Epilogue

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Vi consiglio per questo ultimo capitolo di ascoltare Follow The Sun di Caroline Pennel, grazie a tutti per essere arrivati fino a qui.

Vincent Van Gogh, il mio pittore preferito, una volta disse; le grandi cose sono fatte da tante piccole cose messe insieme.
Come frase non è molto originale o strana, è una frase logica, una specie di ragionamento in cui ogni piccola cosa se messa insieme fa un grande insieme, niente di nuovo insomma.
Eppure io non ci avevo mai pensato davvero.

Non sempre queste grandi cose di cui parlava Van Gogh erano positive, spesso questi grandi insiemi, come più volte capita nella vita, sono grandi insiemi brutti, un grande temporale che composto da piccoli lampi diventa sempre più nero e pauroso Van Gogh si riferiva anche a questo.
Tante piccole cose brutte ne creano una enorme, ed io questo lo so bene, la mia piccola cosa brutta è stato il trasferimento, che poi ha portato alla mancanza di amici, che ha portato a farmi amici non troppo consigliati, che mi ha portato a entrare in una banda criminale, che mi ha portato a iniziare a drogarmi che mi ha portato a far iniziare un ragazzo a drogarsi che lo ha portato a continuare a tradire la sua ragazza che ha portato ad un sacco di altri casini enormi che si sono conclusi con la mia morte e che se non fossi morta quasi per sbaglio probabilmente sarebbero aumentati.

Ma anche la mia morte è stato un insieme di piccole cose che poi sono diventate una cosa enorme, io che vado ad una festa a cui non dovevo andare, io che suggerisco ad una ragazza di bere anche se non avrebbe dovuto farlo, lei che tradisce il suo ragazzo con una persona che gli avevo presentato, il suo ragazzo che la lascia, lei infuriata ed ubriaca ed infine la mia morte.

Van Gogh aveva ragione, mai trascurare le piccole cose, perché è da quelle che poi nascono le grandi tempeste e le grandi catastrofi, ogni conflitto è iniziato con un piccolo fraintendimento, ogni guerra con un singolo assassinio e ogni rottura con un piccolo litigio.
Funziona così il mondo e quel pittore matto lo aveva capito bene.

Ma Van Gogh non era una persona pessimista, certo era completamente fuori di testa, ma questo non lo rendeva stupido, anzi, lo stesso pittore che passava gli anni a dipingere girasoli e a cercare la felicità finendo per ingerire il colore giallo pensando che potesse essere portatore di felicità sapeva bene che essa non arriva tutta insieme, non ci si sveglia la mattina e si scopre di essere felici.
No, la felicità come ogni grande cosa nella vita va conquistata passo a passo, ogni giorno facendo una piccola azione e cercando di migliorare sempre per poi mettere tutto insieme e scoprire a che grande cosa si è arrivati.

Io questo non lo avevo mai capito.

Conoscevo ogni frase famosa di Van Gogh eppure in ognuna di esse avevo sempre e solo visto il lato negativo, non mi ero mai soffermata a pensare a quanto esse potessero essere piene di positività, pensavo che essendo pazzo e depresso non poteva riferirsi alla felicità, eppure mi sbagliavo.
Van Gogh in ogni sua opera cercava di trasmettere segnali positivi, e anche se ci sono arrivata un po' tardi, ci sono comunque arrivata.

Non avevo troppe speranze all'inizio, quando mi sono vista galleggiare in quella piscina ogni mia forma di positività era scomparsa, ero morta, non c'era più niente da fare, quella era la mia grande fine, il mio capolinea il mio punto di non ritorno.
E pian piano più scoprivo dettagli sulla mia vita più capivo che non potevo aiutare le persone, che non potevo neanche sfiorarli o parlargli, ogni mio disastro doveva rimanere lo stesso e di certo Nick non mi incoraggiava a impegnarmi per migliorare le cose.
Ma questo era il suo compito e lo perdono.

Ma all'improvviso quando le cose non avevano più senso ed ogni singola mia azione sembrava vana ho visto che c'è qualcosa di grande dopo la morte, che c'è speranza e c'è un modo per raggiungerla.
Poiché una cosa l'ho imparata, per quanto tutto possa essere buio, triste e per quanto la speranza sia bassa e per quanto ci sentiamo chiusi in una stanza buia senza aria, in questa stanza ci sarà sempre una piccola via d'uscita, un piccolo foro quasi invisibile da cui passa l'aria e un po' di luce.

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