Mio padre mi diceva spesso "Se hai paura di fallire, probabilmente fallirai".
Sto lentamente cominciando a ricordare dettagli ininfluenti della mia vita passata e questa frase la conosco bene, riesco perfettamente a ricordarmi mio padre mentre con un sorriso incoraggiante mi guarda seduto al posto di guida, guarda una piccola me spaventata davanti alla sua prima scuola e ricordo benissimo queste sue parole.
Ricordo poi quella volta in cui dovevo affrontare il mio test per la patente e mio padre mi disse esattamente queste parole e ricordo anche del giorno in cui ci siamo trasferiti.Ho scoperto di non essere americana, ho origini messicane e a quanto pare mi sono trasferita qui da poco più di tre anni, non so il motivo e non so neanche il perché i miei genitori siano così ricchi però ricordo la voce di mio padre mentre mi accompagnava per il mio primo giorno da liceale qui in America, ero fottutamente scocciata di dover ricominciare, dovevo essere di nuovo la novellina di turno, la debole e povera ragazzina spaesata appena arrivata a scuola, avrei avuto ancora tutti gli sguardi su di me, avrei dovuto ricrearmi la mia immagine.
Mio padre si limitò a dirmi quelle parole prima di aprirmi la portiera e lanciarmi in quel mondo di leoni affamati pronti a sbranarmi."Una cosa che apprezzo di te è il fatto che mi ascolti sempre" Dice ad un tratto Nick risvegliandomi dal mio sogno ad occhi aperti, sbatto più volte le palpebre ritrovandomi davanti agli occhi il sorriso strafottente del ragazzo moro al quale ormai mi sono abituata, indietreggio lentamente prendendomi il tempo per ricordarmi la mia posizione, mi sono per qualche minuto persa al ricordo di Michael e me in quel club, con quelle persone, persone che gli h presentato io, persone per niente amichevoli.
"Che c'è dolcezza? Brutto ricordo?" Chiede il moro infilandosi le mani in tasca e guardandomi in attesa di una mia risposta, alzo i miei occhi incontrando i suoi nocciola prima di scuotere la testa facendo ondeggiare le mie ciocche azzurre."Conosci quei ragazzi lì?" Chiedo indicandogli il gruppetto con le giacche nere, lo stesso gruppetto con il quale sta parlando Michael, osservo il mio amico mentre amichevolmente conversa con tre di loro, in particolare una ragazza, una ragazza quasi familiare e già vista.
"Il gruppo degli Snake?" Chiede Nick strizzando gli occhi per poter vedere meglio ed io annuisco.
"Sono pericolosi giusto?" Chiedo sperando di aver torto ma il moro al mio fianco alza le spalle.
"Beh se per pericolosi intendi coloro che spacciano, fanno piccoli atti vandalici, liti tra gruppetti e di tanto in tanto anche azioni criminali beh allora dolcezza sì, loro sono pericolosi" Rimango in silenzio guardando Michael mentre si infila anche lui quel giacchetto con dei strani disegni sulla schiena per poi salire in macchina con loro e sfrecciare via ad alta velocità."Credo sia stata colpa mia" Dico poi sbuffando e Nick mi guarda confuso.
"Colpa tua? Cosa?" Chiede non capendo ed io indico il punto in cui erano gli Snake.
"Io ho presentato Michael agli Snake, io l'ho spinto nel loro giro" Dico facendo delle ipotesi e Nick abbozza un sorrisetto strano.
"Dunque la tua storia diventa sempre più interessante eh" Dice facendomi poi alzare gli occhi al cielo, quanto mi piacerebbe avere una persona confortante e gentile al mio fianco invece di un ragazzo cinico e sempre pronto a lanciarmi battute e frecciatine."Non riesci proprio a rimanere serio vero?" Chiedo leggermente scocciato ed il moro alza le spalle non togliendosi dalle labbra piene e carnose il sorrisetto.
"Sono morto, l'unica cosa che mi rimane è il mio cinismo e non ho intenzione di perdere pure questo per colpa tua" Dice facendomi alterare ancora di più e sono pronta a ribattere se non fosse che una persona, non vedendomi, mi oltrepassa correndo facendomi mancare il fiato per qualche secondo.
Beh, me lo farebbe mancare, se solo ne avessi uno.I miei occhi si puntano poi sulla chioma bionda che mi ha appena attraversato e subito riconosco il passo impacciato e le lunghe gambe fasciate da dei jeans neri e stretti, guardo Nick il quale ricambia lo sguardo annoiato così alzo gli occhi al cielo prima di inseguire di corsa Luke il quale velocemente entra a scuola aprendo con forza le porte di vetro e catapultandosi di corsa nei corridori, lo inseguo lasciando svolazzare il mio vestito bianco latte facendo attenzione a non perdere d'occhio il biondo, anche se sarebbe seriamente molto complicato perdere di vista un ragazzo alto due metri.
Il biondo si ferma davanti al suo armadietto blu prendendo un lungo respiro e allungando il suo braccio coperto da una serie di braccialetti verso l'anta colorata aprendola e afferrando un paio di libri di fretta, lo guardo in silenzio finché una voce mi fa girare insieme al biondo.
"Hemmings, paura di arrivare tardi alle lezioni?" Chiede un ragazzo dalle spalle ampie e muscolose, una maglietta nera a fasciargli il petto robusto ed un paio di occhi neri puntati sul mio amico il quale indietreggia leggermente.