un sei, per tutti quelli che avevo attorno ero solo un sei.
Uscivamo sempre insieme ma non ero mai la prima che veniva chiamata, ero una buona ascoltatrice ma mai quella perfetta, ero una buona amica ma mai la migliore, erano sempre disposti a proporsi per aiutarmi ma mai effettivamente qualcuno ha fatto qualcosa per me.

Ero quel tipo di persona a cui la gente voleva bene ma nessuno me ne voleva più del voluto, nessuno mi amava, nessuno si sarebbe sacrificato per me, nessuno sarebbe stato male per me, nessuno avrebbe fatto un sacrificio per aiutarmi.

Ero la ragazza del sei, ero carina, avevo dei bei occhi nocciola, un fisico accettabile ma non perfetto, un volto carino ma che non rimaneva impresso, ero una di quelle ragazze che non venivano definite brutte ma neanche delle dee, ero un sei, come molte, come molte altre.

Sei metri.

È curioso come tutto nella vita torni, come proprio quando si cerca di dimenticare una persona questa riapparga all'improvviso, come quando un problema evitato anni fa ritorni sempre quando meno se lo si aspetta, come alcune frasi dette a caso un giorno ritornino facendoti sorridere amaramente per la ciclicità della vita.

Sono proprio questi sei metri la mia ciclicità.

Sono sempre stata convinta che per ogni cosa ci sia sempre una fine, c'è una fine per ogni libro, una fine per ogni film, una fine per ogni carriera, anche quelle più luminose, una fine per ogni stella, una fine per ogni oceano, per ogni montagna, per ogni costellazione.
Esiste sempre la fine, non c'è un ipotetico infinito in cui tutti speriamo, prima o poi ci ritroveremo davanti ad una parete scura, davanti alla fine.

L'uomo ha sempre voluto crearsi un infinito per potersi sentire meglio, ha creato il paradiso per darsi la speranza che dopo la morte ci sarebbe stata un altra vita, ha ipotizzato un universo infinito per non sentirsi chiuso nel nulla, ha smesso di contare le stelle definendole infinite per paura che il numero effettivo nel tempo potesse diminuire, non abbiamo il coraggio di arrenderci alla fine perché ci spaventa.

Ma io so che c'è sempre una fine, ogni successo anche quello più grande prima o poi finisce, ogni fama anche quella più scandalosa prima o poi finisce in qualche stanzino buio della memoria, ogni pianeta prima o poi muore ed ogni sei prima o poi o arriva al dieci o arriva allo zero, finendo.

Ed io lo so che esiste una fine, lo so perché la sto guardando, proprio davanti a me, a sei metri di distanza da me, la mia fine.

Guardo in silenzio lo spettacolo distante, senza fare un passo per diminuire o aumentare quei sei metri, rimango immobile a guardare lo specchio d'acqua illuminato dal sole pallido della mattina, lo specchio che trattiene in bella mostra la mia fine.

Ho pensato a tante volte come potessi finire, mi immaginavo in qualche piccolo ufficio di Londra, niente di speciale, un semplice lavoro in grado di mantenere una famiglia, una famiglia modesta, niente di speciale, niente cose rare, pura e semplice normalità.
Certo pensavo anche a possibili viaggi, niente di troppo esotico, mi sono sempre accontentata di Brighton come posto speciale, una spiaggia di inverno mi bastava per farmi sentire più libera.
Ero preparata per una vita composta da routine e giorni in cui mi sarei lasciata vivere aspettando la mia fine, una fine lontana, abbastanza lontana da potermi far capire il mondo, le sue bellezze, le persone e forse farmele apprezzare di più.

Una vita lunga, che però non mi è stata data.

Osservo nel silenzio il vestito bianco bagnato e mosso dalle leggere onde create dal vento della piscina, piccoli movimenti che fanno danzare quel vestito candido con grazia.
Un vestito corto e morbido, niente di troppo volgare ma neanche troppo coprente, una valida via di mezzo che era diventata la mia scelta preferita.

Osservo la carnagione chiara quasi violacea mentre l'acqua continua a dondolare dolcemente quel corpo, mentre quel fragile corpo continua a rimanere sospeso nel nulla a solo sei metri da me.
Guardo senza parlare le lunghe ciocche azzurre chiaro muoversi come delicati nastri spostati da ballerine nell'acqua, osservo la chioma colorata contrastare l'abito bianco, la purezza del colore bianco in contrasto con l'esplosione del l'azzurro dei suoi capelli.

Mi mordo il labbro mentre rimango immobile, a sei metri di distanza, a fissare il corpo rivolto senza vita verso il basso, i miei occhi guardano la schiena scoperta e chiara, le braccia segnate da alcuni tatuaggi non tropo evidenti e grandi, le gambe nude e fredde, le scarpe consumate e con tanti chilometri segnati sopra.
E con tanti altri che avrebbero potuto fare.

Continuo a guardare in silenzio quel corpo, corpo morto nella piscina, corpo che probabilmente noteranno prima o poi, corpo che le persone dentro la casa qui davanti prima o poi vedranno.

Corpo pallido,freddo, senza vita e mio.

Quella ragazza dai capelli azzurri senza vita e con l'abito bianco sono io, quella ragazza che troveranno morta sarò io, quel corpo violaceo senza vita è il mio.
Perché è così che sono morta.





Hey Everybody

Sì lo so, non è il solito genere di storia a cui vi ho abituato e non è neanche la solita comicità che vi sareste aspettati da me, ma sentivo il bisogno di scrivere questa storia da tantissimo tempo e spero davvero che vi piaccia come le altre e che non vi annoi o stanchi, ci tengo molto e sono sempre stata molto indecisa se pubblicarla o meno.

Questa storia parte dalla fine, la fine della protagonista, scoprirete poi già dal secondo capitolo la trama e i vari personaggi, non i soliti personaggi e non i soliti caratteri, saranno personaggi difficili e tosti ma realistici, spero davvero di non deludervi con questa storia.

Per chi non mi conoscesse mi chiamo Rebecca e vi ringrazio di aver iniziato Shadow, non sarà una storia troppo pesante ma sarà forse in grado di farvi emozionare e riflettere più del solito, spero davvero voi rimaniate con me.

Fatemi sapere cosa ve ne sembra del primo capitolo e di questa fine\inizio particolare, sono molto curiosa, mi trovate sui miei social.
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