28- Sexy Boys Don't Cry

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Tantophobia.
Fobia di perdere le persone che si amano.

Stringo tra le mani la maniglia rossa davanti a me guardando la porta nera di fronte a me prima di abbassare lo sguardo e osservare le mie scarpe consumate.

Ho corso, corso per quasi un'ora per arrivare fino a qui, non ho sentito bruciare i polmoni per la fatica, non ho sentito dolore alle gambe né fatica, solo un forte bruciore dentro di me.

Potevo benissimo chiudere gli occhi pensare al posto e raggiungerlo come ho sempre fatto, ma come potevo chiudere gli occhi se ogni volta che lo facevo riuscivo solo a vedere il volto pieno di sangue di Nick, le sue mani rosse e quella macchina distrutta.

Inspiro profondamente prima di attraversare la porta nera entrando nel posto a me familiare, l'unico posto a cui ho pensato nel momento in cui sono uscita dai miei ricordi, unico posto ricollegabile a lui, l'unico posto in cui avrei potuto cercalo dopo averlo visto con gli occhi lucidi e pieni di dolore in quella stanza d'ospedale.

Mi guardo attorno osservando le sedie rosse vuote e pulite, le luci spente e la sala illuminata dalla luce delicata del sole che riesce a penetrare le finestre in alto, sposto poi lo sguardo davanti a me notando le tende in velluto del sipario aperte e in prima fila una chioma castana immobile mentre guarda davanti a sé.

In vita ho sempre avuto paura ad affrontare la realtà e le situazioni scomode, non ho mai avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti a Luke preferendo scappare, non ho mai affrontato Calum preferendo scappare, non ho mai aiutato Ashton preferendo scappare e ho abbandonato Michael scappando dai guai lasciandolo da solo.

Ho sempre preferito scappare piuttosto che affrontare la verità o troppe emozioni, ho sempre avuto paura delle situazioni troppo pesanti, ho sempre avuto paura di essere troppo coinvolta in qualcosa e ho sempre ritenuto scappare la situazione migliore.
E forse lo avrei fatto anche stavolta.

Ma la paura di perdere ancora una volta una persona a cui voglio bene è più forte.

Lentamente avanzo verso Nick facendo il meno rumore possibile, percorro la breve navata centrale del teatro tra le varie poltroncine rosse per pi fermarmi accanto alla prima fila nel centro e voltare la testa guardando l'ombra seduta comoda su una di esse, il volto pallido volto verso il palco desolato, le gambe distese davanti a lui e le braccia appoggiate ai braccioli scuri.

"Mi hai trovato" Dice poi con un voce roca e bassa ed io piego le labbra in un breve sorriso osservando il ragazzo il quale non accenna a spostare il suo sguardo da davanti a sé.
"Chiamalo intuito ma dove altro poteva andare un'ombra alternativa se non in un vecchio teatro polveroso?" Chiedo e il moro inclina leggermente le labbra in un sorriso.

Prendo coraggio facendo alcuni passi verso di lui sentendo il cuore battere più forte del solito, beh, del resto batte poche volte da quando sono morta.

Mi fermo davanti a Nick il quale non mi guarda, sposto il mio sguardo poi accanto a lui sulla poltroncina accanto.

"Posso sedermi?" Chiedo e Nick alza le spalle.

"Questo è un paese libero" Risponde con il suo solito tono sarcastico ed io accenno un breve sorriso prima di prendere posto accanto a lui sistemandomi il vestito bianco e guardando di fronte a me, osservando il palco buio e vuoto, niente oggetti scena, niente luci accese e nessuno ad animarlo, un semplice palco deserto.

"Nick io..." Inizio ma prima che possa dire altro l'ombra mi interrompe iniziando a parlare senza mai puntare gli occhi nei miei.

"Non ti sei fermata" Il freddo cala su di me nel sentire le sue parole ed io rimango in silenzio mentre le parole di Nick rimbombano nella sala, pesanti ed affilate.

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