three.

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"Cerca meglio no?" disse Gigi in videochiamata.
"È inutile! Non riesco a trovare un attico decente!" dissi scoraggiata.
"Ho un'idea!" esclamò Gigi sorridendo fiera.
"Anche se so già che sarà pessima, sono aperta a qualunque consiglio!" dissi esasperata, mettendomi le mani nei capelli.

Avevo bisogno di un attico entro le 11.00, cioè tra due ore, o sarei rimasta per strada con una valigia ed un gatto, ora come ora, non era una proposta così allettante.
"Chiedi a Harry se può ospitarti a casa sua per almeno un giorno, il tempo di cercarti una casa! Geniale, no?" disse sorridendo.
"Oh nonono non esiste proprio! Chiamerò Grace per dirle che non sarò al lavoro o per lo meno entrerò alle undici." dissi, prendendo il telefono mentre Gigi si sbatteva una mano in faccia scoraggiata.
Dopo circa quattro squilli Grace rispose.
"Signorina Robbie, dica pure!" esclamò e il 'Signorina Robbie' parve quasi urlarlo per farlo sentire a qualcuno.
"Volevo dirle se potes-" e mentre stavo spiegando m'interruppe, pare che qui a LA è una tradizione interrompere la gente mentre parla.
"Perché non lo dice al Signor. Horan, non penso abbia il lusso di scegliere, mi ha praticamente imposto di passargli il telefono...Signor. Horan la vuole smettere di muoversi come un babbuino?!" Rimasi basita da quanto detto da Grace.
"Buongiorno signorina Robbie" disse Niall leggermente imbarazzato ma nonostante ciò, aveva una voce roca la quale mi prosciugò le parola di bocca.
"Buongiorno a lei" balbettai.
In tutto ciò Gigi era in videochiamata con il muto in modo tale da non far casino, tipo come adesso che stava ridendo come una matta.
"Cosa voleva comunicarmi?" chiese.
"In realtà volevo comunicarlo a Grace, la quale l'avrebbe comunicato a lei" precisai.
"Perché disturbare Grace, quando ha la splendida occasione di parlare con Niall Horan" disse pavoneggiandosi, poi aggiunse scherzando:"Sono famoso, sa?" ed io risi.
Aveva anche un buon senso dell'umorismo.
Okay, forse il fatto che Niall fosse il mio capo iniziava a diventare un problema.

"Su! Mi dica il motivo di questa telefonata."
"Non mi uccida, ma alle 11.00 di questa mattina non avrò più la mia camera d'albergo. Ciò vuol dire che vagherò per Los Angeles come una barbona e avere un gatto di certo non aiuta, quindi necessito di un appartamento, ALL'ISTANTE!" e lui rise.
"Cosa ride?!" chiesi, con tono indispettito.
"Oh niente, sembra quasi una barzelletta da come lo racconta!" rispose ridendo.
"Beh non lo è!" esclamai indispettita.
"Può entrare alle 11.00" disse e anche se non potevo vederlo sentivo che stava sorridendo.
"Come?! Pensavo potesse aiutarmi lei!" esclamai delusa.
"Sono il suo capo Margot, non il Genio della lampada!" Pronunciò sarcastico.
"Che simpatico..." sussurrai sarcastica.
"Farò finta di non aver sentito" disse semplicemente, mentre le mie guance si tinsero di rosso e Gigi continuava a ridere come una psicopatica.
"A dopo signor. Horan" dissi sorridendo imbarazzata.
"A dopo signorina Robbie" disse ridendo leggermente.
Mi buttai sul letto sconsolata, Salem, ovviamente doveva fare il rompiscatole della situazione e iniziò a leccarmi la faccia.
"Oltre al fatto che già lo amo, ho un'altra idea!" disse ridendo.
"Se comprende farmi fare un'altra figura di merda, allora no grazie!" esclamai.
"sALEM LA VUOI SMETTERE?!" lo rimproverai e la palla di pelo mi guardò malamente con quegli occhi vispi.
"Perché non chiedi direttamente ad Harry se può aiutarti nell'impresa?" propose sorridendo, io la guardai pensierosa.
"Oh d'accordo!" esclamai sconfitta.
"Ora, se permetti, sono costretta a chiuderti. Ho uno shooting da fare e devo anche muovermi oppure il mio fotografo mi spella viva!" Esclamò, io ridacchiai.
Ci salutammo velocemente, dopodiché chiusi il pc e mi vestii.
Indossai un paio di jeans larghi, tacchi a spillo color carne e sopra una maglietta bianca e infine una giacca. Terminai infilandomi i vari accessori e corsi, per quel che potevo, sino alla reception.

"Buongiorno, Harry Styles in che stanza è?" chiesi di getto, sotto lo sguardo sconvolto della segreteria a causa del mio poco rispetto riguardo la galanteria da snob.
"Non ci è concesso dire il numero della camera degli ospiti." disse.
"Vuole che parli con il suo capo e la faccia licenziare?" chiesi categorica e a quanto pare rimase spaventata dal tono con cui scandii le parole piuttosto che dal senso della frase.
Era abbastanza ovvio che non conoscessi il capo dell'hotel in cui alloggiavo.
"907" balbettò la donna.
"Grazie mille, buona giornata!" esclamai velocemente.
Presi l'ascensore e qualche minuto dopo mi ritrovai di fronte la porta della stanza di Harry, bussai e il riccio venne ad aprirmi.
"Ehi Margot, che succede?" chiese curioso ed io spiegai velocemente la situazione.
Mi guardò pensieroso per un attimo poi disse:"Ho un amico, Josh Devine! Vorrebbe andarsene da Los Angeles e ha proprio un attico da vendere quindi se vuoi ti giro il numero e lo chiami ora." lo abbracciai di getto e lui sorrise con tanto di fossette.
"Tieni." disse passandomi il cellulare.
Qualche minuto e Josh rispose.
Mi spiegò che era felice di vendere il suo attico perché avrebbe finalmente raggiunto sua moglie in Inghilterra e che avrei potuto vedere l'appartamento anche adesso.
Ringraziai Harry circa una centinaia di volte e, raddoppiai la dose quando si offrì anche di accompagnarmi.
"Oddio, mi stavo dimenticando di Salem! Dove lo lascio?"
"Qui ovviamente, poi appena esci da lavoro mi chiami."
"Harry ti adoro!" esclamai e lui ridacchiò.

outlaws|| n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora