sixteen.

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**Margot's Pov**

"Stasera vieni al party, vero?" Chiese Harry sporgendo la testa dallo stipite della porta.
"Certo! Ti pare che salto una serata in discoteca?" Chiesi sorridendogli.
"Aspettavo questa risposta!" Disse con un sorrisetto poi, mi congedò con un 'buon lavoro, bionda!' e nel frattempo Daisy mi guardava con sguardo omicida.
Era passato un mese da quella volta, io e Niall non c'eravamo più sentiti, alla fine preferivo così.
Lui era il mio capo e non era permessa una relazione fra impiegato e capo.
Nonostante preferissi così, mi mancava vedere Niall in ascensore stuzzicarlo un po' e augurarci la buonanotte.
Mi mancava lui che mi chiamava 'bimba'.
Mi mancava lui.
Nonostante mi facesse soffrire, avevo capito che provavo qualcosa, ancora non molto forte, ma comunque qualcosa.
Durante quel mese al piano numero venti, l'invidia delle mie colleghe nei miei confronti era cresciuta sempre più, Daisy, una ragazza castana dagli occhi azzurri, non mi sopportava più di tutte le altre. Non capivo cosa avesse da invidiare, insomma, aveva tutte le potenzialità per conquistare un uomo:
Aveva le tette, okay quelle le avevo anch'io ma lei come minimo aveva una terza,
aveva un culo enorme,
sapeva vestirsi e aveva una padronanza nel linguaggio incredibile, sinonimo d'intelligenza e di aver viaggiato e studiato parecchio.
Charlotte mi aveva detto che era invidiosa in quanto, da tempo stava cercando di abbordare  Niall e le piaceva davvero tanto.
Alla fine potevo anche capirla se era invidiosa per questa ragione, anch'io lo sarei stata, ma ora il motivo non poteva più essere questo! Insomma era lei quella che saliva perennemente nel suo ufficio, era lei quella che ogni weekend accompagnava Niall ai suoi viaggi di lavoro, era lei che riceveva maggiori visite da parte del biondo.
Quello che faceva male era che l'ufficio di Daisy era proprio affianco al mio e puntualmente lui passava dinanzi a me senza dedicarmi uno sguardo, un attenzione, nulla.
Aveva un atteggiamento freddo e composto che, scioglieva in felicità e complicità ogni qual volta entrava nell'ufficio della ragazza.
In questo mese, comunque, la mia amicizia con Charlotte, Gigi e Harry era diventata molto più stretta e solo quello riusciva a consolarmi in quel periodo.

Qualche ora dopo finii di lavorare, erano circa le sei del pomeriggio anche se sembravano le dieci di sera per via del cielo scuro.
"Ehi ti va un panino veloce? Poi andiamo a casa di G a prepararci?" Propose Charlotte, entrando nel mio ufficio e sciogliendosi la coda alta in cui erano raccolti i suoi capelli turchesi.
"Sì, perché no?" Accettai, spegnendo il computer e infilandomi il trench nero posato sulla poltrona presente in un angolo del mio ufficio.
"Uh fantastico!" Esultò sorridendo Charlotte, poi continuò:"Sbaglio o quello è uno sguardo omicida...il culo ti brucia eh troietta" guardando nell'ufficio affianco.
Il difetto dei nostri uffici era che non avevano delle vere e proprie pareti ma delle vetrate, per cui si vedeva praticamente tutto.
"Dai Charlotte, lasciala stare mi guarda così da ormai un mese!" Dissi prendendo la mia borsa e uscii dal mio ufficio chiudendolo a chiave, conoscendo Daisy e le altre mie colleghe avrebbero volentieri frugato lì dentro.
"Bah! Comunque, oggi viene anche un certo Jason!" Esordì Charlotte, entrando in ascensore.
"Sarebbe?" Chiesi confusa, premendo il tasto per il piano terra.
"L'istruttore di autodifesa di Gigi, l'ha descritto come un tipo molto simpatico, alla mano, dagli occhi verdi e i capelli castani tirati all'insù...per cui potrei anche farci un pensierino" pensò la ragazza con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
"Oh andiamo ora anche con questo Jason!" Protestai esasperata.
"Ehi! Cosa intendi con 'anche'?" Chiese Charlotte, mettendo il broncio.
"Con 'anche' intendo dire che ti fai un ragazzo diverso ogni sera, se vuoi trovare il 'vero amore' non è questo il modo" spiegai.
"Non m'interessa, ho perso la mia anima gemella molto tempo fa, per cui, ora voglio vivermi la mia vita da ventenne immatura!" Spiegò, stavolta seria.
"Non farò domande perché lo so che ti danno fastidio...solo, supponiamo che incontri un ragazzo perfetto per te, di certo non puoi iniziare andandoci a letto." Spiegai speranzosa che lei mi desse retta, ma non terminai nemmeno la frase che Charlotte già non mi stava più ascoltando.
"Che ti metti stasera?" Chiese, infatti, sorridendo innocentemente.
"Probabilmente un vestitino nero" risposi facendo spallucce, poi chiesi:"Tu?"
"Un paio di skinny a vita alta e una maglietta attillata" spiegò indicando più o meno la fine dello sterno.
"Uh semplice ma d'effetto, ci piace ragazza!" Esclamai compiaciuta e lei rise leggermente uscendo dall'ascensore, poi, ci dirigemmo verso il 'White Bakery'.

outlaws|| n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora