Mamma da piccola mi raccontava sempre le storie delle veggenti, los videntes, in Messico, specialmente nella piccola cittadina in cui sono cresciuta era normale raccontare queste storie ai bambini, poco prima di addormentarsi, l'abuela, ovvero mia nonna, si sedeva accanto a mia mamma ed insieme raccontavano a me ed a mia sorella le magiche storie delle veggenti.
Erano come delle streghe, non sempre belle e quasi sempre con l'aspetto di un amichevole vecchietta, mamma diceva di non fidarsi troppo di loro, poiché alcune di loro giocavano con la magia nera, quella dei morti.
Le veggenti sono donne che sanno prevedere il futuro, conoscono il passato e vivono nel presente, sono persone che solo guardandoti negli occhi o studiando le carte o le linee delle mani riescono a tracciare una linea esatta della tua vita, o così almeno ti fanno credere.
Pur non credendoci ora, da piccola ero affascinata da queste donne, mia madre spesso si faceva leggere il futuro ed io spesso l'accompagnavo, erano momenti quasi magici, era impossibile per me credere di poter prevedere il futuro.
Eppure adesso non mi sembra così complicato da fare.
Osservo mia sorella mentre con le mani strette al volante continua a guidare lungo le strade buie della città con i suoi occhi verdi puntati davanti a sé ed i suoi capelli corvini che mossi dal vento caldo si muovono come piccole onde.
Non sono una veggente, né tanto meno una maga in grado di comunicare con altri mondi, sono semplicemente un'ombra eppure so perfettamente dove è diretta mia sorella.
Mi giro verso i sedili posteriori guardando Nick il quale con uno sguardo assente sta osservando fuori dal finestrino le case che velocemente scorrono illuminate dalle luci colorate e quasi abbaglianti, osservo i suoi capelli castani anche essi mossi da un vento che non siamo in grado di sentire sulla nostra pelle, le sue labbra carnose sono strette in una linea stretta mentre i suoi occhi continuano a guardare la strada. Poso gli occhi poi sulle sue mani strette al sedile, talmente strette da avere le nocche bianche.
"Nick, tutto bene?" Chiedo confusa dal suo comportamento e lui immediatamente sposta i suoi occhi nocciola nei miei guardandomi in modo strano, come se fosse spaventato da me, per poi chiudere gli occhi e riaprirli senza paura e con il suo solito sguardo.
"Mai stato meglio, dolcezza" Dice con il solito sorriso spavaldo mentre io continuo a guardarlo confusa finché la macchina si blocca all'improvviso.
Mi giro verso mia sorella la quale ha ancora le dita strette al volante, rimango immobile ad osservare mentre il suo petto avvolto da una semplice canottiera color panna si abbassa e si rialza velocemente coordinato con il suo respiro corto, i suoi occhi verdi smeraldo sono invece puntati su qualcosa alle mie spalle, confusa mi giro ritrovandomi davanti a casa di Luke.
Non so perché ma in qualche strano modo, sapevo che sarebbe venuta qui.
Maddy apre la portiera scendendo dalla macchina velocemente mentre io mi limito semplicemente ad attraversare la carrozzeria della vettura come una semplice ombra, seguo mia sorella lungo il breve giardino degli Hemmings per poi fermarmi accanto a lei non appena comincia a bussare con forza sulla porta.
"Apri, apri, so che ci sei apri cazzo" Mormora la mora continuando a bussare ed io alzo lo sguardo verso la finestra di Luke, aperta e con la luce accesa, sì, è decisamente in casa.
"Sto arrivan.... Maddy?" Chiede Luke aprendo la porta e spalancando gli occhi nel notare mia sorella sulla soglia di casa.
"Dove è?" Chiede la ragazza spingendo indietro il biondo oltrepassandolo per poi guardarsi attorno in cerca di qualcosa, o meglio, qualcuno.