7- Fuckboy

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Il passato non è un pacchetto che si può mettere da parte.

Ricordo poco della mia vita, anzi, ricordo solo dei piccoli e minuscoli dettagli ma tra questi ho il ricordo di una pagina sul mio libro di letteratura inglese, una pagina sulla scrittrice Emily Dickenson che scrisse questa semplice frase: Il passato non è un pacchetto che si può mettere da parte.
Ironico no? L'unica frase che ricordo del mio passato è questa, passato che non ho messo da parte, l'ho proprio perso o buttato in qualche angolo remoto della mia testa.

Ho solo indizi, frasi, parole dette nel vuoto e pochi volti, niente di più.
So di aver conosciuto Michael, so di esserci stata amica un tempo e so di aver fatto una promessa con lui.
So di aver conosciuto Ashton, so di essere stata qualcosa simile ad un amica ma non ricordo di aver avuto qualcosa di più e so di aver fatto una promessa con lui.
So di aver conosciuto Luke, so di essere stata la sua amica e so anche di averci fatto una promessa.
So poi di aver conosciuto Calum Hood, non so cosa sono stata per lui, so di averci fatto una promessa ma non so quale, ecco perché lo stiamo seguendo.

"Per caso quando eri viva eri una stalker? Perché ti viene molto bene, quasi naturale dolcezza" Dice Nick commentando come al solito con il suo tono divertito e pieno di ironia, mi volto verso di lui per lanciargli un occhiataccia di fuoco che lo fa immediatamente smettere di sorridere.
"Non sono una stalker ma se l'unico modo per capire qualcosa del mio passato è seguire loro allora continuerò a farlo, e poi di cosa ti lamenti? Non stiamo neanche andando a piedi" Rispondo mentre mi sistemo meglio sul mio sedile scuro guardando poi la strada davanti a noi libera da macchine o qualunque altro tipo di ostacolo.
"Già, essere in macchina con un ragazzo completamente fatto al volante è molto meglio, grazie a Dio che siamo già morti e non ci può andare peggio di così nel caso ci schiantassimo" Dice sbuffando mentre io alzo gli occhi al cielo prima di puntare lo sguardo su Calum il quale con le mani strette sul volante continua a guidare mantenendo la stessa velocità tutto il tempo.

Mi volto completamente verso di lui prendendomi tutto il tempo per poterlo osservare da vicino, guardo le sue braccia muscolose avvolte da una semplice maglietta nera, seguo il suo braccio tatuato fino ad arrivare alle sue dita strette al volante, talmente strette da essere bianche, poso gli occhi poi sul suo petto ampio e scolpito nascosto dal tessuto nero ma comunque visibile anche così, osservo la catenella che gli pende dal collo con un piccolo ciondolo attaccato, una chiave.
Guardo poi la sua mascella ben definita e spigolosa, osservo le sue labbra carnose e morbide strette in una linea e quasi come un impulso porto le mie dita sulle mie labbra riuscendo quasi a sentire le sue sulle mie, come se fossi abituata a quella sensazione, i miei occhi continuano il loro viaggio fermandosi sui capelli scompigliati e scuri che vengono mossi leggermente dal vento proveniente dal finestrino aperto, osservo poi i suoi occhi, occhi scuri e senza emozioni che trapelano facilmente, occhi che forse un tempo sapevo leggere, occhi troppo arrossati ora per poter essere capiti.

Mi risveglio solo quando una brusca frenata mi fa aggrappare al sedile proprio come Nick il quale guarda male Calum per il suo modo di frenare prima di guardare davanti a se e alzare le sopracciglia stupito, mi volto nella stessa direzione di Nick notando davanti a noi una casa enorme, casa già vista, quella casa della cena.
Guardo Calum mentre si infila le chiavi della macchina in tasca e velocemente esce da essa dirigendosi verso l'entrata di casa a passo svelto, non più traballante ma semplicemente veloce.
"Eravate tutti ricchi oppure avevate deciso di fare una rapina di gruppo?" Chiede Nick con il suo solito sarcasmo ed io lo ignoro prima di uscire dalla macchina e seguire velocemente il moro il quale ormai è entrato in casa.

"Ah sei tornato?" Chiede una voce femminile che ho già sentito, mi fermo nell'ingresso lussuoso accanto a Calum il quale sbuffa prima di voltarsi verso sua madre e guardarla annoiato.
"Sì" Risponde freddamente prima di dirigersi verso le scale ma la donna lo ferma.
"Calum dove sei stato?" Chiede poi la donna ed il ragazzo prende un lungo respiro per calmarsi.
"Sono stanco, vado a dormire" Dice liquidando la donna la quale cerca di richiamare il figlio ma lui non risponde continuando a salire le scale.

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