Nella vita bisogna incontrare le persone sbagliate per capire quali sono quelle giuste.
La mia abuela me lo diceva sempre quando ero piccola, probabilmente riferendosi al fatto che ha dovuto crescere da sola mia madre con pochi soldi e in un paese in cui ai tempi tutto era più complesso e non esistevano molte speranze economiche.
Pensava al nonno e diceva che ha dovuto incontrare lui per capire che al mondo esistono persone sbagliate per certi contesti, certo lui era affascinante, un uomo pieno di passioni e secondo abuela anche di grande successo nel lavoro eppure era totalmente sbagliato per una famiglia.
Nella situazione in cui mi trovo di certo non posso mettermi a valutare i pro ed i contro delle persone che conosco visto che punto primo sono morta e punto secondo le persone non vedono i morti.
Beh maggior parte di esse.
Ma anche alla fine della mia vita ho capito che non si smette mai di imparare, infatti oggi ho imparato che Michael Clifford era l'ultima persona sulla faccia della terra in grado di poter svolgere questo compito.
"Sto impazzendo, devo essere completamente fuori di testa, non c'è altra spiegazione, parlo con i morti, insomma, neanche mio zio matto parla con i morti ed io sì" Dice parlando da solo Michael mentre si ferma davanti alla porta d'ingresso della mia villa prima di suonare il campanello e attendere.
"Sì, il colpo deve avermi bruciato non so con quali capacità scientifiche il cervello....Oh Buenos dias señora Ramirez" Esclama Michael alzando la voce all'improvviso facendomi sussultare, velocemente mi giro incontrando gli occhi di mia madre stanchi e confusi nel guardare il ragazzo davanti a lei, osservo poi il suo esile corpo avvolto in una morbida vestaglia verde di seta, ricordo il suo sorriso quando papà gliela porto dopo un suo viaggio di lavoro in Giappone.
"Michael es quasi mezzanotte no es più hora del buongiorno" Risponde la donna assonnata e il ragazzo rimane in silenzio prima di annuire.
"Oh giusto, ma so dire solo Buenos Dias" Risponde e mia mamma sorride divertita prima di puntare i suoi occhi sulla spalla del ragazzo.
"Como estas la tua spalla?" Chiede con gentilezza e Michael abbassa lo sguardo sulla sua fasciatura bianca prima di alzare le spalle.
"Bene bene, ci vuole molto di più per fare fuori un Clifford"
Osservo i due mentre rimangono in silenzio, un silenzio imbarazzante in cui Michael fissa mia madre con un sorrisetto forzato sulle labbra e mia madre invece rimane immobile con gli occhi stanchi e un sorriso imbarazzato.
Mi sbatto una mano in fronte esasperata, tra tutte le persone proprio Michael? Non potevo scegliere qualcuno un po' più sveglio?"Emh, Michael te puedo aiutare en algo?" Chiede mia mamma rompendo il silenzio e Michael guarda nel vuoto girando la testa alla sua destra, come per cercarmi, peccato che io sia alla sua sinistra, con le braccia incrociate ed uno sguardo ormai arreso sul volto.
Ora capisco cosa provava Nick quando all'inizio doveva sopportarmi.
"Sì, sì certo, io devo andare in camera di Rebecca" Dice e mia madre spalanca gli occhi stupita dalla richiesta.
"Adesso?" Chiede confusa e Michael annuisce vigorosamente.
"Ho lasciato...emh... sì ho lasciato...i miei jeans da lei" Dice convinto ed io sospiro prima di andare davanti al muro di casa mia e lentamente cominciare a prendere a testate la superficie sperando quasi di morire per la seconda volta.
"Nick, mi dispiace okay? Ricordi quando ti dicevo che eri stronzo? Scherzavo, eri un santo, semmai verrò in paradiso o come si chiama dirò al capo di elevarti trai beati" Dico guardando verso l'alto.