"Eppure non hai fatto niente per aiutare me quando potevi"
Mi accascio al suolo urlando per il dolore che lentamente dal polso si sta espandendo in tutto il mio corpo come se fossi carta nelle mani di una fiamma, carta destinata a bruciare e diventare cenere.
Stringo i denti chiudendo gli occhi per poi riaprirli e guardarmi attorno nella stanza d'ospedale, stanza vuota dove nessuno può sentirmi, vedermi o aiutarmi."Nick" Urlo il suo nome in cerca di aiuto ma il ragazzo non appare, chiudo gli occhi mentre il dolore arriva fino al mio ventre e chiudendo gli occhi rivedo quelli lucidi e pieni di dolore di Nick mentre mi guardavano prima di sparire.
"Aiuto" Grido sperando quasi che qualcuno, chiunque, venga a salvarmi da queste fiamme, respiro a fatica mentre tutto attorno a me diventa buio, la stanza d'ospedale diventa sfocata sparendo e lasciando al suo posto una strada, una strada buia.Mi guardo attorno non capendo, dietro di me c'è una forte luce che mi illumina e mi acceca impedendomi di capire cosa c'è alle mie spalle, confusa e con il costante dolore sulla mia pelle abbasso lo sguardo notando le mie mani insanguinate e dei vetri per terra.
L'ho già visto questo ricordo, so di essere già stata qui, respiro a fatica mentre noto del fumo attorno a me, guardo le mie mani ricoperte di rosso e sento mancarmi il fiato.
"Rebecca" Mi urla la voce di Ashton in lontananza ed io con la vista appannata ed un grande giramento di testa mi guardo attorno cercando di capire cosa mi sta succedendo.
"Dobbiamo andare" Urla la vecchia me usando la mia voce ed io confusa mi guardo attorno vedendo poi una cosa.
Un peluche in mezzo alla strada.
"Rebecca" Mi urla ancora Ashton ma non fa in tempo a raggiungermi che tutto attorno a me diventa nero."Nicholas John Robinson, hai esattamente trenta secondi per mettere in ordine quello che hai fatto" Urla una voce femminile ed io sbatto più volte le palpebre confusa, dove è la strada? Il sangue?
"Mamma, ti ho già detto che i vestiti sono per terra per un motivo" Risponde una voce a me molto familiare, alzo la testa di scatto rendendomi solo ora conto, di essere in una camera da letto ben illuminata con un letto in mezzo alla stanza e per terra vestiti, scarpe e cartoni di pizza."Sono proprio curiosa di sapere in che modo i vestiti per terra possono avere senso" Dice una donna mettendo le mani sui fianchi, la osservo meglio riconoscendo i capelli corti e gli occhi nocciola furbi e dolci.
"Mamma, perché mettere i vestiti nell'armadio e perdere dieci minuti a cercarli quando posso svegliarmi abbassare lo sguardo e trovarli?" Mi giro poi alla mia destra notando seduto sul letto un ragazzo dai capelli castano chiaro, una pelle abbronzata e due occhi furbi puntati sulla madre.
Nick.
"Okay, sono stufa delle tua scuse furbe, ti conviene pulire o stasera non esci" Dice la donna puntandogli un dito contro ed il ragazzo sorride confuso."Mamma non ho dieci anni, lo sai questo?" Chiede divertito e la donna alza un sopracciglio prima di mettere le mani sui fianchi.
"Ed io non sono la tua cameriera che ti pulisce la camera" Controbatte e Nick alza gli occhi al cielo esasperato prima di raccogliere da per terra una maglietta e cominciarla a piegare facendo sorridere alla madre."Dove vai stasera?" Chiede poi la donna ed il moro raccoglie dal suolo un paio di pantaloncini neri da calcio prima di storcere il naso odorandoli e guardare la madre, incredibilmente simile a lui.
"Io e Todd andiamo ad una festa a casa di un nostro amico" Dice il ragazzo e la donna storce il naso.
"Todd è quel ragazzo che lo scorso mese ha rischiato il coma etilico giusto?" Chiede e Nick sorride scuotendo la testa.
"No, non l'ha rischiato, ci è andato direttamente, ma ora sta bene ed è pronto per testate le sue capacità fisiche" Dice il ragazzo ridendo e la madre incrocia le braccia al petto guardandolo male."Nick" Lo richiama fermandolo dal raccogliere i cartoni vuoti della pizza, osservo il moro mentre alza i suoi occhi nocciola sulla madre notando il suo sguardo preoccupato nel guardare il figlio, osservo la mano della donna stringersi attorno al braccio di Nick con delicatezza ed il ragazzo guarda la mano prima di guardare sua madre.
"Sai che non voglio che tu beva, è pericoloso, potresti star male o sentirti male alla festa, non mi piace sapere che sei con Todd, non voglio assolutamente che tu esageri con l'alcol, potresti ..." Inizia la donna ma Nick la interrompe appoggiandole una mano sulla sua e sorridendole dolcemente, mi si stringe il cuore a guardare quel sorriso sereno mettendolo in confronto con i suoi occhi lucidi mentre mi guardavano addolorati.