5- Oak Tree

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"Non mi sono mai fidato di Crosta, insomma era un topo abbastanza sospetto giusto? Sapevo sin dall'inizio che Sirius Black era una brava persona mentre quel ratto senza dito non era altro che un traditore" Continua Nick mentre io cammino in silenzio cercando di ignorarlo.
"Per non parlare poi della falsità del professor Raptor, così scontato santo cielo" Continua ed io mi volto bloccandomi in mezzo la strada per poi guardarlo male incrociando i suoi occhi nocciola e facendolo smettere di parlare.

"Puoi gentilmente smettere di continuare a parlare di Harry Potter?" Chiedo scocciata ed il moro alza gli occhi al cielo prima di guardarsi attorno.
"Già scusa, è molto meglio continuare a camminare senza una direzione come anime senza pace, scusa se ho tentato di rendere questo viaggio meno noioso, dolcezza" Risponde ed io scuoto la testa prima di voltarmi e guardare la strada davanti a me sentendo ancora quella strana sensazione che poco fa mi ha spinto a cominciare a camminare lungo questa via.
"Ho una direzione, non so dove sto andando ma so che è la direzione giusta" Rispondo e Nick annuisce.
"Giusta per cosa?" Chiede ed io alzo le spalle.
"Non lo so, però ho voglia di scoprirlo e sarebbe molto bello se potessi limitarti a seguirmi senza parlare di Harry Potter, e giusto per tua informazione, mi ha sempre fatto cagare quella saga" Rispondo lasciando incredulo il moro prima di ricominciare a camminare.


"Siamo a casa di Beyoncè?" Chiede Nick non appena mi fermo davanti ad una villa in fondo alla strada con un piccolo giardino modesto e almeno tre piani di casa con un possibile cortile nel retro.
Mi guardo attorno prima di camminare lentamente verso il campanello e sorridere prima di voltarmi verso il moro che guarda ancora affascinato l'enorme villa.
"Questa è casa mia, ecco perché la strada era così familiare, qui c'è il mio cognome, entriamo" Dico poi prima di dirigermi a passi veloci verso il cancello e oltrepassarlo con il mio corpo sorridendo, ancora non riesco a capacitarmi di poter attraversare così le porte, i muri ed i cancelli.

Nick mi segue mentre camminiamo per il breve vialetto ed io osservo l'Audi nera parcheggiata davanti al garage, credo sia di mio padre, ho dei vaghi ricordi ma niente di certo, mi fermo davanti alla porta e Nick mi si affianca notando la mia esitazione nell'entrare.
"Sai vero che non puoi suonare il campanello?" Chiede prendendomi in giro ed io lo guardo male prima di prendere un lungo respiro e chiudere gli occhi entrando oltrepassando il portone bianco.

Mi guardo attorno ritrovandomi in un elegante ingresso con il pavimento in marmo bianco e delle possenti scale anche esse in marmo, alzo lo sguardo per poter guardare l'enorme lampadario in cristallo che con la sua magnificenza attira la luce proveniente dalle finestre rispecchiandole sui suoi piccoli diamantini in vetro, proprio nel mezzo della stanza c'è una statua assomigliante ad una donna in posa ma molto astratta e dorata.
"Sei una ragazza di lusso, dolcezza" Dice il moro guardandosi attorno e avvicinandosi alla statua sfiorandola con un dito e guardandola con ammirazione prima di leggere la targhetta.

"Victoria Ramirez, è tua madre vero?" Chiede ed io annuisco guardando la statua, mia mamma è un artista? Non me lo ricordavo.
Mi guardo attorno notando sulle scale alcune fotografie incorniciate appese e decido di andare verso di esse salendo lentamente le scale e guardando le foto rappresentanti i miei genitori durante il matrimonio in una chiesa, mia madre incinta, mio padre sorridente con le chiavi di una macchina in mano, due bambine sedute sulla spiaggia che ridono, mia sorella con un trofeo in mano, mia madre con una sua amica, ma nessuna mia fotografia.
"Eri così brutta da non poter essere fotografata da piccola?" Chiede Nick notando la stessa cosa ed io rimango in silenzio, perché non ci sono foto appese di me? Perchè non c'è nessuna foto di famiglia con me?

Ignoro Nick e continuo a salire le scale fino ad arrivare ad un corridoio familiare chiaro e con il pavimento coperto da un tappetto rosso scuro, mi guardo attorno notando diverse porte chiuse e chiudo gli occhi sentendo alcune voci ovattate dai muri, mi avvicino ad una porta e poggio le mani alla porta rimanendo in silenzio per poter ascoltare le voci che ormai ho identificato come quelle dei miei genitori.
"Non ci ha lasciato neanche un messaggio, una lettera, una motivazione, per lei eravamo talmente insignificanti che non ci ha neanche salutati per l'ultima volta prima di andarsene" Dice mia madre con un tono disperato che riesce a farmi stringere il cuore nel petto.
"Victoria, lo sai come era fatta, era da tempo che non vedeva l'ora di scappare di casa per essere libera, qui non era felice, ce lo ha fatto sempre capire" Risponde mio padre rimanendo calmo, mi allontano dalla porta lentamente prima di sentire un singhiozzo alle mie spalle.

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