La paura.
La paura è uno dei sentimenti meno razionali, uno di quelli meno spiegabili, un'emozioni difficile da comprendere e da affrontare. L'uomo teme molte cose, teme animali piccoli come i ragni, animali rari come i leoni, soggetti strani come i clown, momenti particolari come le stanze chiuse o le piazze piene di persone.
Per controllare una persona è spesso comodo sapere le sue paure, giocare con esse e manipolarlo, o almeno questo è quello che ho imparato dal Trono di Spade, ma non credo sia giusto.
La paura paralizza le persone, le rende diverse, a volte violente a volte indifese come degli agnelli di fronte al macellaio, la paura si insinua talmente tanto dentro la mente delle persone da renderle fragili come polvere nel vento.Mi guardo attorno sentendo il mio cuore battere all'impazzata, strano per una ragazza morta, eppure posso giurare di sentire il mio petto esplodere, continuo a cercare sagome, figure, luci ma niente è tutto nero, tutto completamente buio, tutto vuoto.
"Nick?" Chiamo disperatamente l'ombra sperando di poter sentire la sua voce ma niente, mi alzo continuando a girare su me stessa, odio il buio, l'ho sempre odiato, il non sapere cosa si ha attorno mi ha sempre fatto paura, o meglio, mi ha sempre terrorizzato."Nick?" Urlo ancora più forte sperando di poterlo vedere, di poter sentire un suo qualche commento scocciato sulla mia voce o semplicemente poter sentire le sue mani e tenerle strette dandomene via di qui, qualunque posto esso sia.
"Nick, aiuto, ti prego" Dico piangendo in un sussurro e mentre chiudo gli occhi sento dei passi che mi fanno voltare in cerca di qualcosa, una sagoma, una persona, un'ombra."Nick?" Chiedo preoccupata e prima che possa vedere altro un forte rumore mi spaventa, urlo spaventata nel sentire il rumore di vetri rotti e di qualcos'altro, qualcosa a me familiare, qualcosa di pauroso.
Indietreggio nel buio sentendo le lacrime cadere sulle mie guance nella più totale confusione sento una risata, una risata femminile, una di quelle che ti fa accapponare la pelle.
Conosco quella risata.
Prima che possa sentire altro tutto attorno a me diventa bianco riportandomi alla luce."Sulle punte, ancora, dall'inizio e stavolta a ritmo" Batto più volte le palpebre cercando di capire dove io sia, mi guardo attorno notando tanta luce, troppa luce, con gli occhi ancora lucidi e le palpebre pesanti mi guardo attorno vedendo una sala da ballo con un enorme specchio davanti a me, uno specchio che non è in grado di riflettermi.
"Amanda, tesoro" Mi giro riconoscendo quel nome e trovando una ragazza, qualche anno in più di me con un bel tutù color carne e i capelli color cenere, osservo poi i suoi occhi blu puntati su una bambina, osservo la piccola ballerina con il tutù rosa addosso e i capelli scuri legati in una treccia."Amanda" Sussurro riconoscendo la sorella di Nick, è uguale al ricordo in cui mi aveva portato, forse qualche anno in più ma ancora piccola, la osservo mentre tiene gli occhi bassi sulle sue scarpette consumate evitando gli occhi della sua maestra e delle sue compagne.
"Amanda, te la senti di provare con noi?" Chiede la ragazza con un sorriso gentile e la bambina non alza neanche la testa prima di scuoterla continuando a guardare nel vuoto, guardo la bambina confusa, non sembra quella del ricordo, non sorride come quando ballava con Nick, non ha più quel luccichio negli occhi, sono spenti.La bambina lentamente si alza non appena suona una piccola campanella e prendendo il suo borsone si dirige verso l'uscita, curiosa seguo la piccolezza sperando di poter trovare Nick o di capire il perché della mia presenza qui, io non ho pensato a questo posto.
"Neanche oggi?" Chiede una donna non appena vede la bambina, osservo la maestra mentre sospira prima di scuotere la testa.
"Non ne vuole sapere signora Robinson" Risponde la ragazza ed io osservo la donna guardando i suoi capelli nocciola corti ed i suoi occhi stanchi ma con lo stesso taglio di quelli di Nick, sua madre.
"Forse la prossima volta andrà meglio" Suggerisce la maestra con un sorriso confortante e la madre si volta verso Amanda guardandola mentre la attende seduta su una piccola sedia rosa con gli occhi persi nel vuoto.
"Da quando mio figlio non c'è più dubito che le cose andranno meglio di così" Dice la madre abbassando lo sguardo ed io sento una fitta al cuore.
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SHADOW//5SOS
Fiksi PenggemarIo ormai sono perduta ma troverò il modo di salvare loro...