seven.

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Mi specchiai velocemente e dopo essermi assicurata di essere abbastanza presentabile, aprii la porta e subito mi tranquillizzai vedendolo vestito casual.
"Oh ma allora hai un paio di scarpe basse!" esclamò Niall a mo' di saluto.
"Ciao anche te eh!" dissi, poi aggiunsi:"Se non fosse per il contesto lavorativo in cui ci troviamo, verrei al lavoro anche in pigiama!"
"Certo come no" disse lui.
"E poi tu non puoi parlare! Hai sempre indosso giacca e cravatta e ora ti trovo in skinny jeans, camicia a righe e Adidas bianche" protestai mettendomi a braccia conserte e lo vidi incurvare un angolo della bocca, era come se si stesse trattenendo dal sorridere o ridere.
"Dai, andiamo!" esclamò, sviando l'argomento.
"Mi stai praticamente dando ragione?" chiesi incredula, mentre prendevo un semplicissimo zainetto nero e chiudevo casa.
"No" disse semplicemente ed entrammo nel piccolo ascensore.
Classico, tanto non ci entriamo mai negli ascensori!
"Stronzo" borbottai in italiano.
"Sai che sono comunque il tuo capo?" chiese tranquillamente.
"Sì...?" risposi confusa.
"E sai anche che non puoi insultarmi in italiano?" chiese mostrando un sorrisetto.
"Cosa ti fa pensare che io ti abbia insultato?!" chiesi indispettita.
"Intuito." rispose soddisfatto, poi continuò:"E a quanto pare ho ragione"
"Ma se non ho ancora detto sì o no?!" chiesi basita.
"Ti mordi sempre il labbro quando stai mentendo o sei nervosa" disse semplicemente e rimasi in silenzio, era allucinante il fatto che già conoscesse determinate cose di me, in sole due settimane, che ci ''conoscevamo''.
Rimasi in silenzio e pensai al fatto che, in realtà, io stavo uscendo con il mio capo, ma al di fuori di quell'azienda, Niall sembrava un po' più sciolto e meno professionale, anche se era raro vederlo sorridere e ridere, il che mi portò a pensare che aveva avuto un vissuto piuttosto pesante.
Usciti dal palazzo entrammo nella Range Rover nera e appena entrai, sbattei involontariamente troppo forte la portiera e il ragazzo mi rimproverò, dicendo:"Non sbattere le portiere!" e io mi trattenni dal ridere, era davvero buffo quando s'arrabbiava, sembrava un bimbo con il broncio.
Accese la radio per rompere il silenzio che si era creato nell'abitacolo e iniziai a canticchiare non appena sentii una canzone che meglio descriveva il mio di vissuto.
"Stai seriamente cantando 'Sign of the times'?" chiese sconvolto.
"Sì, è bellissima!" esclamai sorridendo lo vidi inarcare le sopracciglia:"Ehi! Mi descrive appieno quella canzone" protestai e vidi un brillo di curiosità negli occhioni azzurro ghiaccio di Niall ma, fortunatamente, non fece domande.
"Vediamo un po' che canzoni ascolta James Horan" dissi ed aprii il porta-dischi di Niall.
"Tanto non troverai nulla" fece spallucce, tenendo lo sguardo fisso sulla strade di LA.
"AH! Guarda un po'! 'Midnight Memories' dei One Direction" disse sorridendo, poi aggiunsi:"Non troverò nulla eh?" imitando la sua voce.
"Quello è di Harry..." borbottò Niall.
"Oh sei pessimo a dire bugie!" dissi ridendo e lui, finalmente aggiungerei, rise leggermente.
"Comunque, dove stiamo andando?" chiesi curiosa.
"Non intendo dirtelo o potresti iniziare a saltellare come una bambina" disse semplicemente.
"Cosa te lo fa pensare?" chiesi basita.
"Uhm....il mio istinto" disse ovvio.
"Hai rotto con il tuo istinto" ribattei sorridendo forzatamente e lui scoppiò in una fragorosa risata.
Dio, adoravo quando rideva.

Una trentina di minuti dopo, finalmente arrivammo.
"SANTA MONICA! ADORO!" urlai contenta saltando fuori dalla macchina, sbattendo la portiera.
"SÌ, MA IO NON ADORO IL TUO SBATTERE LA PORTIERA!" disse lui fulminandomi con lo sguardo.
"Scusa, scusa" dissi alzando le mani in segno di resa e trattenendomi nuovamente dal ridere.

Camminammo fino all'entrata del Luna Park, di notte era bellissimo, aveva quel non so che d'incantevole.
Notai come un imponente ruota panoramica regnasse sulle altre giostre, come:
le montagne russe, l'auto-scontro, il tiro a segno, la pesca, i carretti degli hot dog e dello zucchero filato.
Sorrisi di fronte a ciò, Andrea non mi aveva mai portato al luna park nonostante glielo chiedessi in continuazione, lui puntualmente mi liquidava con uno:"È noioso ed infantile" e preferiva portarmi in stupidi ristoranti con gente snob e terribilmente noiosa.
"Non pensavo fossi un tipo da Luna Park, sai" esordii.
"E che tipo pensavi fossi?" chiese con tono disinteressato anche se negli occhi la sua curiosità era ovvia.
"Da ristoranti lusso" risposi.
"Eww esageratamente cliché e noioso" disse contrariato.
"Oh, allora non sono l'unica a pensarlo!" esclamai contenta e lui sorrise intenerito dalla mia esultazione.
Dopo varie lamentele da parte di Niall, che devo ammettere: è un bambino al di fuori di quell'azienda, decidemmo di andare sulle montagne russe.
"Ma dobbiamo proprio? Cioè, il bruco-mela è meglio!" provò di nuovo l'irlandese, mentre salivamo sul vagoncino blu.
"Sì, dobbiamo proprio! Ora taci!" dissi risoluta.
"Sono il tuo capo, ti ricordo" disse lui.
Ed io, in risposta, alzai gli occhi al cielo.

outlaws|| n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora